PALERMO – Il Piano ministeriale di dimensionamento scolastico, motivo di preoccupazione per alunni e per docenti che potrebbero subire conseguenze in merito alla loro titolarità, potrebbe subire una battuta di arresto. La V commissione ARS Cultura, Formazione e Lavoro, ha approvato l’atto di indirizzo in materia di “dimensionamento scolastico nelle aree interne della Sicilia”, chiedendo una proroga all’attuazione del piano che, di fatto, ridisegna la geografia degli Istituti scolastici delle aree interne siciliane.

Il documento, tiene conto della progressiva chiusura degli Istituti scolastici siti in aree svantaggiate, e della disastrosa situazione viaria e stradale dell’entroterra siciliano, privo di un’adeguata rete ferroviaria utile agli studenti al raggiungimento di altri sedi scolastiche lontane dai propri comuni. l’atto costituisce un impegno per il governo regionale “ad adottare gli atti necessari affinché si ottenga una moratoria di un anno sugli accorpamenti degli istituti scolastici di ogni odine e grado nelle cinque aree interne della Sicilia allo scopo di compiere un’accurata riflessione sul ridimensionamento scolastico in relazione alle caratteristiche dei territori e delle reti stradali in attesa dell’adozione delle agende territoriali. Durante l’anno di deroga, propone il documento, si dovranno elaborare proposte da portare a conoscenza dell’ars e da sottoporre ai competenti Uffici dello Stato.

Le linee guida sul dimensionamento scolastico, determinano, ad oggi, l’accorpamento di diversi istituti anche di diverso ordine e grado, e impongono alle scuole che aspirino all’autonomia di avere un numero minimo di 600 alunni per gli istituti secondari di secondo grado e 1000 alunni per i nuovi istituti comprensivi. Nell’art.19 comma 4 del DL 98/2011 si stabilisce, infatti, che “Per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall’anno scolastico 2011-2012 la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti compresivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.

Nel comma 5 del succitato articolo si precisa inoltre che “Alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 500 unità, ridotto fino a 300 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, non possono essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Le stesse sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome”.