Una lettera da un sognatore

Riceviamo e pubblichiamo.

” Inizio con un caloroso saluto a tutti,  voglio esprimere il mio augurio di buon lavoro al nuovo Sindaco e a tutta l’amministrazione che verrà eletta.

Mi chiamo Nicola, ho 38 anni e sono nativo di Cammarata. Sono  uno dei tanti giovani emigrati al nord ormai da  16 anni (anni che furono), anni in cui pieno di sogni e voglia di raggiungere degli obiettivi feci la  valigia come tanti e: ” pronti,  partenza  via!  Via in tutti i sensi. Nel senso di sentirmi e vedermi libero, di assaporare la libertà, di toccarla con mano e vederla, vedermi scegliere, o quasi sentirmi costretto a farlo.

A 20 anni giustamente  prevalgono i sogni, e guai se non fosse così,  tutti  hanno diritto a sognare, ma  se dove vivi non c’è lavoro è impossibile esprimere la propria Libertà, e di conseguenza se devi inseguire i tuoi sogni sei obbligato  ad andartene,  in cerca di nuovi orizzonti, verticali, oblique scelte,  qualunque cosa, insomma, diversa dal posto nel quale vivevo e dove ero costretto a restare, che in quel caso sarebbe stato sinonimo di soccombere, e la libertà se ti senti chiuso in una gabbia non ha valore, infatti ti fa volare via, via da dove sei nato e col dubbio che un giorno potrai almeno riposarci in pace.

Era il 1999 quando presi  quell’aereo e lasciai la mia isola per cercarne un’altra, quella che ha detta di tutti “non c’è” come nella famosa favola. Per la prima volta arrivai in una delle regioni più ricche d’Italia, almeno così dicevano. Mi ritengo  fortunato rispetto ad altri, oggi in questa regione, anch’essa martoriata da scelte scellerate e poco chiare, vedo aprirsi ferite da curare e da lasciare in eredità alle  nuove generazioni. Ma in questa regione ho trovato anche tante possibilità, una parola nuova, e tante  belle  persone, le stesse che diventarono nuovi amici e adesso “famiglia”, ma nonostante io sia felice qui dove ho potuto esprimere  la mia Libertà, rimane il fatto che il prezzo  delle mie scelte è tatuato non solo sulla mia pelle, ma anche sulla vostra, un tatuaggio  che seppur  invisibile  si vivacizza ed evidenzia con il passare del tempo, un tatuaggio che vedo nella pelle di vecchi e bambini, uomini e donne sconfitti. Tutto questo, non mi piace perché   mi ricorda che sono passati 20 lunghi anni in cui è cambiato molto poco, troppo poco,o forse sarebbe  più corretto dire, niente di quello che speravo per la bella gioventù che fiorisce di anno in anno. E’ arrivato il momento che questa responsabilità qualcuno inizi a sentirsela addosso, e inizi  a remare contro questa scellerata  realtà che toglie ogni speranza e che  impone di allontanarsi dalla famiglia e dalla terra dove si nasce solo perché  i sogni hanno dei limiti! Mi pesa e mi dispiace che da  lontano devo  assistere  allo stesso  spettacolo che dura già da diverse generazioni, scusatemi se mi intrometto,  scusatemi se può sembrare che ce l’abbia  con qualcuno,in realta non è cosi, ma pur capendo le mille difficoltà che un piccolo comune può avere,  non voglio più chiedermi il  perchè tante cose non funzionano, il perchè l’esodo giovanile  deve rimanere una delle tante piaghe di Cammarata.  Purtroppo io di questa piaga  ne faccio parte, come ne fanno parte migliaia di ragazzi e ragazze, QUALCUNO SPEZZI QUESTA CATENA  o rimarremo solo dei numeri per misurare il tasso di disoccupazione, “dei numeri in guerra”, dove i deboli rimarranno senza  speranze e  brilleranno  giusto un attimo, per  poi tornare nell’uscurità,  ognuno di noi è complice di questo gioco impossibile, ormai  rimane solo la libertà di amare per ritornare a vivere,e  vivere sembra essere  diventato un rimedio alla paura.

