Tradizioni dolciarie: I pupi ccu l’ova

CAMMARATA –  Ogni stagione ha i propri frutti, le sue erbe i suoi frutti, così come ogni festa ha i propri profumi, colori e anche cibi caratteristici. E di quelle atmosfere ci ricorderemo sempre, soprattutto quando da piccoli  abbiamo avuto la possibilità di vivere momenti particolari della festa, sebbene semplici. I ricordi della festa di Pasqua sono molti, fra questi, in questi giorni  mi è venuto in mente quello della preparazione dei dolci tipici, dolci unici e buoni: i ppupi ccu l’ova . Mia nonna si copriva il capo con un grande fazzoletto, indossava il grembiule e poi le sue mani esperte sistemavano la farina, aggiungevano il lievito naturale e cominciava a lavorare l’impasto. Poi metteva  la sugna, qualche volta invece l’olio d’oliva, e continuava a lavorare, mentre le uova cuocevano in una pentola dove l’acqua borbottava. Le uova sode venivano fatte raffreddare e poi si procedeva a confezionare le diverse forme dei dolci:  ciciruni, palummedda e panaredda. Sopra di ognuno veniva spennellata la glassa e poi la diavulina  o il pistacchio. Il giorno di Pasqua venivano mangiati con molto gusto e anche alcuni giorni dopo.   Questi dolci appartengono alla nostra storia, alla nostra bella tradizione che purtroppo sembra essere un po’  trascurata.