Il CSI Altoplatani replica a Mingoia: “uno su mille insoddisfatto non è neppure fisiologico”

MUSSOMELI – Non poteva tardare la risposta della Presidenza del comitato CSI Altoplatani alle dichiarazioni rilasciate dal dimissionario Daniele Mingoia. Una lunga missiva con cui “tutelare l’immagine del Centro Sportivo Italiano e di chi quotidianamente lavora gratuitamente” – scrivono.
Insomma, se da un lato l’ex responsabile dell’area comunicazione e informazione attacca un sistema che fondamentalmente a suo avviso non valorizza la formazione né dei dirigenti né degli educatori, dall’altro quello stesso sistema ricorre ai numeri per sottolineare l’importanza del proprio operato. “IL CSI non disgrega ma unisce. Basti pensare a quanti giovani praticano lo sport con la nostra associazione. Solo in Sicilia, nell’anno scorso, vi sono state 21.168 praticanti, di cui quasi 1.000 nell’Altoplatani, 4.122 gare e tornei, 21 discipline, 2.417 squadre, 2.889 allenatori ed animatori arbitri, giudici di gara. Non  riusciamo a capire a che titolo parli di formazione e quali siano gli obiettivi che egli voglia perseguire attraverso la sua attività (Vuole la tuta? Da chi? Attacca l’ex presidente regionale senza sapere che non è più in carica ma per che cosa?). Ci dovrebbe invece spiegare quante volte e con quale continuità in un tutta la storia di questo comitato abbia partecipato alle riunioni o alle manifestazioni pur essendo stato sempre chiamato.” Anzi, la Presidenza rincara la dose facendo leva su quei valori per Mingoia “svalorizzati” dal loro fare. “Il CSI ha educato noi che siamo diventati dirigenti ai valori della correttezza, della lealtà e del dibattito attuato nelle giuste sedi e con il giusto equilibrio costruttivo, senza ricorrere a strumenti di pubblica gogna che, nella fattispecie, si rivelano alquanto infantili e che si ritorcono, con nostro grande dispiacere, solo sul buon nome e sulla stima di chi li utilizza.”
La scelta dunque di colui che chiamano “carissimo amico” di affidare le proprie considerazioni alla stampa non è di certo stata condivisa, come prevedibile, da chi quelle considerazioni erano indirizzate, e che vede in quelle parole “un gesto forse dettato dalla convinzione che conseguire l’agognata laurea, raggiunta dopo tanti anni di dure fatiche, dia diritto a pretese nemmeno proprie del presidente nazionale, commettendo però l’errore di voler asservire alle proprie ambizioni personali le finalità di un ente che fa dell’associazionismo e del volontariato gratuito il fulcro della propria azione, e che sta portando questi valori in tutti i comuni del territorio di competenza realizzando eventi sempre più numerosi ed apprezzati.”
E non solo… Forti del loro trascorso, nell’ottica di non “permettere” a nessuno di “scagliarsi gratuitamente” sul loro ente, “protagonista della vita sociale del territorio da più di dieci anni”, concludono: “crediamo anche in questa replica di rappresentare il disappunto della passata dirigenza,  della Presidenza Regionale e dei responsabili nazionali della formazione che sono stati sempre disponibili con il Mingoia (Conferendogli anche onorificenze su proposta di codesta presidenza) ad iscriverlo agli albi nazionali d’ufficio e a cui lo stesso altro non ha fornito che insufficienti  materiali burocratici necessari per attivare le procedure di iscrizione.
Alla luce di ciò  auguriamo all’amico Mingoia cui ancora vogliamo bene, nello spirito cristiano che pervade ed ispira la nostra associazione, i migliori successi nella vita privata e professionale prendendo atto che le nostre strade si separano da oggi e provvedendo alla sua immediata sostituzione, con la consapevolezza di avere la coscienza a posto e l’entusiasmo nel continuare la nostra attività, derivante dal vedere la soddisfazione e la voglia di fare negli occhi di tutti i nostri collaboratori e dei nostri atleti.
Che poi ci sia uno su mille insoddisfatto è da considerarsi come nemmeno di livello fisiologico visto che, per convenzione internazionale, il tasso minimo di fisiologicità di un fenomeno è l’1%.
Buona vita Daniele che Dio ti benedica.”