
BIVONA – Un nuovo appuntamento quotidiano si è aggiunto all’agenda dei bivonesi: quello con Bivonesitudine ai tempi del COVID-19. Attraverso videoracconti o brevi storie, un gruppo di ragazzi che ha dovuto lasciare la propria terra natìa per studio o lavoro, riporta alla mente i ricordi, i sapori e gli odori che solo quella terra tanto bistrattata quanto amata che è la Sicilia, e nello specifico il paese di Bivona, sa regalare. “L’idea nasce dalla riflessione sulle nostre radici e dalla consapevolezza di condividere un sentimento di appartenenza alla nostra terra, ossia la ‘bivonesitudine’ – commentano i promotori dell’iniziativa -. Un sentimento che è forte in chi è rimasto a Bivona ma è altrettanto tangibile in noi bivonesi di mare aperto che Bivona l’abbiamo lasciata anni fa.
Ecco che allora, proprio in questi giorni di COVID-19 e di clausura domestica abbiamo voluto fare comunità tra noi emigrati bivonesi in Italia e nel mondo, raccogliendo numerose testimonianze di ‘bivonesitudine’ nella piena libertà di scegliere il sentiero emozionale più coerente per raccontarla”.
Nel tempo della clausura forzata, della lotta a un mostro invisibile, caratterizzato dall’importanza dell’altro e dalla responsabilità civile, riassaporare le lunghe giornate estive passate tra i vicoli del proprio paesino, sotto il sole cocente e le nonne che richiamano i propri nipotini in casa per il pranzo, fa bene alla mente e al cuore.
Il bivonese fuori sede è abituato alla lunga e faticosa “traversata” che dalla città dove ha trovato lavoro e nuovi amici porta al paese, quello che lo ha coccolato e protetto fino a quando la necessità di crearsi un futuro ha bussato alla porta di ognuno di noi, costringendo in molti, anzi troppi, a fare le valigie e “fuggire” via. Ma il richiamo delle radici è come una calamita che, puntualmente, ci riporta dove tutto è iniziato e tra un sorso d’acqua fresca a li Cannulicchi e una passeggiata con gli amici in Piazza San Giovanni si ritorna bambini. Ogni vicolo del proprio paesino ha una storia, un accadimento da ricordare.
Ma oggi è diverso, la voglia di riabbracciare i propri cari rimasti in quel pezzo di terra confinato tra Capo Peloro, Capo Boeo e Capo Passero è immutata, anzi più forte, ma non possiamo permettercelo, per il nostro futuro, per quello dei nostri cari e per quello dei nostri figli. La quarantena ci obbliga a rimanere in casa in attesa di risvegliarci tra le lenzuola di lino della casa in campagna al paesino, dove quel filo di vento allieta le calde giornate estive, quando questa emergenza sanitaria sarà ormai un lontano ricordo e questo mostro invisibile sarà stato finalmente sconfitto. Ma questo non è ancora il tempo, questo è il tempo dell’attesa e della speranza. E allora se non possiamo tornare tra i nostri vicoli, sono i nostri vicoli a prendere nuova forma e vita nei racconti di chi, per amore dei propri cari e del prossimo, ha deciso di trascorrere questo tempo sospeso lontano dai propri affetti più intimi.
Per rimanere sempre aggiornati e leggere i racconti consultare il sito www.biv0nesitudine.blogspot.com