Sutera: l’ex sindaco Difrancesco sulla vicenda ascensore

SUTERA – Riceviamo & Pubblichiamo una lettera dell’ex sindaco di Sutera, Gero Difrancesco, sulla vicenda dell’ascensore portata alla ribalta dai media nazionali.

Sutera si ribella al tritacarne mediatico

Il ciclone mediatico che si è abbattuto su Sutera ha lacerato l’anima della gente demolendo l’ immagine turistica e culturale che il paese, lentamente e faticosamente, aveva acquistato negli anni. Una denigrazione bella e buona frutto della mania di protagonismo di una giornalista, che, falsando gli elementi descrittivi del paese, ha voluto fare scandalismo e sensazionalismo della peggiore specie. E’ riuscita nel suo intento approfittando dello spazio mediatico a sua disposizione e trovando una cassa di risonanza nelle reti televisive che, a ruota ed acriticamente, hanno seguito le sue propalazioni. Il paese ne è rimasto sorpreso, sconvolto, umiliato ed ha reagito riunendosi in una assemblea popolare per dare sostegno e fiducia ai suoi amministratori attuali e passati, e far sentire loro l’afflato di solidarietà, che li ha accomunati nella violenta aggressione subita.
Sutera non è un paese senza bar aperti durante la settimana, senza scuola, senza preti; né un paese che non ha visto mai 20.000 visitatori dal dopo guerra ad oggi, come hanno voluto rappresentarlo artificiosamente i giornali e i video giornali degli ultimi giorni, ma un comune di grande tradizione storico culturale, con scuole, museo, biblioteca, auditorium e un ufficio turistico aperto tutti i giorni feriali; un paese con tre bar, due bed and breakfast, un agriturismo, un ristorante, una pizzeria, una rosticceria e beni culturali e paesaggistici di inestimabile valore; un paese con una piscina aperta ogni estate, un campo di calcio, un campo di tennis e una palestra che pratica arti marziali;
Sutera è un paese pulito (con una altissima percentuale di differenziata e un isola ecologica distante dall’abitato) con un Presepe Vivente che, in solo otto giornate, durante le festività natalizie, raggiunge le 20.000 presenze accennate e con un turismo stagionale che triplica la sua consistenza demografica nella stagione estiva; è un paese in cui le iniziative culturali, le mostre d’arte, le pubblicazioni bibliografiche, le attività sociali si contano a centinaia e a cadenza giornaliera; un paese che ha scommesso sul turismo ambientale, (passeggiate ecologiche, escursione nel territorio, ricognizioni archeologiche e naturalistiche) convegnistico e religioso per evitare la ripresa di una emigrazione che negli ultimi 50 anni ha stremato il suo patrimonio umano; un paese di 1400 abitanti che pur nella sua mitezza e nella sulla disponibilità all’accoglienza (ha avviato anche un progetto SPRAR) è orgoglioso e fiero, e non si è mai piegato davanti alle difficoltà incontrate né di fronte ai potenti e ai prepotenti.
E’ stato questo piccolo paese che si è opposto a quell’inceneritore del piano regionale per i rifiuti collocato in prossimità del fiume Platani che avrebbe dovuto bruciare le immondizie di mezza Sicilia; quello che ha fatto battaglie contro i disboscamenti selvaggi autorizzati dalla Regione Siciliana che hanno cambiato la natura del territorio tra Mussomeli, Serradifalc e San Cataldo; quello che ha aderito al patto dei sindaci per la riduzione dell’anidride carbonica in atmosfera e l’utilizzo di fonti energetiche alternative; quello che ha dichiarato il suo territorio zona denuclearizzata, puntando il dito nei confronti delle ecomafie responsabili dell’inquinamento territoriale, della trasformazione dei siti minerari in cloache per i rifiuti tossici e dell’aumento dei tumori tra la popolazione della Valle del Platani.
E proprio con queste credenziali , questo paese, dipinto come un villaggio del terzo mondo in attesa di cibo, acqua e coperte da parte di qualche caritatevole ambulante, non accetta lezioni di ecologia da nessuno né tantomeno da occasionali pennivendoli d’assalto o di sedicenti ambientalisti amministratori di riserve regionali sotto inchiesta.
