Gesù Nazareno 2014: la lettera dell’arciprete Don Luca Restivo

SAN GIOVANNI GEMINI –  Pubblichiamo la lettera che l’arciprete di San Giovanni Gemini, Don Luca Restivo, ha letto sabato sera in occasione della benedizione della processione del Carro Trionfale di Gesù Nazareno.

 

LETTERA A GESU’ NAZARENO
Carissimi cittadini di sangiovannesi e cammaratesi, cari emigrati rientrati per la festa, gentili forestieri, fratelli e sorelle tutti per la stessa fede in Dio e devozione di suo Figlio Gesù Nazareno, lontani e ammalati, uniti a noi attraverso le frequenze di Radio Gemini e magaze. A nome della comunità ecclesiale, vi saluto tutti con l’amore e la pace di Gesù Nazareno il Crocifisso che oggi insieme festeggiamo. Accogliamo una ricca e bella tradizione che i nostri antenati ci hanno lasciato in eredità e vogliamo gelosamente custodirla e a nostra volta fedelmente trasmetterla. Per vivere questo momento di grande fede e festa insieme, apro le Scritture per comprendere il senso del nostra stare qui, a contemplare la bellezza e la maestosità di questo carro trionfale: «Faranno dunque un’arca di legno; la rivestirai dentro e fuori la rivestirai e le fari intorno un bordo luminoso. Fonderai per essa quattro anelli e li fisserai ai suoi quattro piedi. Farai anche delle stanghe di legno d’acacia, e le rivestirai d’oro. Presso l’arca mi incontrerò con te e parlerò con te; in mezzo ai due cherubini ti darò i miei ordini per gli israeliti» (Cfr. Es 25, 10-40). Dinanzi a questo Carro, o caro Gesù Nazareno, ci stiamo incontrando e desidero parlarti, leggendoti questa mia lettera, ben sapendo che l’ascolterai volentieri e attentamente insieme ai miei fratelli e sorelle che in questo momento mi stanno prestando ascolto. Caro Gesù Nazareno, siamo in un periodo particolare della vita della nostra città, come tante altre. Anche per noi, questo è tempo di crisi, anche di fede e di valori e non solo economico-finanziaria. Sono d’accordo con chi afferma che la crisi in fondo è dovuta al fatto che va au¬mentando la distanza tra noi uomini e Te. Oggi Tu stai diventando un fuggevole ri¬cordo sempre più sbiadito, così che si pensa che possiamo vivere e agire senza di Te, non considerando la tua Parola, con il risultato che vanno incrementando la disonestà, l’inganno, il latrocinio, i compromessi, la prostituzione, l’uso dell’alcool e l’uso e lo spaccio della droga, il pettegolezzo, la maldicenza, tra¬sformando i rapporti umani, come in una corrida, dove a essere scornati sono i deboli e gli onesti. È proprio vero che, quando Ti met¬tiamo da parte, Signore, noi uomini non riusciamo ad intenderci più tra noi. C’è crisi, è vero, ma, Gesù Nazareno, come si spiega l’aumento del consumo di droga, del consumo di alcool, del dif¬fondersi dei gratta e vinci, comprese quelle d’azzardo? Non lascia perplessi tanta disponibilità di denaro nelle mani di adolescenti, giovani e adulti? Non è che gli adulti falsamente prima l’incoraggiano e poi li distruggono? Se rimproveriamo ai ragazzi di essere privi di valori, non ti pare che è responsabilità anche degli adulti? Gli adulti, molte volte a noi giovani, ci riempiono le tasche per tapparci la bocca e ci svuotano il cervello! Lasciati confidare, Gesù Nazareno, che spesso ci sentiamo come Te nell’orto degli ulivi: soli, abbandonati e tante volte traditi nelle nostre giustificate attese, soprattutto per la mancanza di lavoro. Dimmi, o Gesù Nazareno: non condividi anche Tu il legit¬timo desiderio di molti di un lavoro che dia dignità, che sia giustamente retribuito, senza frodi, ri¬catti o “lecchinaggi”, e soprattutto che sia presente in questa terra, sempre mortificata, senza dover emigrare? Desi¬derare di beneficiare di un’assistenza sanitaria che sia capace di prendersi davvero cura del malato? Di avere un credito legale dalle banche senza ve¬nire legalmente strozzati? Di essere serviti da una burocrazia celere e amica, che non ci intrappoli nei cavilli che spesso la rivelano nemica? Eppure, caro Gesù Nazareno, è anche vero che mentre esigiamo dagli altri ciò che è legittimo, spesso anche noi veniamo meno ai doveri di giustizia, di attenzione e al rispetto alle cose di tutti, di puntualità al lavoro, allo studio, parliamo più di diritti che di doveri… Però, o Gesù Nazareno, Tu ti meravigli che preferiamo chiudere gli occhi, e tacere e subire, mentre Tu non sei stato accondiscendente all’Erode e al Pilato di turno e ci hai dimostrato qual è la via della verità. Aiutaci a percorrerla!!! Tu ci chiedi che facciamo diventare la crisi tempo di opportu¬nità, occa¬sione favorevole. Per noi che leggiamo la storia, – la nostra storia – come storia di Dio e degli uomini, essa può generare “nuovi stili di vita”, può farci diventare più umani e fraterni, può essere un segno per la conversione a Dio e alla sua giustizia, per decidere finalmente insieme per il bene comune. Aprici gli occhi e il cuore, dacci il coraggio di scegliere il bene, facci scrollare di dosso quella terribile affermazione che sussurra alle orecchie e che ci fa dire: “se vuoi cambiare le cose, lasciale come sono, tanto non cambierà nulla”! Caro Gesù Nazareno, concludo questa mia lettera, permettendo a questo Carro Trionfale che attraversi il cuore del nostro paese, ne percorra la via più antica, passi e solchi i cuori dei fedeli devoti e di un popolo grato che acclama con fede e amore a Te, gloriosamente e maestosamente rappresentato e raffigurato nella potenza della tua resurrezione con Padre Nostro… E gridammu insieme: Viva Gesù Nazareno!!!