Giovanni Panepinto interviene sulle agitazioni siciliane dei “forconi”

MONTI SICANI – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Giovanni Panepinto, sindaco di Bivona e deputato regionale, inviata al segretario del Pd siciliano Giuseppe Lupo in merito alle agitazioni che la scorsa settimana hanno coinvolto agricoltori e autotrasportatori siciliani. 

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Caro Segretario,

i movimenti che in questi ultimi giorni si sono manifestati in Sicilia sono espressione di un disagio vero e profondo. Le forme di lotta sono state in buona misura controproducenti per la stessa economia siciliana seppure deve farci riflettere il fatto che alcuni dei partecipanti hanno segnalato lo stato comatoso delle loro aziende  e la conseguente indifferenza agli effetti collaterali e non desiderati delle manifestazioni. Quando nella popolazione nel conto costi e benefici i danni di una lunga vertenza appaiono inferiori ai vantaggi offerti da percorsi più istituzionali vuol dire che qualcosa di profondo si è guastato nella catena di rappresentanza e nella efficacia della proposta politica, e questo ci riguarda direttamente. Riguarda le organizzazioni sindacali di massa e di categoria, e ci riguarda soprattutto come partito politico, per di più Democratico.

Fin qui è sembrato prevalere l’attenzione, più che alle cause del malessere, al dito che le indicava e si è discusso se quel dito fosse autorizzato, se non avesse precedenti penali e o politici, e quale mano ci fosse dietro. Vecchie modalità per esorcizzare il problema che, invece, resta in tutta la sua drammaticità.

Gli obiettivi incerti di movimenti mal diretti e mal organizzati e modalità sbagliate rischiano di portare al disastro. Il nostro compito è quello di difendere e organizzare con sapienza politica e istituzionale gli interessi del tessuto economico e produttivo siciliano. Agricoltori e artigiani, pescatori e trasportatori, imprenditori e operatori dei servizi sono il futuro su cui la Sicilia può costruire una sua nuova prospettiva dopo i disastri provocati dal centrodestra. A questo popolo noi dobbiamo sapere parlare indicando percorsi e obiettivi seri, coerenti raggiungibili efficaci, interrompendo le jacquerie che servono solo al vecchio notabilato siciliano per tutelare i propri vizi sui tavoli romani.

In questo movimento c’è una disponibilità a cambiamenti radicali e profondi che può sfociare in una disordinata Vandea, ostile ai tentativi di salvare il Paese e la prospettiva Europea, o esprimere una proposta di radicale riforma della Stato italiano e dei suoi meccanismi politico-istituzionali (Autonomia speciale compresa) e un rafforzamento del nostro legame con l’Europa.

Di queste cose occorre discutere nel merito, smettendo i panni dei moralisti inconcludenti che indicano la presenza della mafia nei movimenti attuali (cosa che nessuno può escludere) dimenticando la pervasiva presenza della mafia nelle istituzioni locali e nei meccanismi di una economia che ha portato Sicilia Calabria e Campania nella situazione miserabile in cui ci troviamo.

Sussiste il rischio che i partiti del centrodestra si possano rigenerare appoggiando questo complesso e complicato movimento facendo dimenticare le loro gravi responsabilità nel disastro finanziario ed etico provocato dai governi Berlusconi.

Di fronte a questo pericolo, invece, il PD nazionale è sembrato agire in Sicilia più sulla base di pregiudizi che come garante di una paritaria e reciproca collaborazione nella costruzione di linee politiche nazionali davvero attente alle realtà regionali.

La differenza, infatti, non la fa la propaganda moralista ma il merito della proposta politica. In questo movimento di popolo noi dobbiamo esserci con le nostre proposte. Per queste ragioni ti chiedo la convocazione della Direzione regionale del partito con questo unico punto all’ordine del giorno.

Certo di un tuo pronto e positivo riscontro, cordialmente saluto

 

Giovanni Panepinto