Mussomeli, nasce in due istituti scolastici un’associazione antibullismo

auditorium_virgilio_1MUSSOMELI – Hanno raggiunto l’obiettivo il presidente dell’Associazione Antiracket e Antiusura “Noi e la Sicilia” Enzo Russo e il Prefetto di Caltanissetta Carmine Valente, intervenuti presso l’Auditorium di contrada Prato per discutere con i ragazzi di bullismo.
Così come lo hanno raggiunto i referenti per la legalità del II Comprensivo “Giudici” e dell’Istituto Superiore “Virgilio” Tonino Calà e Mariarita Mendola.
La platea ha risposto entusiasta al loro appello di aderire all’Associazione Antibullismo “Io ho scelto” che sarà fondata all’interno delle due istituzioni scolastiche, scelte come scuole pilota.
Si tratta di un progetto nato da un accordo tra il Prefetto, il dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Caltanissetta Antonio Gruttadauria, l’associazione “Noi e la Sicilia” e 6 scuole della provincia nissena, con l’obiettivo di formare una sana cultura della legalità, prevenendo e combattendo il manifestarsi di comportamenti violenti e nocivi per lo sviluppo armonico e sociale degli alunni.
Lo statuto della nascente associazione sarà elaborato dallo stesso Prefetto. Dopodiché gli iscritti eleggeranno un proprio referente di classe che periodicamente si riunirà con gli altri referenti e con il presidente dell’associazione per valutare eventuali situazioni di bullismo di cui sono venuti a conoscenza da parte dei compagni, così da poterle contrastare pacificamente con la forza del gruppo.
Un’iniziativa che sarà sperimentata per la prima volta nella provincia nissena, ma che, sperano i promotori, possa essere presto esportata nel resto d’Italia.
Di certo, dopo l’incontro di oggi, le aspettative di adesione a questa nuova realtà scolastica sono alte, come emerge anche dall’intervista  al presidente di “Noi e la Sicilia” Enzo Russo.

Presidente Russo, un commento sull’incontro di oggi e sull’interesse dei ragazzi per l’argomento trattato
“Quello che mi ha colpito è che ovunque io vada i ragazzi rispondono tutti nello stesso modo. Il numero è più o meno lo stesso, la risposta è sempre entusiasta, segno che il concetto in sé ha un valore ma che evidentemente c’è anche un bisogno e c’è una ricettività. E il fatto di responsabilizzarli non li spaventa, li galvanizza. Purtroppo l’errore che stanno commettendo in questi decenni le famiglie è stato quello di non responsabilizzare i figli, ma piuttosto di coccolarli o di renderli esenti ai problemi che li circondano. Quindi sono convinto che anche a Mussomeli ci sarà una risposta fortissima, contro le previsioni che sentivo fare i primi tempi su paesi come Riesi e pure Mussomeli per esempio, che hanno avuto sempre una connotazione particolare. Forse i loro padri e i loro nonni erano corrispondenti a questa connotazione, figli o nipoti credo di no. Le rivoluzioni si fanno anche senza bisogno di spargimento di sangue.”

Sulla base dell’esperienza maturata in questi incontri, pensa che il bullismo sia maggiormente diffuso tra i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado o di secondo grado?
“Mi dicono che sia la scuola media la più critica. Il passaggio dalla scuola elementare, quando tutto sommato sono bambinetti vivaci, alle medie quando cominciano ad avere una maggiore consapevolezza, rappresenta un momento critico. È  la zona grigia tra il bambino e l’adulto. È lì che si  sviluppano gli atteggiamenti tipici di un bullo.”

A proposito di bulli, cosa gli direbbe?
“A un bullo direi: caro amico, il tuo tempo sta per scadere.”

E a chi è vittima di un bullo…
“Guardati intorno perché adesso hai degli amici e degli alleati.”

All’incontro erano presenti tra gli altri i dirigenti dei due istituti coinvolti Calogera Genco e Mario Barba.