Vincent Riotta u mussumulisi. L’attore orgoglioso delle sue origini

MUSSOMELI – Si è comportato da perfetto emigrato siciliano, che dopo tanti anni ritorna al paese a far visita a parenti, amici e conoscenti. Vincent Riotta, in verità, era già stato a Mussomeli lo scorso anno, proprio per ritrovare la famiglia d’origine del padre, e in quell’occasione aveva riscoperto l’amore e l’attaccamento per le proprie origini. Così, quando l’Associazione Culturale Symposium presieduta da Salvatore Giardina lo ha invitato a tenere uno stage di recitazione a 16 fortunati aspiranti attori, si è reso disponibile. Il perché lo ha svelato lui stesso nel corso di una conferenza stampa tenuta lunedì presso l’Antica Pasticceria Normanna: “sono venuto per ridare qualcosa alla terra dei miei genitori, per dare qualcosa della mia esperienza di vita.” Accompagnato dalla madre, Giuseppina Tinnirello (nella foto con lui), originaria di Cammarata, ha ascoltato con interesse gli interventi dei vari relatori, a cominciare da Tonino Calà, consulente artistico dell’associazione, che non ha nascosto la sensazione nel conoscerlo di “avere a che fare con un paesano.” Riotta infatti parla bene il dialetto locale, lui stesso ha ammesso: “u mussumulisi u parlu migliu di l’italianu.” Commosso, è riuscito in poche parole a trasmettere ai presenti quell’orgoglio tipico di noi del sud, fieri di appartenere a un popolo che, nonostante l’arretratezza culturale ed economica di cui è sempre stato vittima, ha una ricchezza, un’ironia, un’intelligenza, che si solo chi vive nell’entroterra può a suo avviso possedere, “avendo questo rapporto organico con la propria terra.” Quindi, rivolgendosi ai suoi discenti, “non c’è una bacchetta magica per diventare un attore bravo. – ha concluso – Io posso solo offrirvi una chiave per aprire la passione che c’è in voi.” Un’analisi del clima culturale in cui viviamo l’ha fatta invece Mario Ricotta nel suo intervento. “Sono lusingato – ha detto – per come a Mussomeli, dove non c’è nessun spiraglio a progredire, il teatro come il cinema, avvicina le persone alla cultura, li rende capaci dei propri destini e dei propri sviluppi. Spero che in questo momento riusciamo a creare un centro culturale, – ha continuato – premessa per lo sviluppo del lavoro in Sicilia.” In rappresentanza della neo-amministrazione è intervenuto Mario D’Amico, che ha giustificato l’assenza del sindaco Salvatore Calà per un urgente impegno presso l’Assessorato Regionale al fine di ottenere un grosso finanziamento per una piazza, mentre a nome dei corsisti ha preso la parola Nicoletta Sorge.

[nggallery id=91]