Acquaviva: derubata la Chiesa di Santa Rosalia. La denuncia su FB

Chiesa Santa Rosalia Acquaviva 3ACQUAVIVA PLATANI –  Con un post su facebook è arrivata, intorno alle 23:00 di ieri sera, la denuncia-commento dell’Arciprete Don Francesco Novara sull’ondata di bassa criminalità che in queste ultime settimane sta investendo i comuni del Vallone.
Dopo le abitazioni private di Mussomeli, ad essere presa di mira è stata difatti la Chiesa di Santa Rosalia, nei pressi dello Scalo FS di Acquaviva-Casteltermini.
Di seguito quanto postato sulla pagina FB della Parrocchia Domina Lucis.
“Che sia un periodaccio quello che stiamo attraversando un po’ tutti, è cosa ormai risaputa. I numerosi e ripetuti furti avvenuti in questi ultimi giorni tra Acquaviva e Mussomeli, evidenti segnali di una crisi economica che come una grave emorragia non accenna ad arrestarsi, ci confermano lo stato di disagio in cui versano molti giovani e famiglie… ma arrivare a prendersela pure con una delle nostre modeste chiesette rurali mi pare parecchio eccessivo.
Attenzione, nulla di che… si tratta di un furtarello da poche centinaia di euro che però vanno a sommarsi al resto delle spese di mantenimento e di manutenzione ordinaria che già gravano sull’unica cassa della parrocchia con a carico ben altre due chiese succursali, oltre alla suddetta chiesa di Santa Rosalia.
Cosa hanno rubato? I tubi delle grondaie in rame! Il fastidio arrecato è maggiore del danno materiale stesso… una sorta di rabbia mista a un sentimento di “pena” che ti porta a riflettere e a cercare a tutti costi una risposta che non arriva: ma proprio con i tubi delle grondaie di una chiesa rurale se la devono prendere?
La chiesetta, menzionata anche in una delle poesie di Salvatore Quasimodo, qualche anno fa ha subito un tentativo di scasso i cui segni sono ancora visibili sull’unico portoncino di ingresso e che spero nei prossimi giorni di far riparare prima della festa di Santa Rosalia (seconda domenica di agosto).
Un episodio analogo a quello successo ora alla chiesa di Santa Rosalia è accaduto lo scorso anno alla Chiesa della Madonna del Carmelo detta del “Purgatorio”, in pieno centro abitato, quando i tubi furono pure rubati per essere sicuramente rivenduti come metallo usato. I tubi in rame furono sostituiti con quelli in plastica di color marrone, in modo da camuffare l’ossidazione dei tubi metallici senza correre però il rischio di ritrovarsi nuovamente con i tubi divelti dalle grondaie e trafugati. Lo stesso ho voluto fare ora con la Chiesa di Santa Rosalia.
Che dire: mi viene in mente un proverbio vallelunghese che mi inquieta parecchio e che recita così: “Cu simìna cùazzi e arrobba santi, va cchiù narrìa ca navanti!”