Lettera aperta ai concittadini Sangiovannesi

Questa mia lettera vuole essere un ultimo invito al prossimo sindaco, chiunque esso sia, affinché nel nostro paese vi sia un cambio di rotta nell'amministrazione della cosa pubblica.
Prima di esporre il modo in cui un semplice cittadino vorrebbe che il suo comune fosse amministrato, mi piacerebbe ripercorrere insieme a voi la storia politica del nostro paese.
San Giovanni Gemini è stato da sempre un paese cattolico e moderato.
La Democrazia Cristiana faceva il pieno dei voti, al partito comunista e ad altri piccoli partiti rimanevano le briciole.
La mia memoria e la mia età non mi danno la possibilità di dare giudizi sulle prime amministrazioni che hanno governato il nostro paese, ma mi ricordo benissimo il periodo dell'amministrazione Filippone.
Era il periodo in cui la Democrazia Cristiana governava indisturbata e senza nessuna opposizione.
Era il periodo in cui gli assessori e tutto il consiglio approvano in maniera quasi plebiscitaria i provvedimenti del Sindaco Era il periodo in cui San Giovanni Gemini era un cantiere di lavoro.
Il sindaco con tenacia sfruttava tutte le occasioni, era di casa nei vari assessorati regionali e anche nei vari ministeri. Era inserito nelle varie correnti della Democrazia Cristiana e anche se faceva parte della corrente di Trincanato, riusciva ad ottenere finanziamenti dai vari Mannino, Bonfiglio, Sciangula, Pumilia….
Mi ricordo ancora quando qualcuno di loro arrivava nel nostro paese: un corteo di macchine andava ad accoglierli al bivio del Tumarrano, tutti in processione per stringer loro la mano; sembravano i nuovi profeti scesi in terra a dispensare consigli e ad impartire ordini ai propri discepoli.
Nel Sud e soprattutto nei nostri paesi vi è sempre stata questa divisione: I politici che stanno in cielo e i "coglioni" cittadini che restano in terra.
Di certo la prima e la seconda amministrazione Filippone hanno cambiato il volto del nostro paese.
Ma era tutto troppo bello per poter durare…
Ed, infatti, le varie segreterie provinciali chiesero o per meglio dire imposero di inserire nella lista della Democrazia cristiana e del Psi dei "giovani".
Siamo alla fine degli anni 70, inizi anni 80. Vi ricordate? Fu il periodo dei vari Giovanni Stornaiuolo, Carmelo Lupo, Giovanni Lupo, Franco Calarca, Carmelo Di Vitale, Francesco Manetta nella D.C. e di Pippo Vinci nel Psi. Questi miei coetanei, battezzati allora i "quarantenni d'assalto", insofferenti per il potere di Filippone, si coalizzarono e lo misero in minoranza.
Fu in quel periodo storico che iniziarono a prevalere gli interessi delle segreterie dei partiti rispetto alle esigenze dei cittadini; si susseguirono nei mesi e negli anni le amministrazioni gpost_authorate da Carmelo Lupo, da Stornaiuolo, da Calarca, da Di Vitale, da Lo Bello, da Lo Scrudato.
Mi scuso con gli interessati se c'è qualche dimenticanza ma sto ricordando per linee generali.
Ad onor del vero le giunte da loro presiedute furono abbastanza attive nella presentazione di progetti e nella loro realizzazione, ma bisogna anche ricordare che furono aiutate dall'attivismo di molti imprenditori locali che in quel periodo riuscivano ad ottenere decreti di finanziamento dai vari assessorati.
Il periodo di questi amici quarantenni è stato contraddistinto dalle seguenti caratteristiche:
– I politici locali subivano pesantemente le tendenze e gli ordini delle segreterie provinciali dei partiti: "Mannino comanda, Carmelo Lupo obbedisce! Trincanato comanda, Giovanni Stornaiulo obbedisce! …."
– si cambiava sindaco ogni qualvolta a livello provinciale c'era il sopravvento di una o dell'altra corrente; a prescindere dall'operato ci si addormentava dunque sindaci e ci si svegliava semplici consiglieri;
– si tenevano grandi dibattiti mattutini in piazza Purrello con discussioni abbastanza accese, dove si prendevano le grandi decisioni, si attuavano le varie azioni preliminari e le grandi spartizioni di compiti;
– era anche il periodo del grande "Nepotismo" una delle piaghe dei nostri politici, grandi o piccoli che siano.
