In arrivo “Il Mito della Lanterna”. Intervista allo scrittore Jim Tatano

VILLALBA – Atmosfere di mistero ed un velo di esoterismo nel nuovo libro dello scrittore villalbese Jim Tatano. Dopo il suo esordio con “Il Magico Giardino” (2009), il giovane autore torna con una storia dove sogni, intrighi e domande inquietano la vita di un giornalista e speaker radiofonico. Giorgio Araldi, protagonista di una storia piena di misteri, incontri e scoperte affascinanti, segue l’ordine impartitogli durante la sua confusione onirica da un anonimo uomo incappucciato e si ritrova a cercare un enigmatica Lanterna. L’unico modo per scoprire la verità è cercare di capire i simboli d’un sogno che non da pace. Cos’è la Lanterna? Come e dove trovarla? Le risposte sono contenute nel romanzo “Il Mito della Lanterna” che sarà edito nel giugno del 2012 acquistabile anche comodamente online.Lo scrittore Jim Tatano

L’autore, nell’attesa, anticipa alcune curiosità che potranno anche essere delle guide o chiavi di lettura per un romanzo carico di simbologia.

Jim avverte che i nomi dei suoi personaggi “sono molto, molto particolari” e che il libro, “è avvolto in un’aura di mistero e da un velo di esoterismo, come emerge già dal titolo”.  E sibillinamente l’autore ci dice che, “dopo tante peripezie, il protagonista riuscirà a trovare la Lanterna, che resterà per sempre colpito dall’arcano più sconvolgente della sua vita”.

Il romanzo sarà editato non a pagamento dalla casa editrice comasca Il Ciliegio edizione.

Già su Facebook salgono le iscrizioni alla pagina dell’autore che conta più di 400 iscritti ed è anche nato il gruppo dedicato al nuovo romanzo “Il Mito della Lanterna”.

Così giovane, ventisette anni appena compiuti, e già all’attivo ben due libri in meno di 3 anni.

In passato una cosa del genere non stupiva affatto e sono centinaia i casi in cui scrittori, musicisti, filosofi e artisti in genere alla mia età erano già affermati. Per fare un solo esempio, Mameli a 21-22 anni compose l’inno d’Italia e non mi sembra che ne sia venuta fuori un opera immatura.  Oggi, i giovani hanno bisogna di fiducia, cose che i vecchi che non voglio andare in pensione non vogliono fare.

Dove è ambientato in tuo racconto e in che periodo?

Il periodo è qualcosa di molto simile all’epoca attuale. Il luogo all’inizio in un non-luogo, una cittadina senza nome che potrebbe somiglia a tante altre, ma alla fine in una città che tutto il mondo conosce. E credo d’aver detto tanto.

Perché hai scelto, come protagonista della tua storia, la figura di un giornalista e speaker radiofonico?

Perché volevo creare un personaggio che lavorasse con le parola, sia scritta che orale. Ma non un superuomo, bensì un uomo comune, ordinario come sono in fondo le persone veramente speciali. E del resto si chiama Araldi ed è l’araldo, il messaggero, della sua misteriosissima e personale avventura, e questo già la dice lunga…

Ci sarà qualche speculazione filosofia?

Il protagonista de “Il Mito della Lanterna” va alla ricerca di significati, di simboli onirici ed esoterici che devono illuminarlo – è il caso di dirlo – per rivelargli qualche Sapere, quindi se questa è filosofia la mia risposta è senz’altro sì. Ma ci sarà anche altro, molto altro che ovviamente  non posso rivelare così preso. Mancano ancora molti mesi dell’uscita..

A chi ti rivolgi con questo nuovo lavoro?

A tutti gli amanti della fantasia, dei sogni, delle avventure misteriose, dei giochi della mente e degli enigmi che fanno pensare e sorridere. Ad un pubblico colto, ad un pubblico d’élite e ad uno comune, a grandi e piccoli lettori ognuno accostandosi con la suo propria chiave di lettura potrà cogliere un intimo significato morale dalla vicenda che narro. Direi, inoltre, che sarei un ipocrita ad affermare che scrivo solo per me; la verità è che lancio un messaggio a nuclei di lettori che – spero – avranno una piacevole lettura.

Nel titolo usi la parola “mito”. Perché?

Le definizioni di mito sono molte, ma qualcosa le unisce tutte nei punti saldi della tradizione che di delinea nel raccontare, in primis, qualcosa che ha un carattere di sacralità quasi iniziatica, in un determinato conteso socio-culturale. È il raccontare l’origine, l’inizio di tutto, di uno specifico avvenimento che (oggi) ha dell’incredibile e a cui di seve dare un senso – anche intimo. Ovviamente col tempo il termine ha cambiato anche significato, e si è esteso anche ad altro, ma la mia intenzione è raccontare come facevano gli Antichi, in chiave se non attuale, almeno moderna.

È vero che c’è un enigma da svelare al di là della trama e del testo stesso?

Sì, ma solo chi avrà buon occhio lo noterà, perché pur essendo nascosto e molto evidente…e non aggiungo altro.

Esiste qualche legame, anche sottile, che crea una linea di continuità con il tuo precedente romanzo?

No, nessuno. Forse il Mito è scritto con più maturità.