Giuseppe Lena, conferito il sigillo di Benemerito alla Memoria dell’Ateneo di Palermo

PALERMO – Si svolta ieri sera, nell’atrio del Palazzo Steri, la cerimonia di consegna del titolo di “Benemerito dell’Ateneo alla Memoria”. Premiati, assieme al giovane studente di Medicina Giuseppe Lena, scomparso tragicamente lo scorso dicembre 2013, anche Norman Zarcone, Aldo Naro e Francesco Paolo Raimondi, anche loro giovani studenti dell’Università di Palermo venuti a mancare prematuramente.

La cerimonia, svoltasi in occasione della VII edizione di Univercittà, è stata presieduta dal Rettore Roberto Lagalla, alla presenza di numerose autorità accademiche e istituzionali tra le quali il Rettore eletto Fabrizio Micari. Un riconoscimento voluto dal Magnifico Rettore e dal Senato accademico nonchè dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia, quale “Giusta attestazione per quanti, operando a vario titolo all’interno dell’Ateneo, abbiano contribuito ad arricchirne con la loro preziosa azione, il patrimonio professionale e umano, offrendo talvolta, attraverso la loro scomparsa, un messaggio di altruismo e generosità”.

“Con la speranza nel futuro questi studenti frequentavano le nostre aule universitarie – ha ricordato il Rettore Lagalla. Dobbiamo ricordare il loro contributo perché passato, presente e futuro sono inevitabilmente collegati alla memoria”.

Giuseppe era un ragazzo brillante, lo aveva dimostrato sin da bambino: con i suoi traguardi raggiunti sempre col massimo dei risultati, a partire dagli anni del liceo e poi anche dopo il superamento del test di ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Palermo. Era solo al secondo anno di Medicina, con tanta strada davanti ancora da percorrere, eppure era già un uomo, e sarebbe diventato di certo un grande medico. Lo hanno dimostrato la sua generosità e le piccole, ma importanti scelte quotidiane: già donatore di sangue, aveva manifestato la volontà di donare gli organi ai propri genitori, in quell’occasione disse: “Che medico può essere uno che non sceglie di donare gli organi!”. Generosità e altruismo riconosciutegli non solo dalla benemerenza voluta dai rappresentanti del mondo accademico, qualità per le quali Giuseppe Lena viene sempre ricordato. Ed è proprio grazie a queste, alla sua scelta volontaria di donare gli organi e al nobile gesto della famiglia che cinque persone stanno continuando a vivere, come Giuseppe avrebbe desiderato.

Regalare qualcosa di sé agli altri, Giuseppe lo aveva sempre fatto: stava lavorando ad un e-book, rimasto incompleto, contenente le istruzioni per affrontare il test di medicina. Aveva scritto che non serviva alcuna pozione magica, né soltanto basta la frequenza a quei corsi di preparazione per i quali i genitori fanno sacrifici enormi a causa dei costi altissimi. Bastava studiare molto, scriveva, e cercare di arrivare al giorno del test con quanta più serenità si poteva avere. Quella di entrare in medicina doveva essere davvero la più grande sfida vinta, doveva esserne davvero fiero, così come lo sono sempre stati i suoi genitori e familiari. Come dimenticare quest’altruismo, assieme al quel sorriso disarmante che ha persino penetrato i cuori di chi non ha fatto in tempo a conoscerlo?