Inaugurazione dei locali Fratres, non senza polemiche

MUSSOMELI – Non è mancata la nota dolente all’inaugurazione dei nuovi locali della Fratres. Da cosa sia scaturita il presidente Silvestre Messina lo ha dichiarato in apertura del suo discorso, in “un breve inciso”, come lui stesso lo ha definito. “Sono apparse notizie sulla stampa stamattina – ha esordito – che noi smentiamo categoricamente. Non sono fonte del nostro pensiero. La Fratres da quando è nata è sempre stata al di fuori delle polemiche, e così vuole restare. E vuole essere un’associazione di solidarietà e non di interessi vari.” E con lo stesso tono ha concluso il suo intervento, sostenendo fermamente che “nessuno deve permettersi di fare strumentalizzazione su questa associazione.” Parentesi a parte, dai dirigenti del gruppo a quelli dell’Asp nissena, tutti hanno voluto sottolineare il grande contributo delle donazioni effettuate a Mussomeli, in quanto il sangue raccolto è sempre stato dirottato a Caltanissetta. Un onore per chi dona, come lo stesso Messina ha cercato di mettere in luce ripercorrendo un po’ quella che è stata la loro attività in questi anni e l’importanza dell’impegno profuso dal manager Paolo Cantaro, dal direttore sanitario Giacomo Sampieri e dal  dirigente medico di presidio Salvatore Mancuso, “per la realizzazione del sogno di una vita”, come scritto negli attestati consegnatigli a titolo di soci benemeriti. “Per noi questa cerimonia ha un significato profondo – ha affermato – perché da quando siamo nati come Fratres, ed io ero tra coloro i quali l’hanno fondata, nel lontano ’78, si è cercato sempre nel corso degli anni di avere dei locali idonei, dei locali conformi alle leggi sanitarie, che ci consentissero di poter operare nella più grande serenità. Le cose sembrano facili, in realtà quando c’è la burocrazia di mezzo le cose si complicano, per cui occorrono magari trent’anni per ottenere questo piccolo grande risultato di oggi. Noi oggi, grazie all’interesse dei vertici e di tutti coloro i quali si sono adoperati per questo progetto, abbiamo ottenuto  il grande risultato di aver premiato la città di Mussomeli, che si è spesa in questi trent’anni crescendo ininterrottamente.   Quando è nata – ha continuato – eravamo 70 donatori, oggi siamo 700. Una grande soddisfazione. Io mi auguro che i vertici aziendali continuino ad aiutarci perché i nostri veri interlocutori non sono la Provincia, da cui riceviamo qualche piccolo contributo, ma loro.” Un aiuto che, dalle parole di Cantaro, di certo non mancherà.  “Quando c’è tanta partecipazione vuol dire che c’è qualcosa in più, – ha subito dichiarato – e questo qualcosa in più io avevo avuto modo di toccarlo con mano in un primo colloquio con il gruppo Fratres di Mussomeli pochi giorni dopo il mio insegnamento. In quell’occasione assunsi degli impegni su questioni che mi sembravano troppo evidenti per non essere presi in giusta considerazione da parte dell’Azienda. Ho avuto tirate le orecchie dopo qualche settimana per la scarsa rapidità dell’azione amministrativa. Abbiamo rimediato, stiamo rimediando, dobbiamo rimediare. E voglio ripartire da un’altra considerazione: un mio ringraziamento a chi fa questa attività. Noi cosa abbiamo fatto? In fondo poca roba. Stiamo dando una stanza dei nostri locali. È un obbligo, è un dovere quello nostro di mettervi nelle condizioni di operare al meglio o comunque in condizioni migliori rispetto a quelle in cui già operavate. Lo facciamo oggi, lo continueremo a fare. Abbiamo un dato eccezionale che è questo dei 700 donatori di Mussomeli, che non è nella ordinarietà. E allora qui c’è motivazione, qui c’è una larga adesione da parte della popolazione, e questo ci deve fare riflettere e pensare, perché certamente Mussomeli ha un cuore più tenero di altri centri, ma soprattutto perché c’è la capacità di chi ha saputo lavorare nella dimensione giusta e far passare quel messaggio indispensabile sulla donazione.” Un messaggio che certamente ha dato e continua a dare i suoi frutti se si pensa che ogni anno l’associazione si arricchisce di una cinquantina di nuovi donatori, riuscendo ad effettuare dalle 80 alle 90 donazioni in più rispetto al passato.