“Vogliamo essere sudditi o cittadini?” Gherardo Colombo al liceo di Cammarata

Gherardo Colombo e l'EcomostroCAMMARATA – “Vedendo quella cosa lì mi sono un po’ seccato”: pagherebbe volentieri più tasse l’ex magistrato Gherardo Colombo pur di non assistere a sprechi ingiustificati di denaro pubblico. “Quella cosa lì” è la strada, per meglio dire avrebbe dovuto essere la strada che collega il quartiere periferico “Gionguarna” di Cammarata alla parte più centrale del paese: in realtà, si tratta di una delle opere “incompiute” che campeggiano in Sicilia e della quale – da oltre vent’anni – ci sono soltanto dei piloni, quasi un monumento allo spreco edilizio. E proprio questo particolare del paesaggio – che si intravede fuori dalle finestre della palestra del liceo scientifico di Cammarata – ha colpito subito l’attenzione del consigliere del cda Rai Gherardo Colombo, noto alle cronache per la sua lunga carriera di pubblico ministero a Milano e per le numerose indagini che lo hanno visto protagonista, dal delitto di Giorgio Ambrosoli alla scoperta dell’esistenza della Loggia massonica P2, dalla celeberrima “Mani pulite” ai processi Imi-Sir/Lodo Mondadori/Sme.

Stamattina, a partire dalle 10, Colombo ha incontrato gli studenti del liceo scientifico – a cui si sono aggiunti alcuni studenti di un liceo classico agrigentino e quelli delle quinte classi dell’Ipia di Cammarata. La manifestazione si inserisce nel “Progetto lettura/incontro con l’autore”, che ha previsto un iter di preparazione iniziato lo scorso anno scolastico, con la lettura delle principali opere dell’ex magistrato dalla quale ha preso il via la mattinata fatta di domande poste dai ragazzi sulle tematiche della giustizia, della democrazia, della libertà, del valore e del rispetto delle regole.

Dal 2007 – anno in cui rassegna le dimissioni al Consiglio Superiore della Magistratura e al Ministero di Grazia e Giustizia – Gherardo Colombo gira le scuole italiane, dalle elementari alle superiori, per diffondere la cultura e l’educazione alla legalità. Questo suo impegno gli è valso nel 2008 il premio nazionale “Cultura della Pace”.

Gherardo ColomboProprio da “quella cosa lì” è partito Colombo per intessere con gli studenti un dialogo che lo ha visto interagire con una platea forse non abituata a un oratore “non convenzionale” come lui: dopo i saluti di rito da parte delle autorità scolastiche, l’ex magistrato si è alzato e – microfono alla mano – ha iniziato a girare per la palestra chiamando in causa direttamente loro, gli studenti. Numerosi gli spunti di riflessione: le domande hanno toccato gli argomenti principali dei libri di Colombo (in particolare Democrazia e Sulle regole), dando il via a una discussione vivace e ricca di stimoli.

“Vogliamo essere cittadini o sudditi?: dipende da noi! E’ necessario che ciascuno si carichi le proprie responsabilità e si inizi a lavorare perché l’Italia sia davvero una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, ha esordito Gherardo Colombo a proposito dei primi articoli della nostra Costituzione. E sempre in riferimento alla nostra Carta Costituzionale, ha chiesto agli studenti di fare tutti insieme un esperimento immaginario: se fossimo stati catapultati di colpo nel 1935 e guardando alla storia del mondo avessimo dovuto dire su quale principio si fosse basata la società fino a quel momento, cosa avremmo potuto rispondere? “Il principio fondante delle regole del vivere associato è il disconoscimento reciproco, la discriminazione”: dall’Atene “democratica” di Pericle, alle monarchie assolute e costituzionali fra XVII e XIX secolo, ai regimi dittatoriali del Novecento. “L’articolo 3 della nostra Costituzione rovescia secolo di discriminazione e ci dice che tutti siamo liberi allo stesso modo”.

Sul senso dello studio di alcune materie scolastiche quali il Greco o il Latino a scapito dell’Educazione civica, Colombo risponde: “Per poter scegliere è necessario sapere: c’è una relazione strettissima fra libertà e conoscenza, soltanto il sapere ci permette di operare delle scelte consapevoli. Non possiamo cercare giustificazioni per rimanere immobili. La consecutio temporum e i costrutti della lingua greca non ci serviranno certo per parlare correntemente lingue così antiche, ma ci permettono di inserirci all’interno della logica, ci insegnano a ragionare”, ha sottolineato Colombo alla luce anche dei suoi studi classici.

Gherardo ColomboImportante anche il riferimento al concetto relazionale di libertà, al quale l’ex magistrato è arrivato attraverso un altro esperimento immaginario: “Immaginiamo di essere catapultati su un’isola deserta. Saremmo soli e potenzialmente potremmo fare ciò che volgiamo. Ma se ci riflettiamo, saremmo limitati dal fatto di non beneficiare delle reti sociali in cui siamo immersi e di cui non possiamo fare a meno perché l’uomo è un animale sociale”. In quanto al ruolo poi che ciascuno riveste all’interno della società e ai rapporti che regolano le relazioni, anche a scuola, Colombo senza pensarci su afferma che “i cittadini si distinguono solo per la funzione e non per il potere che esercitano: tutti hanno pari dignità”.

Alle domande sull’attualità più scottante il commento è stato uno solo: “Il sistema in cui viviamo è certamente da rifondare e lo si può fare solo se i cittadini – a partire da noi che siamo qui oggi – si impegnano a farlo. E’ necessario partecipare alla politica in senso forte”. E’ importante viaggiare, fare esperienze di studio all’estero? “Si, conoscere è la chiave per comprendere e cambiare. Bisogna diventare molto competenti per poter dare una mano al nostro Paese, per davvero. E’ molto importante andare fuori con il desiderio di apprendere e non con la voglia di fuggire. Altrimenti si abbandonerebbe soltanto la propria terra a se stessa. Si fa più fatica – è vero – ma proprio questo ci deve dare lo stimolo di fare di più e meglio”.

“Auguri per il vostro futuro”: con un semplice commiato si è chiusa una giornata particolarmente ricca di spunti di riflessione per i ragazzi ma anche – e sopratutto – per i numerosi adulti presenti.

(foto: Enzo Li Gregni)