Province abolite: entro l’anno saranno sostituite dai liberi consorzi

È storia. Nonostante le innumerevoli espressioni di opposizione, dentro e fuori dall’aula parlamentare, l’Ars ha approvato il maxi-emendamento della maggioranza che abolisce le Province regionali: la Sicilia è la prima regione d’Italia ad avvicinarsi concretamente ad una rivoluzione del genere. Il ddl, che prevede la soppressione delle Province e la creazione dei Consorzi di Comuni, sospende anche le elezioni previste a fine maggio per il rinnovo dei consigli provinciali. Manca solo l’approvazione finale che avverrà nella seduta di mercoledì 20 marzo alle ore 16, «per dare a ogni deputato – ha detto il presidente Ardizzone – la possibilità di esprimere la propria opinione di un testo che è una vera riforma istituzionale». Ma si tratta di una formalità, in seguito alla quale il processo di trasformazione dell’intera Isola sarà ufficiale: gli enti saranno commissariati ed entro il 31 dicembre dovranno essere sostituiti, con una nuova legge, da liberi consorzi di comuni. Per i consorzi dei comuni sono previste elezioni di secondo grado, dunque i componenti saranno indicati dai sindaci e non ci saranno più elezioni per presidenti di Provincia e consiglieri. In realtà un sub-emendamento presentato dal deputato Pd Mario Alloro richiedeva anche per i Consorzi, la modalità “classica” di elezione: ma la proposta è stata bocciata.

Canta vittoria Rosario Crocetta mentre i grillini – rimasti silenziosi durante le quattro ore di seduta scandite da tantissimi tentativi di ostruzionismo – gli fanno da eco, raggianti di felicità per un successo che attribuiscono al Movimento 5 stelle: «Siamo un modello per l’Italia», commenta  il capogruppo, Giancarlo Cancelleri, che aggiunge, «La Sicilia è la prima regione che cancella le province. Siamo passati da ultimi della classe a pionieri nella lotta contro gli sprechi e agli enti inutili».

Il maxi-emendamento a firma dei capigruppo di Pd, Udc e lista Crocetta, è stato riscritto tenendo conto di alcune osservazioni fatte nei giorni scorsi dal commissario dello Stato (venuto appositamente a Palermo per segnalare una procedura anticostituzionale), e adesso è stato approvato con 53 sì e 28 no, con voto segreto. Il gruppo 5 stelle ha votato in linea con la maggioranza, mentre contrario all’abolizione delle Province è il Pdl, che puntava sul mantenimento degli enti e la riduzione dei costi: «A oggi in Sicilia ci sono 9 Province, di cui 3 sono Province “metropolitane”, – spiega il  coordinatore provinciale del Pdl di Enna, Edoardo Leanza – con il disegno di legge ‘Crocetta’, che stabilisce che il territorio dei liberi consorzi debba comprendere una popolazione di almeno 150.000 abitanti, si potrebbe potenzialmente arrivare alla nascita di 33 liberi Consorzi a cui si aggiungerebbero le 3 Città metropolitane. Più che a una semplificazione – aggiunge Leanza – assisteremo alla nuova proliferazione di enti». Alle critiche del partito di centrodestra risponde il Movimento 5 stelle che,  a battaglia vinta,  porta il deputato grillino Giannina Ciancio a dichiarare: «Ill Pdl ha bloccato l’aula per quattro ore, i deputati sono intervenuti con un atteggiamento ostile, eppure proprio questo partito nel suo programma nazionale si schiera per l’abolizione delle Province».

Di «svolta per la Sicilia e per il Paese» parlano il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo e il capogruppo Baldo Gucciardi, firmatario del maxi-emendamento. Soddisfatto anche il segretario regionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia: «La riforma era nel nostro programma». Mentre per il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone (Udc), «il Parlamento siciliano ha dato un bel messaggio al Paese». Per il deputato del Pdl, Salvino Caputo, invece «l’eliminazione delle Province regionali creerà situazioni di vuoto giuridico ed amministrativo con la conseguente paralisi di servizi importanti e il nascere di costosi contenziosi». Con l’abolizione degli enti provinciali il governo Crocetta calcola un risparmio di circa 50 milioni di euro.