Valenza, per Calà come Pinocchio: non dice tutta la verità

MUSSOMELI – Ha fatto il punto della situazione, ma soprattutto ha più volte rimarcato che quest’amministrazione vuole “lavorare anzicchè scendere nella polemica”.

Il riferimento è alle dichiarazioni apparse in quest’ultimi giorni sui giornali a firma di vari esponenti del gruppo di minoranza, che hanno attaccato il sindaco e il suo vice.

“Per mancanza di tempo non siamo in grado di andare dietro alle provocazioni – ha affermato Salvatore Calà – e ci fermiamo qui con le dichiarazioni”.

Solo lui e il suo consulente Totuccio Scannella alla conferenza stanza, ieri mattina, nella sala giunta del Comune. Solo loro due per informare, tramite i media, tutti i cittadini di quanto finora portato avanti e di quanto ancora intraprendere nell’immediato futuro.

QUESTIONE TARSU – Lo ha paragonato a Pinocchio il primo cittadino. Per lui Calogero Valenza, ex sindaco, non ha detto nel suo intervento sulla stampa regionale quale sia fino in fondo la realtà dei fatti circa la questione TARSU.

L’attuale situazione di dissesto in cui versa la comunità è in parte dovuta pure alle scelte erronee fatte in passato, e fatte dallo stesso medico. Al momento difatti del passaggio del servizio rifiuti dal Comune alla nuova Società il personale avrebbe dovuto automaticamente migrare. Un passo che erroneamente non è stato fatto, facendo ricadere sulle casse comunali il pagamento di ben 15 dipendenti che non sono alle proprie dipendenze.

Una scelta ingiustificata perfino da un punto di vista legislativo e Valenza lo sapeva, come si evince da un documento a sua firma del 9/12/2004. Secondo  la legge difatti il mantenimento dei lavoratori a proprio carico era previsto in due soli casi: disponibilità economica e vuoti nella pianta organica. Caratteristiche entrambi assenti a Mussomeli.

Anzi, non solo deve pagarli tuttora, ma ha dovuto anticipare per quella mossa 2 milioni circa di euro di cui finora invano Calà ha richiesto la restituzione. Una somma che si rischia di perdere definitivamente se, al momento della loro estinzione, gli ATO dovessero trovarsi verosimilmente sommersi dai debiti.

Tra l’altro, ha tenuto a precisare Scannella, il passaggio del personale alla nuova realtà non avrebbe sottoposto i diretti interessati a nessun  rischio sostanziale in quanto, per  contratto, in caso di fallimento sarebbero ritornati al Comune.

Adesso, per far fronte a una situazione ereditata, si pensa di farsi promotori di un’iniziativa popolare di raccolta firme (ne servirebbero 10.000) in tutto il territorio siciliano per chiedere alla Regione che il servizio venga restituito alle realtà comunali. Si tratta comunque di una proposta in stato ancora embrionale, con la quale si cercherà di abbassare le tariffe, demandando il conferimento in discarica direttamente alla Provincia.

QUESTIONE BUONI PASTO – E sempre in tema di cattiva gestione negli anni trascorsi, il primo cittadino a voluto portare alla luce il tema buoni pasto che, per dsecisione di Valenza costano al Comune in media 45 mila euro l’anno, cifra che può anche raggiungere i 90 mila.

Una manovra azzardata in tempi di crisi e a quanto pare ingiustificata. Non avrebbe difatti avuto alcun senso aumentare a 9 euro il costo giornaliero per singolo buono quando gli altri enti pubblici lo hanno finora mantenuto attorno a una media di 4,5 euro.

QUESTIONE LSU – Rassicurazioni invece sulla stabilizzazione dei 60 LSU sono arrivate da un incontro con l’assessore Piraino, che si è impegnato a trovare per loro, e per i rimanenti 120 di tutta la Sicilia, una soluzione a mo’ di sanatoria per tentare di colmare una lacuna dei precedenti governi comunali che non hanno provveduto, a tempo debito, a regolarizzarli.

QUESTIONE TRIBUTI – In fase di studio un condono su TARSU, TOSAP e ICI, per cercare sia di recuperare liquidità sia di permettere a tutti i cittadini non in regola di farlo.