SANTO STEFANO QUISQUINA – Inaugurando un programma che ha per titolo “Lo spirituale nell’arte”, l’unità Pastorale di Santo Stefano Quisquina, intende sperimentare ed offrire un possibile confronto tra la spiritualità e l’arte declinate con le forme espressive del nostro tempo al fine di stimolare una riflessione sull’evoluzione e sui mutamenti comunicativi, nell’affrontare i temi del sacro.

In questo contesto di comunità viva e sensibile, l’introduzione di un’opera d’arte contemporanea in un luogo connotato storicamente, come la Chiesa Madre, intende alimentare esperienze, oggi sempre più diffuse, tra le forme del contemporaneo e i luoghi della spiritualità. La chiesa di San Nicolò di Bari, ha origini chiaramontane nel XIV secolo, sulle cui basi, nel XVIII secolo viene edificata l’attuale armoniosa fabbrica di impianto basilicale, dove trovano luogo opere d’arte pregevoli dei fratelli Manno, Federico Panepinto e una misteriosa copia seicentesca (non attribuita) de La resurrezione di Lazzaro da Guido Reni (Louvre).

L’opera che sarà presentata e ospitata è un dipinto di grandi dimensioni, di Alfonso Leto: artista quisquinese, molto legato al territorio, la cui lunga e costante attività assume valore di originalità e interesse nel contesto dell’arte contemporanea italiana, per la qualità del percorso artistico.

Il dipinto ha per titolo “Getsemani” (opera del 2015, olio su tela, cm. 187 x 240, esposta per la prima volta nel 2018 nella grande retrospettiva dedicata all’artista a Palermo, a Palazzo Sant’Elia, nel contesto di “Palermo Capitale italiana della Cultura”).

Con un linguaggio pittorico contemporaneo, l’opera  intende offrire una rilettura “in controluce” del racconto evangelico dell’Orto degli ulivi, in cui Gesù propone ai suoi discepoli, una sosta in un podere, detto Getsemani («Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare», «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Matteo 36-39).  In questo lavoro di rilettura del testo evangelico, l’artista (non nuovo ad operazioni di riconfigurazione dell’immaginario sacro), sospende il racconto in uno spazio atemporale  e disadorno.

Dal gruppo di giovani presenze dormienti, attorno ad un tavolo, con i loro computer in attività, uno si è distaccato (un giovane con il capo coronato di spine): questi osserva  oltre il confine della stanza un tumultuoso “altrove” che sta per compiersi, come un ineluttabile destino da interpretare.  Soltanto questa presenza, veglia perché è la sola ad esercitare un pensiero e una visione propria; gli altri, per stanchezza o inedia hanno delegato ad altri ‘elaboratori’ la ‘supplenza’ delle loro intelligenze e forse delle loro coscienze critiche sul mondo.

L’opera, esposta nella Chiesa Madre fino al 18 Giugno 2023, sarà presentata dall’Autore, alle ore 18.30, con gli interventi di Don Giuseppe Alotto, Arciprete della Comunità Pastorale e Mons. Ignazio Zambito, Vescovo emerito della diocesi di Patti.

COMUNICATO