La vita è un dono prezioso,e durante questa tutti commetteremo degli errori,tutti avremo qualcosa di cui pentirci, e tutti per riscattarci dovremmo usare una parte del nostro tempo e delle nostre capacità per lasciare un segno positivo verso il prossimo, il tempo che ci è concesso purtroppo ha una scadenza, quindi nessuno si può più permettere di rimandare,  soprattutto adesso che possiamo dire per certo che molto poco  è cambiato in un lasso di tempo cosi ampio.  Non molto tempo fa, mi sono trovato davanti ad una locandina dove il Comune erogava dei contributi  per  chi metteva in cantiere dei figli, detta così uno potrebbe dire cosa ammirevole,  ma dipende da che angolazione si guarda la cosa, io penso che i figli devono essere figli dell’Amore, e preferirei che qualcuno poi si occupasse anche del  loro futuro.  E’ ora di tamponare questa  ferita aperta da 30 lunghi anni ,(quelli che io ho potuto vedere coi miei occhi) è il momento di curare questa ferita che abbiamo fatto finta di non vedere e riconoscere ma che è sempre stata oggetto di campagna elettorale di generazione in generazione.  Questa è una catena che peserà  soprattutto alla nostra fede. La  responsabilità di chi amministra ora più che mai  dovrà  essere quella di aiutare a realizzare un mondo più vicino alle nuove generazioni e alle  loro esigenze, fornendo loro tutti i mezzi necessari, se non avviene questo cambiamento che deve essere affiancato soprattutto da buone dosi di cultura, sogneremo per altri 20 anni e rimarremo con un pugno di mosche in mano.  Recuperate i  talenti che se ne sono andati negli ultimi 10 anni,create dei progetti più vicini a loro e all’esperienza che hanno maturato, esistono tanti nuovi lavori che possono favorire crescita e lavoro locale, è l’unica arma con la quale possiamo combattere per difendere il nostro territorio da questa crisi che nessuno anche  a livello nazionale riesce a risolvere. Anche qui al Nord  il tasso di disoccupazione giovanile ha toccato picchi storici, questo dato dal 2008 purtroppo tende a crescere, al Nord non c’è più lavoro neanche per i nativi, ma soprattutto  non c’è più per altri “terroni”.  Nel mio  Dna ci sono le mie origini e ne vorrei essere  fiero, c’è anche la  mia cultura cammaratese,  i valori che la mia famiglia ha saputo trasmettermi senza mai ostacolare la mia libertà, rimane il fatto che per sentirmi più libero e realizzare alcuni  dei miei  sogni me ne sono dovuto andare, e chi  se ne è andato come me,  l’ha fatto  perchè costretto a uscire da quella maledetta gabbia che ancora nessuno vuole riconoscere.  Per me e tanti altri ormai è andata cosi, ma chi amministra ha il dovere di frenare e provare a cambiare  le regole del gioco, o quantomeno iniziare a  provarci.. Un pensiero va, e ci tengo a sottolinearlo, a chi in quella  gabbia ci  ha resistito, ho visto  tanta gente non arrendersi, tanti ragazzi che per non prendere un aereo si sono messi in gioco per non scappare dalla terra dove sono nati, una vera e propria  resistenza alla sopravvivenza che gli ha  insegnato  solo l’abitudine di accontentarsi.

