Tappa a Villalba per il film “Pregate fratelli”, riprese al carcere abbandonato

VILLALBA – Il carcere di Villalba è stato trasformato in set cinematografico per un giorno. Si sono svolte ieri, infatti, le riprese di alcune scene del film “Pregate fratelli” del regista Salvatore Bonaffini.

Interamente finanziato da Bonaffini e dall’Associazione “Fuori dal recinto”, il film rievoca la storia, assai nota alla cronaca italiana, dei quattro frati francescani del convento di Mazzarino che nel 1960 furono arrestati, insieme al alcuni “laici”, con un’ordinanza della Procura di Caltanissetta, con l’accusa di collusione mafiosa, estorsione, violenza ed omicidio. L’opinione pubblica del tempo si spaccò in due tra chi credeva fermamente alla colpevolezza dei frati, e chi avallava la tesi innocentista della Chiesa ritenendo gli imputati “ingenuotti fraticelli” sotto le grinfie dell’ortolano del convento Lo Bartolo, figura ambigua e controversa dell’intera vicenda. Stando ai fatti comunque al primo processo venne riconosciuta la colpevolezza dei soli laici, mentre i quattro religiosi, inizialmente assolti, furono condannati qualche tempo dopo in appello a Perugia; Lo Bartolo fu trovato in carcere impiccato. Il punto di vista del film, completamente super partes e distaccato, lascerà allo spettatore la ricerca della propria verità da trovare. Nel cast alcuni attori emergenti e grandi personalità del cinema e del teatro nazionale, tra cui Luigi Maria Burruano, Gianfranco Jannuzzo e Giovanni Cacioppo.

Dopo poco più di vent’anni dalla sua chiusura, il carcere di Villalba è stato riaperto dunque, anche se non per la sua strutturale funzione. Rimasta attiva solo per pochi anni, la struttura, costata circa 8 miliardi delle vecchie lire, era stata “temporaneamente” svuotata  nel ’90 per poi essere affidata al Comune che, nonostante i numerosi tentativi, non è riuscito a rimediare una possibile soluzione di riutilizzo. All’inspiegabile inattività della casa circondariale si è più volte rivolta anche l’attenzione del programma televisivo Striscia La Notizia, non ottenendo però alcun smottamento di acque. Nonostante la disponibilità di numerose carceri, per le quali basterebbe una modesta spesa di ristrutturazione, la soluzione più semplice ed “economica”, secondo il governo, per risolvere il problema del sovraffollamento nelle prigioni, sembra essere la costruzione di nuove strutture. D’altronde i fondi privati all’istruzione dovranno pur essere investiti in qualche modo ….


Flavia Fruscione