CAMMARATA – “Ho dovuto essere, ho dovuto fare, ho dovuto…”. È questo il titolo del balletto portato in scena in Germania dalla cammaratese Lucia Giarratana. La giovane ballerina, dopo essersi esibita in molti importanti teatri europei, è ora coreografa del suo primo spettacolo. Messo in scena presso gli storici Landestheater di Eisenach e Staatstheater di Meiningen, il balletto rappresenta un monologo interiore tra conscio e subconscio. Un viaggio all’interno della nostra mente, del rapporto, spesso confuso, tra i nostri pensieri e quello che le nostre parole riescono ad esprimere. Parole che diventano elementi materiali, tattili, che escono dalla nostra bocca per materializzarsi davanti a noi. Lo spettacolo esplora il rapporto tra essere e dover essere che dagli stoici a Hume ha animati il dibattito filosofico.
Per Lucia Giarratana, 33 anni, è la consacrazione di un percorso che l’ha vista formarsi a lungo tra Francia e Germania, danzando, anche, sulla celebre Croisette di Cannes, durante il Festival del Cinema. Un percorso lungo che l’ha vista esibirsi in celebri teatri quali il Politeama di Palermo, lo Chemnitz Theater e il teatro di Cannes.
Lo spettacolo, del quale oltre a essere, come già detto, coreografa è anche costumista e scenografa è andato in scena per la prima volta il 20 maggio scorso a Eisenach con tre repliche, mentre la prima presso il teatro di Meiningen è avvenuta il 23 maggio e in replica il 25 dello stesso mese.
Le musiche di Vincenzo La Palerma, anch’egli agrigentino di San Giovanni Gemini, al quale Lucia Giarratana ha voluto affidare la sua prima composizione teatrale. Artista poliedrico, dj e produttore musicale da anni nel mondo della musica, si approccia per la prima volta alla composizione, dando dimostrazione di grande gusto e sensibilità e componendo delle musiche sulle quali i ballerini hanno potuto sviluppare delle coreografie intense e piene di armonia.
Il corpo di ballo è costituito da Viviana Jakovleski, Paul Kenny, Joadson C. Sousa, Cara Verschraegen, Elena Zanato.
F.P.
Photocredit Carola Hölting e Lorenzo Gatto
COMUNICATO