AGRIGENTO – Per decenni gli scavi nei dintorni del Parco archeologico della Valle dei Templi hanno rappresentato un’ossessione per tutti gli studiosi convinti che anche l’antica e gloriosa Akragas avesse avuto un suo teatro, anche se, sotto i ripetuti scavi, non se ne è mai trovata traccia. Adesso, la caccia al tesoro ha finalmente portato allo svelamento di un maestoso teatro antico, risalente alle soglie della conquista romana di Agrigento. Una vera e propria svolta destinata a trasformare il senso del sito archeologico che vede affollarsi, proprio in questi giorni, di tecnici, archeologi, studiosi, appassionati, visitatori e studenti. Tra loro anche le classi dell’ I.I.S.S. “Madre Teresa di Calcutta” di Casteltermini e delle altre sedi decentrate.

Gli scavi sono stati concepiti con la formula del “cantiere aperto”, quindi pienamente visitabile da tutti i cittadini e dalle scolaresche coinvolte nei progetti di alternanza scuola lavoro,  ovvero gli stage obbligatori che vedono avvicinare i giovani studenti alla loro prima esperienza lavorativa presso imprese o pubbliche amministrazioni, per 40 ore di attività. Le classi terze del Liceo Scientifico di Cammarata e Casteltermini e del Liceo delle Scienze Umane di S. Stefano Quisquina, si sono alternate nei mesi di ottobre e novembre collaborando agli interventi della campagna di scavo diretta dai docenti dell’Università di Bari e dai tecnici del Parco archeologico. Un impegno che investe i ragazzi di differenti responsabilità, grazie alla creazione di gruppi di lavoro che si occupano di due diversi aspetti del Parco Valle dei templi, alternando le mansioni per tutto l’iter formativo: mentre alcuni sono impegnati in una fase analitica destinata a misurare la customer satisfaction del Parco, altri partecipano alle operazioni che permetteranno di riportare alla luce il poderoso teatro, il cui diametro di struttura semicircolare ad anello è intorno ai 100 metri.

 

«Gli studenti stanno partecipando alla pulizia, lavaggio e ad una prima catalogazione dei reperti ritrovati – spiega il professor Luigi Scibetta, responsabile del progetto scuola-lavoro delle classi di Cammarata – e sono già tanti i rinvenimenti a cui abbiamo assistito, tra laterizi, maschere, ossa animali e ceramiche di diversi tipi. Affiancati da tutor, gli studenti sono stati formati e qualificati alle diverse mansioni. Dopo un primo modulo incentrato sulla sicurezza negli ambienti di lavoro – continua Scibetta – un archeologo del Parco ha tenuto approfondimenti su archeologia e rilievo». Mentre si procede nella valutazione di ipotesi sull’organizzazione della città ellenistica, i reperti portati alla luce suggeriscono che proprio nell’area dei lavori doveva trovarsi il limite meridionale della zona pubblica della città antica, un impianto che ben si inserisce in quelle che erano le tendenze ellenistiche del Mediterraneo.

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Ad un mese dall’inizio degli interventi per disseppellire il teatro, quello che emerge è un vero e proprio tesoro di strutture e materiali: suppellettili in ceramica, oggetti realizzati con conchiglie, lucerne e unguentari, al cui rinvenimento gli studenti dei sicani potranno dire di aver contribuito grazie ad un lavoro che richiede grade delicatezza, metodo e infinita pazienza. La stessa a cui si sono ancorati i sogni degli archeologi che per decenni hanno rincorso il mito della poderosa Akragas sepolta per più di 2000 anni.