Pina Traina vincitrice del premio Galliope ad Ovada

OVADA –  Lo scorso 27 maggio a Ovada, una cittadina del Piemonte,  in provincia di Alessandria, sono stati assegnati dei premi a coloro che si sono distinti a livello internazionale per la poesia e la narrativa. I seguenti premi e riconoscimenti sono stati assegnati, ancora una volta, all’insegnante cammaratese Pina Traina:

  • Un “ Premio speciale” consistente in un quadrifoglio in oro filigrana per il libro “Emozioni” già pubblicato lo scorso dicembre;
  • Un premio “Encomio di merito” per la poesia edita “Pensieri fugaci”
  • Un Premio “Encomio di merito” per la poesia inedita “Per un inchino”, composta a seguito della sciagura della nave Concordia all’isola del Giglio.

I premi ai vincitori sono stati consegnati dalla Presidente del Concorso “Calliope” Bruna Carlevaro Sbisà ( scrittrice e critico letterario).Erano presenti tutti i componenti della commissione del Concorso, nonché un lettore per la lettura e l’interpretazione delle opere premiate.

Tutti gli scritti dei vincitori sono stati pubblicati in un’antologia “Calliope” che verrà messa in varie edicole.

La cerimonia si è svolta in un’atmosfera festosa, ricca di cultura e di grande emozione.

 

 

Qui di seguito le poesie vincitrici:

PENSIERI FUGACI

Pensieri fugaci che vengono e vanno,
farfalle leggere che spazio non hanno,
ma sono nel tempo
ricordi passati,
momenti vissuti,
traguardi sognati.
Pensieri che volano via
son come le foglie nel vento,
alcuni piacevoli e dolci,
altri pesanti son come macigni
e non sanno volare,
ma render leggeri potrai
se la mente occuperai.

PER UN INCHINO

Salpando dal porto scivolava
la grande città sul mare blu
e tutti in vacanza si andava
sperando di godere un sogno in più.

Guardando le luci della sera,
le stelle e il grande mare piatto,
nell’aria una dolce atmosfera,
ma all’improvviso arrivò l’impatto.

Tutto cominciò a girare,
il pavimento diventò parete,
non si sapeva da che parte andare,
qualcun diceva: non v’allarmate.

La voce fioca continuava a dire:
è solo un guasto, verrà riparato,
alle cabine dovete tornare,
è il comandante che l’ha ordinato.

Ma la gente era come impazzita,
c’era chi urlava e chi s’accasciava,
era scioccata ed impaurita
e qualcuno dal ponte si lanciava.

Un’odissea senza precedenti
che nessuno riusciva a coordinare,
molti erano coi salvagenti
con la paura di non saper nuotare.

Non si capivan neanche le parole
poiché ciascun all’altro era diverso,
venuti lì da ogni dove,
ma quel che avevano dentro era lo stesso:

lo spavento, l’angoscia ed il terrore
di chi capisce che sta per morire,
di staccarsi dai cari con dolore
e i resti suoi nel mar dover lasciare.

Del comandante tanto s’è parlato
il gir di tutto il mondo egli s’è fatto,
i media l’han tutti processato
poiché al suo destin lasciò il relitto

E tutto questo avvenne per un gesto
che all’isola del giglio era dovuto,
per un inchin che fu tanto maldestro
e con lo scoglio l’urto inaspettato.

Poi gli isolani aprirono le porte
ai rifugiati tanto infreddoliti
cercando di alleggerir la sorte
dando cibo, coperte e anche vestiti.

Non mancarono gli atti di coraggio
di chi la vita sua agli altri offrì
e sulle scialuppe all’arrembaggio
il posto diede a un bimbo che era lì.

E quando poi si fecero i conti
di salvati, di vittime e dispersi,
all’appello ne mancavan tanti
ed i familiari sono accorsi.

Vennero poi gli angeli del mare
che misero la loro vita a rischio,
i dispersi iniziarono a cercare
tuffandosi nella melma e nel vischio.

Alcuni dalla morte furon tratti,
altri verrai sepolti nella terra,
molti piangeranno i loro morti
e non ci sia mai più una brutta stella.