In quel periodo si diceva che i partiti erano "il sale della democrazia", io oggi posso dire che sono stati "l'olio per inculare il cittadino".
Successivamente agli inizi degli anni '90 alcuni di questi politici da "quarantenni d'assalto" si trasformarono in "cinquantenni di difesa".
I giudici li accusarono di atti che poi si sono rivelati infondati. Ci fu però un fuggi fuggi generale. Questi signori abbandonarono il timone, consegnando il comune alla Giunta Giracello.
La prima amministrazione Giracello, il grande evento della sinistra al potere, raccolse i frutti dei progetti presentati precedentemente, tra i quali le reti fognaria ed idrica.
Poche, pochissime persone giravano attorno all'amministrazione e sempre dello stesso gruppo del sindaco. Non si muovevano dalle poltrone comunali, non sono stati mai visti nei vari assessorati regionali né in qualche ministero: avevano la presunzione di vincere la guerra per telefono.
I nodi del loro immobilismo vennero al pettine nel secondo mandato del sindaco Giracello quando, in mancanza di progetti, si è badato semplicemente a gestire l'ordinaria amministrazione.
Tale ordinaria amministrazione e pochi, pochissimi finanziamenti pubblici non sono bastati per portare sviluppo e progresso nel paese.
L'unico atto di una certa importanza di quell'amministrazione è stata la stipula del contratto venticinquennale con la ditta Sole! Forse era meglio limitarsi all'ordinaria amministrazione…
Nell'ultimo anno del suo mandato la giunta Giracello ha cercato di correre ai ripari accendendo mutui per la sistemazione di qualche strada e per dare incarichi a diversi professionisti ma la gente si era ormai allontanata, il feeling si era rotto e i "fannulloni di Piazza Purrello" come sono stati definiti in campagna elettorale, hanno gioito per la sconfitta della sua parte politica, sacrificando una figura limpida ed irreprensibile come il professore La Magra.
Tutti abbiamo concorso e ci siamo prodigati per l'elezioni del dottor Panepinto; tutti o quasi tutti siamo rimasti delusi.
Al cinema Vittoria alla presentazione della lista erano presenti diversi onorevoli regionali e qualche deputato nazionale. Tutti si erano impegnati ed avevano promesso appoggi per la realizzazione del lungo e ben fatto programma politico-amministrativo. Il programma è rimasto purtroppo sulla carta. I suddetti politici ad uno ad uno sono scomparsi naturalmente non mantenendo le promesse.
Le porte degli assessorati erano aperte e sono rimaste aperte, ma di finanziamenti ne sono arrivati ben pochi.
Il sindaco Panepinto si è distinto per il marketing ASSESSORIALE e per la sua tenacia e caparbietà nell'attaccarsi alla poltrona.
Moralità ed onesta intellettuale vorrebbero che il dr Panepinto e l'arch Filippo Miccichè dicessero ai cittadini, quali siano stati i veri motivi per cui il secondo si è dimesso dalla carica di vice-sindaco e il primo abbia continuato ad amministrare senza maggioranza.
La scarsa sensibilità verso i cittadini da parte della maggioranza e dell'opposizione ha portato in quegli anni alla cessione del servizio rifiuti all'Ato.
Nelle elezioni successive sono stati in competizione la lista civica con candidato sindaco l'ing. Mario Manetta e la lista insieme per San Giovanni con candidato a sindaco Vincenzo Riolo. Ha vinto Vincenzo Riolo, ma non è riuscito a fare una giunta in quanto la sua maggioranza è implosa prima che potessero festeggiare la sua elezione.
Il sindaco Riolo e i capi della sua coalizione avevano imbarcato nella loro lista tutto e di tutto così come aveva fatto il governo Prodi. E i risultati si sono subito visti: la mancata elezione di alcuni consiglieri legati al sindaco e la grande richiesta di visibilità di tre consiglieri imbarcati ed eletti, hanno contribuito alle sue dimissioni.
I cittadini hanno apprezzato il gesto di Riolo e hanno criticato aspramente il gesto dei tre consiglieri "non visibili".
