Domani gli agricoltori scendono in strada. Contro il decreto Monti ed olio d’oliva.

Un blocco strategico alla viabilità delle strade cruciali della Sicilia orientale è previsto per la giornata di domani giovedì 19 gennaio ad opera degli agricoltori Siciliani.

La Palermo-Agrigento, la Palermo-Sciacca, e l’Agrigento-Castelvetrano diverranno, appunto, arterie cardine della protesta di tantissimi esponenti del settore rurale, ma anche di artigiani commercianti, uniti in fronte comune contro la crisi.

Le forti contestazioni iniziate con le “forze d’urto” di lunedì 16 sono indirizzate al decreto legge governativo battezzato “Salva Italia” e definito dagli agricoltori indignati “Stermina Famiglie”, a causa dei tagli previsti dalla manovra ai fondi destinati al comparto agricolo e per via dell’inasprimento della pressione fiscale esercitata sulle aziende già in difficoltà.

La rabbia degli agricoltori si mescola con l’indignazione. Essi chiedono l’abolizione delle misure previste dal decreto circa la tassazione dei terreni e i fabbricati rurali, in quanto strumenti di lavoro degli agricoltori, la riduzione dei costi del gasolio, l’applicazione di quelle norme previste già e mai applicate dello Statuto Siciliano, norma antecedente alla stessa Costituzione, la moratoria dei debiti che le aziende hanno contratto con Serit ed Equitalia, l’annullamento di tutte quelle norme che consentono il “taroccaggio” dei prodotti alimentari a discapito, in primis, della salute dei cittadini.

Un esempio su tutti su questo fronte è il regolamento n° 61 del 24 Gennaio 2011 della Comunità Europea sulle caratteristiche dell’olio d’oliva, secondo il quale, anche l’olio d’oliva soggetto a deodorazione e rettificazione, e cioè privato delle caratteristiche naturali tramite l’aggiunta di una quantità, a detta degli studiosi, davvero alta della molecola alchil esteri, potrà avere, e legittimamente, la denominazione di extra-vergine, chiaramente a discapito delle eccellenze qualitative e dei consumatori, che acquisterebbero un prodotto falsato nella sua natura piuttosto che un prodotto sano e sicuro dal punto di vista alimentare.

Gli agricoltori non ci stanno e lanciano l’appello per una mobilitazione quanto più ampia, in difesa della terra, dei suoi prodotti (l’olio come il grano, le arance, il pomodoro pachino, le uve siciliane e tanti altre eccellenze della nostra terra) e dell’uomo.