Burgio, noto imprenditore a processo per commercio di lumache non tracciate

BURGIO – Accade nel piccolo centro dell’agrigentino. Un noto imprenditore avrebbe infatti messo in commercio e venduto ben 477 chilogrammi di lumache non tracciate, dichiarando che erano state allevate proprio a Burgio. Questa è l’accusa contestata a Ciro Miceli, che andrà a processo per frode in commercio. Come stabilito dal sostituto procuratore, Christian Del Turco, che ha disposto la sua citazione diretta a giudizio, la prima udienza è in programma il prossimo 20 novembre 2020 davanti al Tribunale di Sciacca. Nel processo è parte lesa l’ex moglie dell’imprenditore, Loredana Casciana, medico veterinario, che aveva denunciato l’ex marito. Casciana ha annunciato tramite il suo legale che si costituirà parte civile.

Il Pm Del Turco all’interno del decreto contesta sei episodi commessi dall’imprenditore Miceli, accusato di frode “per l’esercizio dell’attività commerciale ‘Miceli’s snail del dott. Miceli Ciro’, con più condotte esecutive frutto di un medesimo disegno criminoso, consegnava agli acquirenti”. Vendute complessivamente 477 kg di lumache di “origini estere e non tracciare, tra l’altro dichiarando che erano state allevate all’aperto nella località di Burgio. “Purtroppo – afferma Loredana Casciana in una dichiarazione diffusa dal suo legale – questo è un fenomeno dilagante non soltanto in Sicilia, ma anche in tutta Italia e l’elicicoltura rischia di essere compromessa a scapito di allevatori onesti. E’ necessario intensificare i controlli sia all’interno degli allevamenti che durante il trasposto delle lumache”. Ciro Miceli, spiega l’ANSA, è assistito dall’avvocato Giovanni Vaccaro.

Puntuale la replica dell’imprenditore di Burgio, titolare di un’azienda agricola di allevamento di lumache. “Confido di poter dimostrare la mia estraneità all’ipotesi accusatoria della quale hanno parlato oggi varie testate, dopo aver ricevuto la notizia da parte della mia ex moglie Loredana Casciana. La mia azienda ha ottenuto le necessarie autorizzazioni, superato i controlli ed operato nel rispetto della legge. Le lumache sono state apprezzate dai miei clienti e non ho registrato lamentele. Non è la prima volta che la Casciana tenta di danneggiare, attraverso comunicati stampa, la mia figura di uomo e di professionista; tanto che, nei suoi confronti, pendono due distinti procedimenti – presso le Procure di Catania e Caltagirone – per più reati, tra i quali la diffamazione ai miei danni”. Miceli ha poi aggiunto: “Attraverso la difesa tecnica dei miei Legali, avvocati Giovanni e Sergio Vaccaro, mi difenderò nell’unica sede deputata a vagliare quella che – fino a sentenza definitiva – resterà solo un’ipotesi. Continuerò a lavorare col medesimo impegno, fiducioso nell’opera della Magistratura. Sia la stampa, sia l’opinione pubblica sapranno attendere l’esito dell’ipotesi accusatoria, senza allarmi pregiudizievoli”.