AGRIGENTO. Sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, riciclaggio, danneggiamenti, detenzione illegale di armi da fuoco e relativo munizionamento, detenzione di sostanze stupefacenti, rapina aggravata dall’uso delle armi, tentativo di omicidio. La polizia, nel corso dell’operazione ‘Icaro 2‘, ha arrestato otto presunti mafiosi : Mauro Capizzi, 48 anni, di Ribera, Diego Grassadonia, 55 anni, di Cianciana, Antonino Grimaldi, 49 anni, di Cattolica Eraclea, Santo Interrante di Santa Margherita Belice, 35 anni, Giacomo La Sala, 48 anni, Santa Margherita Belice, Stefano Marrella, 60 anni, di Santa Margherita Belice, Vincenzo Marrella, 61 anni, di Montallegro e Francesco Tortorici, di 37 anni, di Montallegro.

L’operazione è la prosecuzione dell’operazione antimafia Icaro condotta dalla squadra mobile di Palermo e Agrigento che il 2 dicembre scorso portò all’esecuzione di tredici misure cautelari.

L’indagine è stata diretta dalla Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, dai pm Rita Fulantelli, Emanuele Ravaglioli, Claudio Camilleri e Bruno Brucoli, coordinati dal Procuratore Aggiunto Maurizio Scalia. La Dda palermitana aveva chiesto, per gli indagati l’emissione della misura della custodia cautelare in carcere, richiesta però che non era stata accolta dal gip di Palermo.

Per questo la Dda propose appello al Tribunale del riesame che ribaltò la decisione del gip, ritenendo fondati gli elementi raccolti dagli inquirenti. “I ricorsi per Cassazione proposti dagli indagati sono stati rigettati dalla Suprema Corte che ha confermato i provvedimenti del Tribunale del riesame – sottolineano gli inquirenti – avendo evidentemente ritenuto concreto il quadro probatorio che delineava le condotte criminose ascritte agli indagati nelle richieste di misure cautelari e l’organigramma mafioso operante a Santa Margherita di Belice e nei centri di Montevago, Ribera, Cattolica Eraclea, Cianciana, Montallegro, Siculiana, Porto Empedocle, Agrigento, Favara, Campobello di Licata”.