Acqua pubblica: mobilitazione a difesa di un pubblico servizio

MONTI SICANI – Il comune di Santo Stefano Quisquina ha affisso un pubblico manifesto a nome dell’amministrazione e del consiglio comunale, mentre San Giovanni Gemini – pur avendo a suo tempo consegnato gli impianti idrici alla Girgenti Acque – nel corso dell’ultima riunione del suo consiglio comunale, riconoscendo di aver commesso un errore, ha espresso solidarietà a tutti quei paesi che si sono rifiutati di cedere le reti idriche ai privati. La questione è sostanzialmente una: quella del ritorno al servizio pubblico di gestione dell’acqua.

Come rimarcato anche da una presa di posizione da parte dei circoli Pd della montagna, in questi giorni i cittadini dei Monti Sicani – soprattutto quelli della provincia di Agrigento – sono stati invitati a mobilitarsi per dare un sostegno concreto alla causa dell’acqua pubblica. Con il referendum del 12 e 13 maggio 2011, infatti, la popolazione si era espressa a favore di un ritorno in mano alle pubbliche amministrazioni della gestione del servizio idrico. A rimarcare la scelta popolare è intervenuta anche la Corte Costituzionale, che con sentenza del 20 luglio 2012 – la n. 199 – ha dichiarato l’illegittimità delle norme che obbligano alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.

L’ormai ex governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, ha invece nominato un commissario con il compito di obbligare i comuni che si erano rifiutati di consegnare i propri impianti ai privati, nella persona di Teresa Restivo.

Da qui l’invito alla mobilitazione per la difesa – da parte dell’intera popolazione – della pubblicità dell’acqua: in testa il comune di Santo Stefano Quisquina, fra i “ribelli” che avevano apposto il proprio veto alla consegna delle reti alla Girgenti Acque.