All’indomani del crollo del viadotto Himera sull’autostrada Palermo-Catania nel 2015 la Regione si premurò di destinare per le emergenze opere per 300 milioni: fra gli interventi alcuni erano destinati proprio al pericolo caduta massi a Castronovo di Sicilia, dove si è compiuta la tragedia di un uomo morto a causa dell’esondazione del fiume Platani.

Ma i lavori non sono stati mai avviati. Un immobilismo già noto se si pensa all’abituale modus operandi che interessa l’attuazione della spesa dei fondi della programmazione comunitaria. Delle cifre appartenenti ai Fondi di sviluppo e coesione (che per gran parte finanziano il Patto per la Sicilia) tornarono indietro a Roma somme per un miliardo. Soldi mai spesi a causa dei ritardi del governo regionale.

Eppure le emergenze non restano in attesa degli interventi. Sono noti in tutti i piani di programmazione ed intervento quali sono i fiumi e torrenti da mettere sicurezza. Quali quelli prossimi ad imminente esondazione. La manutenzione richiesta è sempre la stessa così come la pulizia su fossi e canali di scolo e terreni incolti.

Mentre un gioco di rimpalli sulle responsabilità coinvolge, all’indomani della tragedia causata dal Platani, rispettivamente protezione civile regionale, dipartimento Ambiente e geni civili, delle opere ancora nessuna traccia: si attendono adesso le somme finanziate con il Patto per la Sicilia, che dovrebbe veder partire i primi cantieri da 183 milioni nei prossimi mesi.

Oggi una circolare diramata dall’ Assessorato regionale del territorio e dell’ambiente apre le richieste per i finanziamenti per opere di mitigazione del rischio idrogeologico ( Piattaforma RENDIS e fondo per la progettazione degli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico – Indicazioni metodologiche per la validazione e la valutazione delle richieste di finanziamento).

Coldiretti intanto chiede di attivare delle procedure per la verifica dello stato di calamità e ripristinare la viabilità interna utilizzando gli aiuti comunitari previsti dal Piano di sviluppo rurale. L’ennesima ondata di maltempo ha ulteriormente peggiorato la già precaria situazione delle infrastrutture e di molte colture nell’entroterra
Si temono pesanti danni ai pescheti dei Sicani e non si contano più le strade interne diventate percorsi ad ostacoli con pesanti ritardi nelle consegne. Disperate le condizioni del raccolto per almeno a 15 aziende. “Ci sono strade bloccate per chilometri che impediscono il collegamento tra le aziende tra Castronovo e S. Stefano Quisquina – denuncia il Sindaco  di Castronovo Onorato – I cittadini sono soli in balia dell’emergenza“-

Sull’emergenza maltempo il presidente della Regione Crocetta già ieri ha convocato un tavolo permanente a Palazzo d’Orleans. «Gli enti stanno seguendo attentamente l’emergenza maltempo, assicurando la loro presenza nei territori e intervenendo per risolvere i problemi critici nelle zone colpite e per ogni segnalazione ci si può rivolgere direttamente alla Protezione civile — dice il governatore Rosario Crocetta — È in corso la mappatura dei danni da parte di tutti i dipartimenti interessati, finalizzata non solo ad individuare gli interventi immediati, ma anche alla dichiarazione dello stato di calamità che verrà deliberata nei prossimi giorni dalla giunta».

È urgente l’approvazione da parte dell’Ars del piano approvato in giunta relativo all’utilizzo dei fondi Poc, dove sono previsti moltissimi altri interventi destinati ai territori danneggiati da calamità naturali». L’inverno è appena all’inizio e altre piogge non tarderanno ad arrivare. Se le precipitazioni seguissero i tempi degli interventi burocratici tutto sarebbe più facile.