Via al viaggio dei rifiuti dei comuni Sicani verso Siculiana

La proclamazione delle nuove rotte della spazzatura inaugurano l’ennesima emergenza estiva in tema di rifiuti: partono i viaggi della speranza per centinaia di migliaia di tonnellate di immondizia attraverso il sistema viario siciliano ridotto ad un colabrodo. In qualche caso gli autocompattatori viaggeranno per oltre 300 chilometri, un viaggio costoso che non sempre i mezzi saranno in grado di coprire.

“Dopo la chiusura della discarica di Sciacca, e adesso Siculiana, è inammissibile che il Comune di S.Stefano Quisquina è costretto ad andare a conferire i rifiuti a Lentini con ulteriori ed insostenibili costi”, commenta il sindaco del comune sicano, Francesco Cascciatore. È la stessa sorte che accomuna decine di altri centri dell’agrigentino, dove già i sindaci sono sul piede di guerra per quella tratta che sposterebbe il viaggio dei rifiuti da Siculiana a Lentini: oltre ad Agrigento ci sono Alessandria della Rocca, Aragona, Bivona, Burgio, Calamoniaci, Caltabellotta, Camastra, Cammarata, Campobello di Licata, Canicattì, Casteltermini, Castrofilippo, Cattolica Eraclea, Cianciana, Comitini, Favara, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lampedusa e Linosa, Licata, Lucca Sicula, Menfi, Montallegro, Montevago, Naro, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Ravanusa, Realmonte, Ribera, Sambuca di Sicilia, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Santa Margherita Belice, Sant’Angelo Muxaro, Santo Stefano Quisquina, Sciacca, Siculiana, Villafranca Sicula.

“L’idea di trasportare migliaia di tonnellate di rifiuti ogni giorno dalle province di Agrigento e Trapani fino alla provincia di Siracusa, è semplicemente assurda” dice Giovanni Panepinto, vicepresidente del gruppo PD all’Ars. “La decisione del governo nazionale e l’atteggiamento silente del governo regionale – aggiunge Panepinto – che non ha peraltro vigilato e obbligato i gestori di discariche a dotarsi del TBM (trattamento biologico meccanico) contribuiscono a determinare un danno ambientale in Sicilia, l’aumento dei costi a carico dei cittadini e la sensazione ormai costante di approssimazione e inefficienza. Il governo regionale chieda una proroga al governo nazionale per l’adeguamento delle discariche e imponga ai gestori di dotarsi immediatamente dei macchinari necessari al trattamento dei rifiuti”. Panepinto ha chiesto inoltre all’assessore regionale all’Energia ed al dirigente competente di “riferire urgentemente in commissione Ambiente e Territorio all’Ars sulla situazione attuale”.

Secondo l’assessore Vania Contrafattogli sforzi e i sacrifici che faremo nei prossimi mesi – conclude – consegneranno alle future generazioni una Regione più pulita, più moderna e più bella”

Nonostante le emergenze, i comuni più penalizzati dalle nuove decisioni in materia di rifiuti sono tuttavia quelli più virtuosi nella realizzazione della differenziata. Come riporta Live Sicilia, Bivona con il 54,4 per cento il comune con la più alta percentuale di differenziata nell’Agrigentino, dove sono nove i comuni che hanno superato il 40 per cento. Tra questi Lucca Sicula (53,2), Stefano Quisquina (48,3), Calamonaci (45,1), Villafranca Sicula (44,6) e Cianciana (44,1). Ma la situazione in provincia nel 2014 era tutt’altro che rosea. Oltre la metà dei comuni non superava il 10 per cento di differenziata. Le percentuali peggiori a Montallegro (1,1 per cento), Sant’Angelo Muxaro (1,8) Porto Empedocle (2,0), Santa Elisabetta (2,1) e Palma di Montechiaro (2,6).