Ricordato per il centenario dalla morte, il cammaratese padre Timoteo Longo

Timoteo longoIeri 25  febbraio è stato ricordato in tutti i conventi delle suore domenicane del Sacro Cuore, in Italia e all’estero, il centenario della morte del loro fondatore, il domenicano cammaratese p. Timoteo Longo. Nelle chiese è stato esposto il suo ritratto ed hanno avuto luogo celebrazioni commemorative. Egli nacque a Cammarata il 26 novembre 1835 e fu battezzato col nome di Carlo. Entrò nell’ordine domenicano nel 1851 e compì il noviziato nel convento di Sciacca. Tra il 1853 e il 1857 studiò filosofia e teologia a Roma, nel convento di S. Sabina, e a Viterbo, nel convento di S. Maria della Quercia. Qui emise la professione nel 1856. Ritornato in Sicilia, seguì dal 1857 i corsi di specializzazione nel collegio di Noto, dove fu ordinato prete nel 1859. Negli anni seguenti svolse le sue attività nello stesso collegio e a La Valletta, nell’isola di Malta, come docente e a Caltagirone e a Palermo come predicatore. La soppressione del 1866 lo colse a Noto, dove riuscì a riorganizzare la vita conventuale con un gruppo di frati in casa privata. Si recò, poi, in Nord Africa per saggiare le condizioni per aprirvi una missione. Nel 1883 riuscì a ricomprare il soppresso convento domenicano di Scicli e pose le fondamenta, assieme alla m. Concezione Jannitto, per la fondazione di una congregazione di suore domenicane dedita all’assistenza e soprattutto all’insegnamento, che fu approvata nel 1886, e ben presto si diffuse in molti altri. Seguì per un ventennio lo sviluppo di questa sua opera, finché per avverse circostanze e per la malferma salute non fu costretto a ritirarsi a casa sua a Cammarata, dove aiutò il fratello, don Antonio Longo, nel curare la chiesa di San Domenico. Nel 1909, per il cinquantesimo della sua ordinazione, un altro fratello, il poeta Emanuele Longo, gli dedicò un fascicolo di poesie religiose in siciliano e in italiano. Morì a Cammarata il 25 febbraio 1913 e fu sepolto nella tomba di famiglia. Da qui i suoi resti nel 1983 furono trasferiti a Scicli nella chiesa della casa madre della congregazione da lui fondata, mentre nella casa generalizia delle suore a Catania gli fu eretto un monumento.to di S. Sabina, e a Viterbo, nel convento di S. Maria della Quercia. Qui emise la professione nel 1856. Ritornato in Sicilia, seguì dal 1857 i corsi di specializzazione nel collegio di Noto, dove fu ordinato prete nel 1859. Negli anni seguenti svolse le sue attività nello stesso collegio e a La Valletta, nell’isola di Malta, come docente e a Caltagirone e a Palermo come predicatore. La soppressione del 1866 lo colse a Noto, dove riuscì a riorganizzare la vita conventuale con un gruppo di frati in casa privata. Si recò, poi, in Nord Africa per saggiare le condizioni per aprirvi una missione. Nel 1883 riuscì a ricomprare il soppresso convento domenicano di Scicli e pose le fondamenta, assieme alla m. Concezione Jannitto, per la fondazione di una congregazione di suore domenicane dedita all’assistenza e soprattutto all’insegnamento, che fu approvata nel 1886, e ben presto si diffuse in molti altri. Seguì per un ventennio lo sviluppo di questa sua opera, finché per avverse circostanze e per la malferma salute non fu costretto a ritirarsi a casa sua a Cammarata, dove aiutò il fratello, don Antonio Longo, nel curare la chiesa di San Domenico. Nel 1909, per il cinquantesimo della sua ordinazione, un altro fratello, il poeta Emanuele Longo, gli dedicò un fascicolo di poesie religiose in siciliano e in italiano. Morì a Cammarata il 25 febbraio 1913 e fu sepolto nella tomba di famiglia. Da qui i suoi resti nel 1983 furono trasferiti a Scicli nella chiesa della casa madre della congregazione da lui fondata, mentre nella casa generalizia delle suore a Catania gli fu eretto un monumento.