MONTI SICANI – C’è anche l’associazione Talita-Kum di Lercara Friddi fra le onlus incaricate di esaminare le domande di accesso al microcredito varato dalla Regione Siciliana per andare incontro alle famiglie in difficoltà sul territorio dell’Isola.
La Regione infatti da imprenditrice si fa istituto bancario e alla vigilia delle elezioni amministrative mette a disposizione un fondo di 12 milioni di euro per garantire prestiti fino a 6 mila euro a oltre 3 mila famiglie siciliane. Una macchina mastodontica, quella che si è già messa in moto, che vede la Regione farsi garante nei confronti delle banche e, nel caso in cui le famiglie non pagassero le rate del prestito, versare le somme dovute agli istituti di credito coinvolti nell’iniziativa, che sono Unicredit e le Banche di credito cooperativo. A decidere quali domande dovranno essere prese in considerazione non saranno le banche, ma cinquanta onlus e associazioni no profit indicate dalla stessa Regione, tra le ci sono quali sigle poco conosciute ma anche alcune Arcidiocesi o la Caritas, che sceglieranno le famiglie più bisognose in base a criteri quali “il quadro delle condizioni socio economiche e i profili motivazionali”. Con un unico parametro numerico chiaro: il fatto che la famiglia abbia un Isee inferiore a 13 mila euro.
Il governo, poi, non starà a guardare: ecco quindi costituto il “Comitato regionale per il microcredito”, presieduto dall’assessore all’Economia Gaetano Armao e del quale faranno parte rappresentanti del mondo cattolico e delle onlus, che avrà compiti di controllo e il potere di bloccare i prestiti: di fatto dirà l’ultima parola. Sulla carta sono oltre 100 mila le famiglie che da oggi potranno chiedere il prestito con questo meccanismo e che, c’è da scommetterci, assalteranno le onlus in questione e busseranno alle porte della Regione. “Si tratta di un progetto sperimentale – dice Armao – vediamo come andrà”.
Le famiglie che potranno fare domanda
Il credito sarà concesso alle famiglie che hanno un indicatore Isee non superiore a 13 mila euro e una “situazione di temporaneo disagio economico”. Il prestito fino a 6 mila euro (rinnovabile fino a un tetto massimo di 25 mila euro) potrà essere chiesto per “esigenze abitative”, cioè per interventi di ristrutturazione, acquisito di mobili ed elettrodomestici o pagamento delle bollette. Ma anche per spese sanitarie e scolastiche, come acquisto libri, iscrizione all’Università o altri corsi d’istruzione. La famiglia potrà chiedere il prestito soltanto a una onlus.
I criteri di valutazione
In questo sistema che vede la Regione garante e supervisore di tutta questa operazione, che sulla carta interesserà oltre centomila famiglie, a decidere quali domande presentare allo sportello di Unicredit o delle Banche di credito cooperativo non saranno le singole famiglie ma le onlus individuate dalla Regione. In sintesi, il potere di stabilire se una famiglia o meno potrà chiedere il prestito spetterà alle stesse associazioni no profit. I criteri in base al quale saranno scelte le famiglie? Nel bando firmato da Armao si fa riferimento al “quadro delle condizioni socio-economiche nelle quali si trova la famiglia, ai profili motivazionali della richiesta e alla sostenibilità economica del credito”. Punto. Una volta individuata la famiglia che può fare domanda, il rappresentante legale della onlus dovrà andare allo sportello di una delle banche che hanno aderito all’iniziativa. “Queste, a loro volta, inizieranno a erogare i prestiti in base a un criterio cronologico. Certo questo avvantaggia le grandi città che hanno più onlus convenzionate ma, come detto, si tratta di un progetto sperimentale che può essere rivisto e corretto in futuro”, dice Armao.
Le onlus che valuteranno le richieste di prestito
L’elenco completo comprende cinquanta organizzazioni. A Palermo le associazioni convenzionate sono il Centro ignaziano, l’Aifop, la Sud Servizi, l’Associazione per i diritti degli anziani, la Fondazione Rosalia onlus, l’Associazione inventare insieme, l’Apriti Cuore, l’onlus La Fenice, la Cooperativa Palermo 2000 e la Confraternita San Giuseppe dei Falegnami. Tra le onlus scelte in città compare anche l’Associazione siciliana di criminologia. In provincia, invece, tra le onlus convenzionate ci sono il Ce. svit e la Sviluppo onlus di Bagheria, l’Arcidiocesi di Monreale e l’associazione Talita-Kum di Lercara Friddi. Tanti poi gli enti no profit di Santa Flavia scelti dalla Regione, come l’Azzurra nuova cooperativa sociale, la Nuovo sentiero e l’Associazione italiana sindrome di Williams. Ad Altofonte c’è, inoltre, la cooperativa agricola Terre Normanne e a Termini Imerese l’istituto Don Calabria. A Cimina, poi, la cooperativa Sociale Kraljica Mira e a Piana degli Albanesi l’Eparchia.
(fonte: laRepubblicapalermo.it)