Il passato ormai è passato,e rimarrà passato per sempre, nei secoli dei secoli Amen. Ma dal passato bisogna anche imparare qualcosa, perché  altrimenti prima o poi sbatteremo contro un iceberg, finiranno i pensionati, quelli che anziché godersi la loro pensione con serenità, si sono dovuti accollare il peso di questa maledetta crisi  sostenuto  una gran parte di economia locale e in alcuni casi si sono fatti carico di aiutare  figli e nipoti disoccupati, a loro tanta della mia stima e gratitudine. Quando   finiranno anche i giovani se nessuno farà nulla per iniziare a combattere l’esodo giovanile ormai  percepito addirittura come  normalità culturale, mi chiedo cosa rimarrà di Cammarata?  Questo quadro non so a voi, ma a me spaventa e mi porta a riflettere, per  noi la pensione se mai ci arriveremo  ci sarà concessa  a 70 anni,  e oggi nell’anno 2015  non siamo sicuri se quella pensione ci basterà per sopravvivere. Senza economia purtroppo si muore anche nell’anima, se non si crea lavoro rimarremo arenati  in quella catena ormai arrugginita. Nel frattempo il nostro territorio continua ad essere svuotato  delle  risorse più importanti, quelle  sulle quali probabilmente  bisognerebbe investire, ma nessuno l’ha mai fatto abbastanza, infatti i numeri parlano chiaro, poca occupazione e tanta disoccupazione in un lasso di tempo cosi ampio. Iniziamo ad abbandonare  l’idea che i giovani finiti gli studi devono andarsene, non si può più tollerare, bisogna inventarsi qualcosa per intervenire su questa falla che nessuno mai  e riuscito a risolvere  con esiti  risolutivi.  Mi chiedo  quanti giovani di Cammarata sparsi in tutta Italia e all’estero,  se avessero avuto qualche possibilità in più se ne sarebbero  andati, chissà!  Sicuramente molti meno di quelli  che se ne sono dovuti andare costretti dalla  voglia di potersi esprimere, chissà quanti per inseguire dei sogni,e chissà quanti( ne conosco parecchi ) per dare un futuro diverso ai propri figli. La domanda è:  siamo sicuri che non si possa fare di più rispetto a quello che si è fatto? Io non posso sapere, e io non ricordo, vivo al Nord da 16 anni, so solo che anche se  non  potrò votare per queste elezioni  amministrative che ritengo molto importanti , sento di dire la mia, perché  sono Cammaratese e che  lo vogliate o no, faccio parte di questa storia.

In realtà  vi dico cari Cammaratesi,  perché  anche voi avete delle responsabilità non di poco conto, lamentarsi senza far nulla di concreto è come stare in balia di un gommone a  mare aperto  e  aspettare che prima o poi arrivi il mago Zurli a salvarci, in poche parole come aspettare una manna dal cielo,concetto inutile per chi non ha fede e per chi non rispetta il prossimo rimanendo nell’abitudine di vivere alla giornata senza mai muovere un dito.  E voi giovani che mi state a cuore piu di tutti, iniziate a pretendere di sognare li dove nascete, prima o poi il sogno si risveglia,e avrà un tale appetito che si vedrà costretto a rimettersi in viaggio  per potersi  procurare il nutrimento necessario ed essere pronto a potersi confrontare con qualunque tipo di realtà, è giusto,e gia sulla vostra pelle avete pagato per questo, per potersela cavare  però avrà bisogno di essere creduto e sostenuto,e che comunque vada, possa contare sulla vostra determinazione.  Se osservate bene  scoprirete  che vi assomiglia assai,la ragione è chiara, siete stati voi che lo avete voluto  cosi, voi che gli avete impresso questi connotati, peso e statura pari ai vostri desideri e alle vostre ambizioni, e quindi imparate a crescerlo bene. Non fategli mancare nulla, e quando il vostro viso sarà disseminato di rughe, la vostra anima al contrario sarà ancora fresca e capace di slanci, ciò vorrà dire che avrete lavorato bene, pertanto tenetelo lontano da agenti inquinanti primo fra tutti la gelosia, somministratela con cautela per evitare effetti indesiderati come l’abitudine, e nel caso foste sprovvisti di un sogno, affrettatevi a procurarvene uno, perché  vivere senza sogni,  è come vivere in bianco e nero.

In bocca al lupo e buon lavoro a tutti i giovani che hanno intrapreso l’impegno di fare politica e  di provare a migliorare la vita di tutti, quando vedete un bambino chiedetegli cosa vuole fare da grande, il vostro compito dovrà essere di ascoltare e costruire un mondo dove potranno esprimere la loro libertà senza necessariamente  condannarli ad andarsene da Cammarata. Quel bambino un giorno sarà vostro figlio o vostro nipote, ed è il dono piu grande che Dio ci dona ogni giorno,adesso è nostro compito prenderci cura soprattutto del loro futuro.

Buon Lavoro a Tutti.

Nicola Todaro.