A scuola di storia locale: gli alunni si raccontano

MUSSOMELI – Gli alunni del II Istituto Comprensivo Paolo Emiliani Giudici si raccontano nell’ambito del progetto, coordinato dal docente Tonino Calà, “Le radici della nostra storia”. E lo fanno ripercorrendo le ore trascorse con personaggi simbolo della loro terra, personaggi che ne hanno scritto e continuano a scrivere pezzi di vita quotidiana, legati a tradizioni  a volte perse e recuperate solo dalla memoria, alle altre riprese per continuare a sopravvivere. A descrivere l’incontro con la storica e ricercatrice Maria Sorce Cocuzza, Emanuela Novello della II A. “Quando era ancora maestra, – scrive – insegnava ai suoi alunni le filastrocche che conosceva […]  e chiedeva ai familiari degli alunni di scrivere su dei fogli qualunque cosa (storie, filastrocche, miracoli, preghiere, proverbi e detti) del paese di Mussomeli e di portarli a lei per far conoscere ai bambini anche le storie che non conosceva. Il nonno di una sua alunna le chiese perché far conoscere le cose da ignoranti (come li definiva lui) ai bambini e così lei gli rispose che voleva raccogliere tutte quelle cose che riguardavano Mussomeli in un unico libro. […] Un giorno una signora, che aveva con sé una bambina, all’uscita dalla scuola, le chiese se si poteva fermare un attimo per chiederle una cosa. Le voleva dire che leggeva sempre il suo libro alla nipotina perché le piacevano tanto le sue storie. Le chiese di dare un bacio alla bambina dicendole che l’avrebbe resa felice. In segno di riconoscenza mise la sua mano sulla spalla della maestra e diede l’altra alla nipote e con questo gesto unì il passato con il futuro. […] Quando è arrivata, aveva con sé degli oggetti che ci voleva mostrare. […] Molto importante il collare di un vitellino che era morto e che la padrona volle donarglielo perché non aveva posto dove metterlo in casa. Molto importante perché grazie a questo oggetto è stato creato l’inno di Mussomeli. La maestra Maria Sorce Cocuzza nonostante la sua età avanzata si fa capire molto bene nelle sue spiegazioni. Grazie ai libri che ha scritto, le tradizioni non andranno perse come era loro destino.” Alessandra Bonomo e Miriam Casamassima, compagne di classe di Emanuela, hanno ripercorso invece l’esperienza condivisa con i componenti dell’Associazione Culturale Memento Domini (nella foto). “Ci hanno spiegato – affermano – i lamenti […] e poi hanno iniziato col farci ascoltare delle interessanti lamentazioni in latino e per farci comprendere quello che dicevano, alla fine di ogni lamentazione ci spiegavano il significato di ogni frase, ed è stato così che abbiamo compreso tutti i testi delle lamentazioni. […] Questo incontro è stato molto interessante  perché abbiamo imparato qualcosa di nuovo sulla storia del nostro paese.” Grazie all’impegno e alla passione di queste persone per il proprio paese le nuove generazioni sapranno chi sono veramente, e forse impareranno ad apprezzare maggiormente una terra che spesso diciamo di non amare perché non offre nulla.