7 chili di grano per un litro di carburante! «I disagi avvicinino la gente comune agli agricoltori»

Nei distributori non si trova più carburante, sugli scaffali dei supermercati non si trovano gli alimenti di prima necessità. La primavera siciliana unisce nelle rivendicazioni e nei disagi.
Qualcuno ironizza provocatorio “e ora che si mangia?” “Pane e pomodoro?”
Qualcun altro ne sarebbe seriamente ben disposto e del resto, se per uno strano caso del destino ci trovassimo realmente a dovere mangiare tutti pane e pomodoro, forse la società potrebbe iniziare a riflettere sul serio su come si producono.
L’era del consumismo ci fa dare tutto per scontato, anche ciò che mangiamo.
Entrambi i nostri alimenti simbolo vengono dalla terra.
La terra si coltiva con i mezzi agricoli. Questi ultimi vanno a carburante.
Un contadino per acquistare 100 litri di carburante, quello che mediamente gli occorre per una giornata di lavoro nei campi, deve produrre a monte 600-700 chili di grano.
Il costo di una giornata lavorativa è di 50-70 euro, che tradotti in grano sono 150-300 chili.
Una macchina agricola costa 300.000 chili di grano, per non parlare degli ulteriori costi di concime, diserbo e consulenze.
Chi vive di agricoltura deve ammortizzare tutti questi costi col prodotto della terra. Sa che deve produrre circa 400.000 chili di grano solo per sopperire alle spese. E non sa ancora se l’annata sarà buona e se il mercato accoglierà l’eventuale produzione.
L’agricoltore sembra essere, inoltre, l’unico lavoratore con nessuna voce in capitolo circa la definizione dei prezzi dei prodotti che produce. Basti pensare al costo del grano di 20 centesimi al chilo, a paragone di quello del pane, che in alcuni comuni siciliani sfiora i 2,40 euro al chilo.
«Nel grande disagio scaturito dall’impossibilità di fare carburante o di acquistare un prodotto alimentare, la società civile trovi lo spunto per riflettere sulle condizioni in cui versano tanti agricoltori siciliani – afferma Salvatore Pecoraro, agricoltore del Comitato Spontaneo di Prizzi, uno dei tanti che da stamane blocca la PA-AG ad altezza del bivio di Lercara Friddi – e trovi una motivazione in più per sostenere la protesta e scendere in strada al fianco dei lavoratori della terra».
Intanto c’è attesa circa l’incontro tra i rappresentanti dei lavoratori in sommossa e quelli delle maggiori istituzioni dell’isola.
Chissà se costoro davanti ad una fetta di pane e pomodoro si son posti le nostre stesse domande.
«Ciò che è certo – ci dice il coordinatore di Terra è Vita Pino D’Angelo – è che il Governo ha pensato di risolvere la crisi con provvedimenti che peggiorano le già negativissime condizioni delle aziende siciliane, vittime di uno Stato che dovrebbe tutelarle e delle multinazionali».

La foto è di Hojjat Bagchighi