Riotta: Mussomeli vivaio di giovani talenti

MUSSOMELI – Hanno iniziato lo spettacolo conclusivo di un progetto che li ha portati, incontro dopo incontro, a scoprire le proprie origini storico-culturali, intonando l’Inno di Mussomeli. Così i ragazzi che hanno preso parte a Le radici della nostra storia, voluto dai docenti Tonino Calà e Rosalinda Tomasini,  hanno dato l’avvio a un lungo pomeriggio di scenette, proverbi e letture, di un paese, il loro, d’altri tempi. Diretti da Salvatore Giardina, martedì scorso, nella palestra della scuola di via Pola, sono riusciti a racchiudere in spezzoni di vita quotidiana quella sapienza e quella visione del mondo tipici della saggezza popolare. Due ore in loro compagnia per far riaffiorare alla mente del pubblico più grande ricordi legati alla propria infanzia, quand’ancora risuonava l’eco dell’identità mussomelese. Sui testi di Nino Cananella e Maria Sorce Cocuzza, interpretati con impegno dagli studenti, si sono abbattuti gli applausi dei presenti, prima del saluto finale delle autorità. A prendere per primo la parola il dirigente scolastico Mario Barba che ha eserdito: “non ci può essere futuro se non c’è un presente radicato nel passato.” Quindi è toccato al primo cittadino Salvatore Calà, alla sua prima uscita pubblica in un evento di questo genere. “Fin d’ora mi impegno a promuovere e sponsorizzare tutte quelle iniziative a favore della cultura e dello spettacolo. – ha promesso e, presentando alla sua sinistra l’attore Vincent Riotta, – “lui va via, come me, piccolino da Mussomeli, – ha detto – ma entrambi riscopriamo il piacere di ritrovare le nostre origini, anche oggi, in questa manifestazione, attraverso il teatro.” Dal taglio un po’ più politico l’intervento del sindaco di Acquaviva Platani, sede di uno degli Istituti del Paolo Emiliani Giudici. “Caro Salvatore – ha iniziato rivolgendosi al collega e forte di un mandato lungo trentacinque anni – la battaglia politica rispetto a quello che ti aspetta è stata un gioco. Adesso inizia il vero lavoro.” Prima di offrire a tutti gli intervenuti un buffet a base di prodotti tipici della gastronomia locale, quali maccu, pani cunzatu, ‘mbriulati, preparati dalle mamme del quartiere di S. Enrico, a cui è andato il vivo ringraziamento di tutti gli organizzatori, Calà ha tagliato il nastro di una mostra sulla civiltà agricolo-pastorale realizzata grazie al contributo dei signori  Caruso e Falzone .

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