Mussomeli sperimenta la riforma regionale sanitaria. Inaugurato il CAL

MUSSOMELI – Un incontro partecipato ha preceduto il taglio del nastro da parte della giovane Vanessa D’Andrea, simbolo dei dializzati del Vallone, per l’inaugurazione del Centro dialisi dell’Ospedale Longo di Mussomeli. Qualche ora di confronto a Palazzo Sgadari in cui ha fare gli onori di casa è stato il dirigente dell’ASP nissena Paolo Cantaro.
LE DICHIARAZIONI DI CANTARO – A lui il compito di ringraziare ad uno ad uno tutti coloro che con il loro lavoro hanno consentito la realizzazione di un progetto così importante. Non solo i tecnici progettisti della provincia nissena che hanno elaborato il progetto o il personale medico-infermieristico specializzato che già si occupa dei pazienti, ma anche l’imprenditore locale Giuseppe Lanzalaco e la BCC San Giuseppe che, con le loro donazioni, hanno contribuito al completamento della struttura. “Questo centro è il segno e il segnale che la sanità siciliana è in movimento – ha detto – che la nostra Regione si sta adoperando per la salvaguardia della salute delle persone.” Quindi ha rimarcato l’affidabilità del servizio per controbattere ai tentativi di “boicottaggio” dei centri privati del territorio che nei giorni scorsi avevano diffuso notizie false sulla sicurezza delle prestazioni sanitarie. “Abbiamo curato ogni aspetto per assicurare la migliore assistenza ai pazienti, dalle apparecchiature di ultima generazione al comfort dei locali. – ha affermato – L’attività del centro è già iniziata con ottimi risultati e tra qualche settimana saremo in grado di assicurare le prestazioni dialitiche sia di mattina che di pomeriggio, raggiungendo così le 300 prestazioni mensili.”
CARATTERISTICHE DEL CENTRO – Insomma, un servizio efficiente che fa di Mussomeli il centro nevralgico del Vallone, con una struttura per dializzati con  otto posti letto di cui uno per pazienti AU positivo, per trattamenti HD/HDF per dialisi in ago doppio e singolo, a doppia filtrazione, con allarmi di sicurezza per crisi ipotensive intradialitiche e blocco automatico della reinfusione a fine dialisi.
LA POSIZIONE DI RUSSO – “Avviciniamo la sanità ai cittadini – ha detto l’assessore regionale Massimo Russo – portando i servizi sanitari in quei territori dove abbiamo riscontrato storiche lacune assistenziali. Anche questo centro dialisi di Mussomeli è uno dei tanti tasselli di una riforma che si basa sull’organizzazione, sulla programmazione e sulla effettiva conoscenza dei fabbisogni. Come già avvenuto in altre parti della Sicilia, abbiamo ascoltato le istanze del territorio, dando una risposta di salute efficiente e moderna”.
CONCLUSIONI – Una richiesta ascoltata quella dei dializzati del Vallone, che sembrava impossibile rendere reale, come confessato dal sindaco Salvatore Calà nel suo intervento. “Due anni fa – ha ammesso – ero scettico sulla realizzazione di un’opera così importante. Oggi sono stato smentito dai fatti. Il partenariato allargato tra associazioni, politica e istituzioni ha funzionato.” Ma la mattinata è stata anche l’occasione per ricordare i tre dializzati mussomelesi che purtroppo non ce l’hanno fatta: Sebastiano Diliberto, Calogero Tona e Giuseppe Ciappelli. A chiedere per loro un momento di silenzio Giuseppe Misuraca, segretario provinciale dell’Associazione Nazionale Emodializzati. All’incontro, tenutosi a Palazzo Sgadari, sono intervenuti pure Giancarlo Grasso, responsabile U.O. Nefrologia e Dialisi P.O. S. Elia, Vito Sparacino, responsabile Centro Regionale Trapianti, Salvatore Bianca, segretario regionale Associazione Nazionale Emodializzati.
LA CGIL – Presente anche la CGIL di Mussomeli che in un documento a firma del segretario Salvatore Cardinale, e dei rappresentanti RSU CGIL P.O. Mussomeli Lillo Polito e Giuseppe Butticè, oltre a congratularsi per la  “buona amministrazione sanitaria” operata con l’apertura del centro dialisi, ha ricordato che tanto deve essere ancora fatto. “Tra le cose ancora da realizzare – scrivono – e che riteniamo prioritarie ci sono: l’istituzione di un Centro trasfusionale autonomo, seppur sempre dipendente da quello dell’ospedale S. Elia, in modo tale di evitare, come spesso purtroppo accade in situazioni di emergenza, che da Mussomeli si debbano spostare a Caltanissetta o un’ambulanza o, cosa non di rado, una gazzella dei Carabinieri per integrare di sangue l’ospedale; la riattivazione del servizio di Endoscopia Digestiva, magari creando una sezione staccata  della Divisione di Endoscopia Digestiva del P.O. di San Cataldo per evitare quello che purtroppo accade adesso. Infatti ad oggi  i degenti del nostro presidio sono costretti a spostarsi con quotidiana frequenza e a bordo di obsolete ambulanze da Mussomeli a San Cataldo percorrendo circa 50 chilometri di strada tutt’altro che agevole con notevole disagio per gli stessi. A tale problematica, tenuto conto che esistono all’interno del nostro ospedale sia le professionalità in grado di eseguire detti esami che lo strumentario necessario si potrebbe dare risposta in tempi brevi, o in alternativa ovviare all’inconveniente facendo spostare, in sedute programmate, un endoscopista da San Cataldo A Mussomeli.” Infine, altra nota dolente, la carenza di personale: da almeno una unità tecnica al servizio del reparto di radiologia clinica, alla copertura dei posti vacanti del comparto non dirigenziale, e nello specifico tecnici per il laboratorio analisi. Altro aspetto toccato l’insufficienza di personale ausiliario. “A tal proposito – aggiungono – spiace ricordare che il personale ausiliario della ex ASL 2, e stato il solo a non aver effettuato i corsi di formazione per “operatori socio sanitari” previsti dal Decreto Assessoriale Regionale alla Sanità del 07/08/2002 e ciò nonostante le diverse sollecitazioni in merito delle OO.SS. di categoria e le promesse dell’allora management aziendale che però come spesso accade  tali sono rimaste.” Non è mancato poi un ringraziamento per aver consentito la riconferma del punto nascite dell’Ospedale Longo.

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