Approvato dall’UE il progetto della Strauss per i “siciliani europei”

Turn-ON-Europe-and-get-involvedMUSSOMELI – Sentirsi “siciliani europei”. È questa la perfetta sintesi utilizzata dal presidente e project manager Mario Messina per spiegare il nuovo progetto dell’Associazione Culturale Strauss “Turn ON Europe and get involved!”. “Tutti, – aggiunge – a partire dai siciliani, possano sviluppare come innato il senso di appartenenza all’Europa.”
Finanziato all’interno dell’azione 3.2 del Programma Gioventù In Azione, porterà in Sicilia, durante il mese di gennaio 2014, con la prima delle 4 fasi di cui si compone, 14 giovani partecipanti provenienti da Polonia, Croazia, Estonia, Lituania, Islanda, Spagna, Togo, Perù, Messico, Indonesia, India, Colombia, Argentina. L’obiettivo è riunirli nell’abbraccio del Mediterraneo, al fine di sviluppare in loro quel senso d’identità e di cittadinanza europea che, – a detta di Anthony Santangelo, membro della Strauss – “già a partire dalla Sicilia, terra nella quale operiamo, è quasi assente.”
“I giovani sono gli attori primi sul palcoscenico della costruzione dell’Europa del futuro” – aggiunge Roberta Lanzalaco, nuova leva dell’associazione. Non a caso la Strauss punta molto sulla mobilità dei giovani e dei giovani lavoratori, considerandola ingrediente fondamentale dell’integrazione culturale. Lo dimostrano progetti destinati all’accoglienza e all’invio di volontari in tutta l’UE attivati negli ultimi 2 anni.
“Con il nostro progetto – prosegue Mario Messina – ci si aspetta di ottenere evidenti risultati laddove esistono gravi carenze nei sistemi educativi tradizionali e vi è un’insufficienza di sistemi di supporto alla gioventù. Si tratta di regioni presenti nei 4 continenti alcune delle quali abbastanza depresse dalla crisi economica o sottosviluppate. Attraverso un cambiamento propizio della condizione giovanile presso le comunità di riferimento, favorito dall’azione coinvolgente e trainante delle organizzazioni partner capaci di fungere da guida e da garanti nel determinare la partecipazione giovanile alla società civile e la crescita inclusiva dei territori di riferimento. In tal senso il progetto interviene offrendo una prospettiva multiculturale, aperta alle idee ed ai pensieri altrui, diversa rispetto a quella proiettata dalla normale quotidianità.”
E non a caso la prima delle 4 fasi di cui il progetto si compone, ovvero il training course,  ha cioè la funzione di rendere più fluida la cooperazione tra i soggetti partner, fornire agli operatori del settore competenze specifiche in materia di volontariato e partecipazione attiva, e individuare percorsi condivisi che possano agevolare a livello locale l’imprenditoria giovanile e la capacità dei giovani di comprendere meglio i nuovi mercati del lavoro.
Le successive tre fasi, che copriranno tutto il 2014, ultima delle quali verrà realizzata di nuovo in Sicilia, consentiranno di raggiungere un melting pot di realtà e culture tra loro molto diverse e complementari: da quelle latino americane a quelle asiatiche, da quelle europee sino a quelle del continente africano.
Inevitabile lo scambio culturale ed esperienziale che ne deriverà, con i 14 job shadowing, con i seminari/laboratori per i giovani locali e con il seminario finale internazionale, uno dei capisaldi per la promozione del dialogo interculturale e per la comprensione reciproca fra i giovani dei diversi Paesi che, grazie al confronto con le altre culture, impareranno a rispettare ed anzi valorizzare la diversità culturale, contribuendo a sviluppare quel dialogo fra le culture tanto caro all’Unione Europea.