Questo paese è vivo, vitale e battagliero, e lo ha dimostrato con questa assemblea popolare partecipata da tanti cittadini comuni e da tutte le componenti politiche, che ha ribadito senza voci di dissenso, all’unanimità (pur tra le notevoli differenze politiche dei presenti), la scelta di avviare la costruzione del mezzo mobile su rotaia che collega la parte alta dell’abitato con la vetta del Monte San Paolino; ha ribadito la sua valutazione positiva e il suo consenso ad un impianto che completa una offerta turistica globale in grado di attrarre attenzioni da parte di tutto il mondo e permettere anche ai disabili e agli anziani di raggiungere il Santuario diocesano sul monte; ha ribadito la sua scelta di dare un futuro alle giovani generazioni, a quelli che si arrabattano nella precarietà assoluta, e che non vogliono abbandonare la loro terra; ha ribadito che il tanto vituperato Ecomostro è stato realizzato con tutti i crismi della legalità, in maniera condivisa, con tutte le difficoltà che la nazione ha incontrato in questi anni di crisi economica.
L’impianto infatti è stato realizzato senza violentare la roccia del monte San Paolino, ma adagiandosi ad essa, pronto ad andarsene via senza traumi, qualora non dovesse funzionare. E’ stato realizzato con il sostegno morale del vescovo che dopo la sua visita pastorale del 2006 aveva scritto agli amministratori comunali dell’epoca: “ Che la chiesa di san Paolino e santo Onofrio, che presto erigerò a santuario diocesano, merita di essere meta di pellegrinaggio, incontri e convegni, soprattutto per i giovani e le famiglie. Il turismo religioso e culturale può realmente diventare una risorsa per lo sviluppo sociale ed economico di Sutera, che si offre allo sguardo dei visitatori come un permanente presepe vivente. Voi cercate di essere sempre più uniti e solidari nel promuovere il bene dei cittadini e della città, fate lavorare la fantasia creativa per generare idee ed elaborare progetti concreti a breve, medio e lungo termine perché Sutera possa divenire quella “ Città posta sul monte” di evangelica memoria. Mi compiaccio per come avete reso agile e praticabile la salita verso il monte san Paolino e per le opere realizzate attorno e sotto il santuario. Spero che la realizzazione di un elegante ascensore possa permettere anche agli anziani e ai disabili la salita al Santuario…”
E’ stato realizzato con il placet della Sovrintendenza per i Beni Culturali cui la legge statale e regionale ha affidato la salvaguardia del paesaggio, costituzionalmente garantito, che ha ritenuto “ la nuova proposta progettuale esprima qualità architettonica e riferimenti simbolici, tali che l’impianto mobile previsto possa ben inserirsi nello straordinario contesto paesaggistico di Sutera, senza alterarne le caratteristiche urbane e morfologiche in quanto gli elementi tecnologici che lo compongono risultano, nelle forme, nei colori, nelle materie e nell’integrazione con i materiali naturali, consoni all’ambiente circostante…”
A nessuno quindi sarà consentito bistrattare l’opera e il paese e ad arrogarsi il diritto di definizioni supponenti e ingiuriose che rispecchiano soltanto opinioni personali, valutazioni personali, interessi personali. Il paese non si è mai sottratto al confronto e alla discussione ma non consente a nessuno di travisarlo, di calunniarlo e di vilipenderlo.
E’ quello che ha chiesto la popolazione riunita in assemblea agli amministratori comunali sia di maggioranza che di minoranza, sollecitandoli ad attivare nel più breve tempo possibile l’ascensore, ed a sperimentare tutte le possibilità per trovare le risorse economiche mancanti. Ha chiesto comunque, e prima di tutto, che venga tutelata l’immagine del paese e de suoi abitanti in tutte le sedi opportune compreso quelle giudiziarie affinché non passi ancora una volta che il sacrosanto diritto all’informazione e alla libertà di espressione diventi un potere (il quarto ) arrogante e tritacarne e possa soggiogare, sena diritto alla difesa, la libertà e l’autonomia di una “ ingens” seppur subtilisssima civitas.

Gero Difrancesco