Il commissario prefettizio chiamato a reggere il comune in questo periodo di transizione, si è subito dimostrato come una persona sensibile e capace, ha espletato il suo mandato con senso di responsabilità riscuotendo la simpatia e il riconoscimento di molti cittadini, si è inoltre prodigato per l'ottenimento di alcuni finanziamenti per il nostro paese.
Nella storia politica del paese ci sono stati poi due eventi straordinari di notevole importanza: le elezioni a deputato europeo di Vincenzo Viola, e ad onorevole regionale di Vincenzo Giambrone.
Visto i risultati ottenuti i cittadini non sentiranno la loro mancanza se non dovessero esserci atti di così "straordinaria importanza" nel futuro nel nostro paese.
E questa è la storia politica di San Giovanni Gemini degli ultimi 40 anni vista e narrata da un libero cittadino di questo paese.
Ma non finisce qui. Qualcuno o più di qualcuno già si preoccupa per il futuro che si prospetta all'orizzonte. Come detto in premessa la politica deve cambiare: deve cambiare la politica nazionale, deve cambiare la politica regionale e deve cambiare la politica locale. In un mondo che cambia dove si aprono nuovi scenari e nuovi orizzonti, in un mondo globale che deve recuperare vecchi principi quali famiglia, morale, trasparenza i Partiti sono rimasti sempre uguali, con gli stessi problemi, con le stesse lotte clandestine, con gli stessi giochi più o meno sporchi di potere, con il millimetrico dosaggio tra le componenti che formano le varie liste.
I partiti non sono cambiati: la logica è sempre quella "questo a te, questo a me, questo a mio cugino, questo a mio cognato", e viene adottata a livello nazionale, regionale, provinciale e locale.
E con questa logica si spiega quello che è successo nel nostro paese. Dopo tanti veti e controveti, dopo dosaggi e controdosaggi, i partiti di centro-destra non hanno trovato l'accordo, la cosiddetta "quadra" e hanno presentato due liste per le prossime elezioni comunali. Il centro destra maggioranza nel paese, rischia di diventare minoranza alle urne. Nelle tre liste capitanate da Filippo Micciche "Sviluppo e democrazia", da Valerio Viola "Servire San Giovanni" da Paolo Ancona "Insieme per San Giovanni" non ci sono quei segni di rinnovamento politico che la gente si aspettava. Emblematica è inoltre la clamorosa assenza delle donne.
Non si possono gestire idee nuove con metodi vecchi, e le due liste di centro destra sono il vecchio apparentemente rinnovato. E' solamente un nuovo di facciata. Basta con questi attori protagonisti che stanno dietro il sipario, suggeriscono, impongono, tramano che tutto dosano con il vecchio manuale Cencelli ma che non entrano in scena.
Se siete così bravi ad amministrare scendete direttamente in campo, uscite allo scoperto, mostrate le vostre facce e se i cittadini si fideranno di voi otterrete i loro voti. La realtà è che costoro che stanno dietro le quinte sono il vecchio, sono quelli che si sono appropriati del potere gestendolo solo per il loro tornaconto, sono quelli che si sono occupati solo del loro apparato, sono quelli che hanno usato il nepotismo esagerato, sono quelli che purtroppo non si sono occupati dei problemi della gente comune.
Il loro equilibrio perverso non è razionale perché pensa solo a loro stessi e non ai cittadini. Sono finiti e, se non sono finiti, devono finire, i tempi in cui gli attori protagonisti nel dietro sipario impongono il sindaco, il consigliere e l'assessore del comune. Bisogna invertire la tendenza.
Il sindaco è dei cittadini, deve rispondere ai cittadini, deve preoccuparsi delle esigenze dei cittadini e non di questo o di quel capocorrente. Invertire la tendenza significa che il deputato regionale o nazionale prima deve interessarsi del paese e poi riceverne i suffragi.
Se la lista di centro sinistra gpost_authorata dal dottor Ancona è rientrata prepotentemente in corsa nelle prossime amministrative la colpa è solo delle beghe interne tra i signorotti locali del centro destra. Loro devono assumersi le responsabilità di fronte ai proprio elettori se perderanno.
