AL DIRETTORE GENERALE
DOTT. GIUSEPPE DI CARLO
DELLA ASL n.1 DI AGRIGENTO
e p.c. AL SITO WWW. MAGAZE. IT
e p.c. AL GIORNALE CARTA VETRATA
Cammarata li 14/03/08
Illustrissimo Direttore, a scriverle è la figlia di due anziani pensionati invalidi ,con condizioni di salute molto precarie, protagonisti di una spiacevole vicenda, avvenuta all’interno degli organismi della sua Asl. Il 14 Marzo, i miei due anziani genitori, si sono recati presso il poliambulatorio di Cammarata per una visita ortopedica e incredibilmente sono stati umiliati, e cacciati via, davanti a tante persone, dal dottore e l’impiegata, che vi lavorano pagati dallo stato , (che poi siamo noi) e che dovrebbero garantire un servizio di cortesia e gentilezza, specialmente a persone indifese come sono gli anziani . Ora le racconto: Mia madre (74 anni) ha grossi problemi di osteoporosi, soffre di forti dolori alle ossa soprattutto alle ginocchia , tanto che ormai può camminare solo con la stampella. Da anni è sotto cura di questo Ortopedico ambulatoriale che riceve, per appuntamento, ogni venerdì . Il nostro ultimo appuntamento era stato fissato per il primo febbraio ma poiché il dottore in questione non era potuto venire, eravamo stati invitati a tornare fra 15 giorni, perché il venerdì successivo si sarebbe creata molta confusione. Venerdì dopo venerdì il dottore continuava ad assentarsi e poiché mia madre lamentava forti dolori, su mio consiglio, si è recata da un altro ortopedico a Palermo che dopo una fugace visita , pagata 150 euro, le ha prescritto 6 punture del costo di 30 euro ciascuna, da fare direttamente nelle ginocchia . Per fargliele chiedeva 50 euro a puntura senza considerare poi le difficoltà della paziente in questione di recarsi settimanalmente a Palermo viste le sue scarse condizioni di salute. Mia madre allora ritornata dall’Ortopedico del nostro ambulatorio,presenta la suddetta prescrizione, con l’intento di chiedere un parere, ma dopo aver appurato che non era una delle sue ricette,il dottore pagato dallo Stato, va su tutte le furie e quasi urlando dice alla sua paziente. – queste punture vada a farsele fare da chi gliele ha prescritte!!! Poi alzatosi, ha aperto la porta e spingendola l’ha buttata fuori gridando ancora: – vada via, non ho tempo da perdere -, prendendo come scusa il fatto che mia madre era senza appuntamento. Il tutto avviene davanti lo sguardo perplesso e stupito di altri pazienti in attesa nella sala. Mia madre,confusa e disperata, accompagnata dal marito (78 anni), si reca allora presso l’impiegata che si occupa da sempre di fissare gli appuntamenti, chiedendole di controllare la lista e confermare il fatto che il suo appuntamento più volte rimandato risaliva al primo febbraio.Ma ahime, anche qui, anziché aiuto si ritrova difronte un impiegata furiosa e urlatrice che la butta fuori dalla stanza, senza darle possibilità di parlare. Questo è il racconto che tra le lacrime, mi ha fatto mia madre, che tra l’altro quel giorno è stata pure male, accusando tachicardia e senso di svenimento , essendo ormai il suo cuore ridotto male per problemi di aritmia. Io non chiedo vendetta , ma un po’ di giustizia e delle semplici scuse, perché gli anziani malati hanno bisogno di protezione: giorno per giorno hanno a che fare con la vecchiaia e la sofferenza , e si ritrovano ad affrontarla da soli. Lasciamogli le porte aperte, non per buttarli fuori ma per farli entrare. Avevo già sentito di casi come questo che le sto raccontando oggi, e mi ero proprio dispiaciuta, ma stavolta è toccato ai miei genitori , persone umili e buone e mi sono proprio indignata. Confido in lei, Dott. Di Carlo, in qualità di direttore generale di questa ASL per un intervento incisivo a favore dei più deboli. Cordialmente: una figlia per i suoi genitori. Sig.ra Iacolino Lucia