Rivoluzione digitale nelle scuole dei Monti Sicani: arrivano i registri elettronici

MONTI SICANI – Anche se non è ancora obbligatorio per via di alcuni aspetti da definire – firma elettronica per i docenti in primo luogo – molte delle scuole dei Monti Sicani hanno adottato il registro elettronico.

Voti, assenze, note e programmi diranno addio a carta e penna, ai “quadernoni blu” che costituivano l’incubo peggiore di alunni e studenti: adesso saranno annotati on line, su appositi software che le scuole hanno acquistato – o lo faranno a breve – e che recheranno traccia delle carriere scolastiche.

E’ un ulteriore passo verso quella “razionalizzazione della spesa pubblica” perseguita dal decreto Monti un anno fa, dopo le pagelle in formato elettronico e le iscrizioni online. Un provvedimento che sarebbe dovuto entrare in vigore già nel 2012/2013, ma che, per numerose difficoltà – vere o ipotizzate – è stato trasformato in transitorio. Nonostante l’obbligatorietà fosse slittata all’anno scolastico 2013/2014, le scuole sono in forte ritardo e le famiglie ancora disinformate sul nuovo strumento didattico. Al punto che le scuole che sono sprovviste del nuovo registro online hanno dovuto mantenere quello tradizionale di classe, per consentire agli insegnanti di firmare la presenza mentre in alcune zone il collegamento a Internet in dotazione alle scuole non è in grado di gestire il traffico ulteriore provocato da questa innovazione. Risultato: l’obbligatorietà del registro elettronico, prevista a settembre fino a pochi mesi fa, è slittata dunque al prossimo anno, 2014/2015. Ma in parecchi istituti, considerato che prima o poi si dovrà utilizzare, hanno iniziato a sperimentare il registro online in alcune o addirittura tutte le classi. E i problemi non mancano. Primo fra tutti quello relativo alle connessioni e alle reti scolastiche che spesso non riescono a supportare tutti gli accessi giornalieri. Per consentire alle famiglie di visionare “in tempo reale” voti, assenze, ritardi, note disciplinari e comunicazioni della scuola gli istituti si avvalgono spesso di programmi gestiti da server esterni. Il problema delle connessioni è un aspetto da non sottovalutare: in parecchi zone dei Monti Sicani la banda larga non è stata ancora introdotta e si viaggia a velocità “reali” di 5 o al massimo 20 mega. Troppo lenta per gestire le informazioni di decine di classi e centinaia di alunni in contemporanea. C’è poi, come anticipato, la questione della firma digitale. Per eliminare completamente i registri bisognerebbe fornire a tutti i docenti il kit della firma digitale, il cui costo varia da 30 a 150 euro all’anno. In media, per una firma digitale sicura basta spendere 50/60 euro, ma il ministero dell’Istruzione la fornisce soltanto ai capi d’istituto e ai segretari: i Direttori dei servizi amministrativi.

Per questa ragione, anche nelle scuola ipertecnologiche d’Italia la firma dell’insegnante viene ancora apposta all’antica: sul tradizionale registro cartaceo che viene poi conservato. Soltanto in questo modo viene certificata la presenza del docente in classe. Per assicurare tutti i docenti italiani di forma digitale, il Ministero dovrebbe spendere qualcosa come 50 milioni di euro all’anno. Ma proprio in questo momento di crisi non se ne parla.

Numerosi sono i vantaggi che deriverebbero dall’introduzione del registro elettronico: il prof potrà elaborare una cartella personale per ogni alunno, incrociando i dati con quelli dei colleghi; potrà creare grafici e statistiche sull’andamento dell’alunno e della classe.