Hanno avuto e continuano ad avere la presunzione di decidere da soli senza interpellare la base, fidandosi solo di quelle api che saltano da uno schieramento ad un altro in cerca di nettari più dolci.
Anche nella lista di centro sinistra non mi pare ci sia stato rinnovamento; ad eccezione di qualche nuovo inserimento il carro è trainato sempre dagli stessi elementi con il rischio dell'isolamento istituzionale che si è avuto negli anni nell'amministrazione Giracello. Il gruppo insieme deve iniziare un processo di revisione storica riconoscendo apertamente che "i buoni" non stanno solo dalla loro parte, altrimenti, come è successo in campo nazionale e regionale, rischiano di rimanere schiacciati sotto questa loro presunta superiorità morale e intellettuale.
Molti di questi candidati sono in politica da diversi anni ma sono rimasti anonimi e non hanno mai fatto la storia del nostro paese. Di certo si sono contraddistinti per l'abilità nel non far trapelare al di fuori delle proprie mura i loro scontri, che pur ci sono stati, sembrando più seri ed equilibrati.
In questa campagna elettorale assistiamo ad un gioco al massacro tra le due liste di centro destra, che hanno dimenticato che i loro avversari naturali devono essere quelli di centro sinistra. In questa lotta fratricida, sono scesi in campo tutti, senza esclusione di colpi, come al solito dimenticandosi che la partita, la vera partita, dovrebbe riguardare il bene dei cittadini e non i loro equilibri di potere interni.
Con queste accuse reciproche, con queste nefandezze hanno creato e creano sconforto, disorientamento, delusione e soprattutto rabbia.
C'è un assalto alla diligenza come non ho mai visto, una caccia all'ultimo voto che non risparmia nessuno. Hanno messo in campo anche i medici ma le loro cure sicuramente non basteranno: il malato è talmente grave che ha bisogno di essere ricoverato.
Questa lotta dimostra e convalida il loro attaccamento al potere, si muovono come se dovessero amministrare lo stato di New York e non un piccolo paese come il nostro. Perché così tanto interesse?!
Questi missionari della politica che dicono, a parole, di operare per il bene del paese, questi volontari crocerossini, dimostrino di non essere attaccati al potere nominando tre assessori presi dalla società civile e non facenti parte del loro apparato. E' una sfida che lancio a tutte e tre le liste: sono sicuro che il loro giocattolo spartitorio costruito ad arte si romperebbe.
In quale statuto regionale o comunale è previsto che il consigliere eletto deve nominare il proprio assessore? Questa iniziale divisione dei pani deve essere eliminata.
Da qui inizia l'esercizio metodico, esasperato dell'occupazione del potere e non della ricerca del bene del paese.
Svegliati San Giovanni, liberati da questi vincoli che hanno impoverito gli ideali della politica.
Questa è l'ultima fermata per cambiar rotta. Questa è l'ultima occasione per questi politici politicanti di recuperare credibilità e saggezza nell'amministrazione della cosa pubblica. Dopo questa elezione non saranno date più deroghe a nessuno.
Se non ci sarà questo cambiamento di rotta il popolo della gente che non conta, di cui faccio parte e che vi assicuro è molto numeroso, si prodigherà per creare una nuova squadra sganciata da tutti i partiti, aperta alle nuove generazioni, al mondo maschile e femminile, con l'intenzione di creare "un'amministrazione di cittadini per i cittadini e non per l'apparato".
Verranno usati metodi e comportamenti nuovi, i giovani saranno gli attori protagonisti e non le comparse e non esisteranno tutor a tenere le loro fila.
Ci impegneremo inoltre per impedire che gli amici di Cammarata vengano ad invadere il nostro Consiglio. Saremo amici al bar, collaboreremo quando ci sarà da collaborare ma le due amministrazioni dovranno essere libere di amministrare senza intrusione alcuna.
"Non esistono più le colonie"
Queste e tante alte cose ci si prefigge ma per concludere ricorderei a tutti una frase di J.F.
Kennedy che dovrebbe ispirare qualsiasi movimento o gruppo politico:
"Non ci chiederemo mai cosa il nostro paese può fare per noi, ma ci chiederemo solo quello che noi possiamo fare per il nostro paese".

Paolino Guccione