Le tradizioni della Settimana Santa ad Alessandria della Rocca

ALESSANDRIA DELLA ROCCA – Nel paese di Alessandria della Rocca la Pasqua è un momento molto atteso; per i fedeli è il momento della rinascita spirituale, essa avviene tramite la confessione e la meditazione interiore, aiutata dai riti religiosi tradizionali nelle giornate della Settimana Santa.

immagine in evidenzaLa Pasqua apre le porte alla primavera che tradizionalmente è la stagione della rinascita, i contadini attendono i frutti del seminato e si affidano con preghiera e devozione al Salvatore per l’auspicio di un buon raccolto e di una buona annata.

La Domenica della Palme apre la Settimana Santa con la<< Benedizione della Palme>>. La tradizione vuole che la Palma e l’Ulivo benedetti, simboli di pace e di serenità, vadano conservati in casa, spesso nelle stanze da letto per vegliare sulla salute e sulle famiglie.

Il Giovedì Santo i riti si svolgono all’interno della Chiesa Madre dove la sera è celebrata la Santa Messa in “Coena Domini” ed effettuato il rito della lavanda dei piedi. I protagonisti sono i confratelli dell’ <<Arciconfraternita SS. Sacramento>> che nel corso della celebrazione si sottopongono alla lavanda dei piedi. Alla fine della celebrazione segue l’adorazione eucaristica che si prolunga fino a mezzanotte, spesso intercalata dalla lettura di brani evangelici o dalla recitazione del “Santo Rosario”.

Il Venerdì Santo è giorno di lutto, la mattina si riuniscono i fedeli in Chiesa Madre per accompagnare in “Via Crucis” il <<Cristo con la Croce>> in una silenziosa processione fatta di fermate periodiche che ripropongono le cosiddette “stazioni della Via Crucis” e di momenti dedicati alla riflessione con il sottofondo delle marce funebri intonate dalla Banda Musicale.

Intorno alle 11.00 si arriva ai “quattro canti” punto di congiunzione tra la Via Roma, dove ha sede la Chiesa Madre che tiene in custodia il Simulacro del Cristo con la Croce, e la via Umberto, la via della Chiesa del Crocifisso che custodisce per la settimana santa il simulacro della “Madonna Addolorata”, accompagnato al Crocifisso in processione, esattamente una settimana prima. La tradizione alessandrina vuole che i due simulacri si incontrino in questo punto di congiunzione, in ricordo dell’incontro che Gesù nel corso della sua Via Crucis fa con la Madre. L’incontro prevede un congiungimento tra le due confraternite: i confratelli e le consorelle della “SS. Addolorata”, assieme, l’uno affianco all’altra, procedono la ripida salita verso il Calvario, “a la cruci”, culmine della Via Roma, punto più alto del centro abitato. Qui si procede con la messa in croce del Cristo ad opera dei confratelli, mentre l’Addolorata è posizionata ai piedi della croce, contornata dalle consorelle e affiancata dalla banda musicale che, una volta messo in croce il Cristo, intonerà il canto “Ah si versate lacrime”.

La sera intorno alle 21.00 avviene la deposizione del Cristo dalla Croce e la lunga processione verso la Chiesa Madre che conclude la Via Crucis. Qui di solito viene cantato dai confratelli o dai cantori esperti il “lamento funebre”, negli anni questa tradizione si è un pò persa, sia per la scomparsa dei cantori professionisti sia perchè non sono molti i giovani che si avvicinano a queste espressioni di folklore, nonostante ciò negli ultimi anni alcuni giovani accompagnati dai sapienti conoscitori hanno ripreso la tradizione esibendosi alla fine della processione.

Il Sabato Santo è dedicato alle confessioni e alla preghiera, la Chiesa Madre rimane aperta tutto il giorno per permettere ai fedeli di recarsi nel luogo sacro, questo durante il periodo pasquale è decorato con piante sempreverdi ed in particolar modo da non sottovalutare è la presenza del “Lavureddu” il frumento ancora verde seminato durante la quaresima, simbolo della rinascita ma anche dell’unione fraterna;  fino a qualche anno fa era il mezzo tramite cui “li cummari” ,che avevano avuto dei disguidi familiari o personali si riunivano in pace, attraverso la consegna del “lavureddu”. La sera nello stesso luogo sacro si celebra la Veglia Pasquale che ha inizio con l’accensione del cero pasquale nel cortiletto della Chiesa, qui si accendono le candele che andranno ad illuminare il luogo buio per un primo momento della Veglia donando emozioni e forti suggestioni ai tanti cittadini che partecipano. Il Cristo Risorto fa la sua comparsa a mezzanotte quando, scoperto dal telo, dà il via al canto “Cristo è risorto, Alleluia ” e, mentre le campane annunciano la risurrezione al paese, il Cristo si presenta ai fedeli adornato dei simboli pasquali, tenendo in mano le spighe di grano verde, un mazzo di fave e fiori di campo che allo stesso tempo vengono portati in offertorio per adornare la Chiesa.

Il momento più atteso rimane comunque l’incontro della Domenica di Pasqua, quando il “Signore Risorto” nel centro della via Roma, di fronte a centinaia di cittadini e fedeli fa la sua corsa verso la “Maddonna”, che spogliata del suo manto nero illumina gli occhi con il suo celeste abito. La corsa dei due simulacri culmina nel bacio dei piedi, tre volte si abbassa la Madre ai piedi del Figlio, e questo gesto viene ripetuto tante altre volte quante sono le chiesa del paese, in una veloce processione i confratelli e le consorelle con i due simulacri, la banda e i fedeli si recano di fronte alle Chiese del centro per effettuare il gesto del “bacio dei piedi” per ritornare infine di fronte la Chiesa Madre e concludere così la Pasqua del Signore.