EXPO MILANO – Continua la “settimana Sicana” ad Expo e si entra sempre più nel vivo delle manifestazioni e degli eventi che stanno facendo conoscere le peculiarità del territorio a tutti i curiosi che scelgono di soffermarsi al Cluster Bio Meditarraneo.
Altri due giorni densi di appuntamenti, tra degustazioni e show cooking che svelano alcuni segreti della cucina siciliana raccontando la storia dei menù proposti. A conquistare i palati dei visitatori la classica caponata siciliana e la ricotta al forno, ma anche un delizioso e tenero cosciotto d’agnello dei Monti Sicani e una freschissima granita al limone. Tanti i panel dedicati all’approfondimento delle particolarità enogastronomiche siciliane, dunque, ma non solo: le delegazioni del Gal Sicani – che in questi giorni si stanno alternando per animare lo spazio del Cluster – e i diversi rappresentanti delle associazioni stanno continuando a raccontare le loro esperienze nel territorio, mentre gli operatori turistici incontrano sempre più tour operator.
“Stiamo raccontando un territorio vasto che ha molto da dire, sono ben 32 comuni e ognuno si differenzia dagli altri per storia, tradizioni, identità culturale, oltre che per gli aspetti ambientali, dato che si va dalla costa agrigentina all’entroterra palermitano” spiega Salvatore Sanzeri, Presidente del Gal Sicani.
Tra gli interventi quello di Giuseppe Gullo e Saverio Cudia che hanno descritto le peculiarità della Valle del Sosio, raccontando della nascita del progetto “Sicani Tourist” che ha coinvolto un gruppo di giovani spinti dal desiderio di creare opportunità di lavoro nel loro luogo di origine e di mettere in rete alcuni paesini del palermitano, Bisacquino, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina e Giuliana. Particolare attenzione ha suscitato il loro racconto, tanto che i due rappresentanti sono stati intervistati da “America Oggi”, quotidiano in lingua italiana redatto e pubblicato negli Stati Uniti. Durante l’intervista il giornalista si é soffermato sulla possibilità di far nascere nel territorio sicano un tipo di turismo cosiddetto “di radici”, rivolto, cioè, alla comunità italo-americana che volesse conoscere o riscoprire le proprie origini.
Protagonisti indiscussi della giornata di ieri anche i vini della Valle del Belìce, prodotti tra Contessa Entellina, Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia e Santa Margherita Belìce. Al Cluster Bio Mediterraneo è andato in scena un percorso di degustazione di vini e i presenti, guidati da Gori Sparacino e dall’enologo Dott. Giardina dell’Istituto regionale “Viti e Vino”, hanno potuto gustare i vini della “Strada del vino – Terre Sicane“, compiendo un vero e proprio itinerario attraverso le conoscenze di una tradizione vitivinicola che ha radici lontanissime. “Un vino così inebriante – ha spiegato Giardina- che si degusta con il naso”. A presentare il loro territorio alcuni sindaci: Leo Ciaccio ha raccontato la sua Sambuca di Sicilia, terra di vino, ricca di siti archeologici, storici e artistici, che ancora testimonia l’impronta araba con i suoi “Vicoli Saraceni” e la “fortezza Mazzallakk” sul Lago Arancio; di origini saracene anche Santa Margherita Belìce che, come ha ricordato il Sindaco Franco Valenti nel corso della sua presentazione, è conosciuta nel mondo per essere stata la città che ispirò Giuseppe Tomasi di Lampedusa nella scrittura del “Gattopardo“; infine il Sindaco di Montevago e Vice Presidente del Gal, Calogero Valenti, ha chiuso gli interventi raccontando della sua città come città d’arte, conosciuta per il “Sole Deposto” dell’artista Giò Pomodoro, “L’abbraccio” di Lorenzo Cascio, le opere di Panella e i mosaici dell’artista rumeno Marin Deaconu.
Presenti anche alcuni rappresentanti dei Monti Sicani, tra cui il vice-sindaco Mirco Cinà del Comune di Bivona che ha illustrato le caratteristiche della pesca di Bivona (dal 2014 gode del marchio IGP), nota anche come Pescabivona o Montagnola, una particolare varietà della specie Prunus Persica prodotta in un’area collinare e montana. La varietà è di media pezzatura, con polpa bianca e soda, non di rado solcata da venature rosee tendenti al rosso, con un sapore dolce e aromatico, il cui profumo si distingue da quello della maggior parte delle altre pesche prodotte nel resto d’Italia. Per l’associazione “Nuove Idee” di Palazzo Adriano era presente Nicola Granà, che ha raccontato attraverso immagini uno dei territori tra i più affascinanti dei Monti Sicani e parlato del suo progetto Sicani Experience, nato dalla voglia di valorizzare la ruralità del territorio, attraverso la creazione di itinerari rurali e percorsi tematici. Un panel su percorsi religiosi (l’Itinerarium Rosali), tradizioni e usi locali, alberghi diffusi e trekking sui sicani è stato infine tenuto da Giuseppe Adamo della Pro Loco di Santo Stefano Quisquina.
Tra uno show cooking e l’altro, grazie al supplemento video, gli chef hanno passato rassegna le caratteristiche di numerosi prodotti della terra, tra questi le ciliegie di Chiusa Sclafani, il delicato olio della Valle del Verdura, tra Burgio, Lucca Sicula, Villafranca, Calamonaci e Caltabellotta e i formaggi di Santo Stefano Quisquina, Cammarata e San Giovanni Gemini.