Il Milena protesta con Morgana

Tuona contro il sistema arbitrale con una lettera aperta al massimo esponente del calcio siciliano, Sandro Morgana, la società Milena Calcio militante nel campionato di Prima Categoria dove, domenica scorsa per protesta contro le decisioni e soprattutto gli atteggiamenti dell’arbitro nella gara contro la Libertas Racalmuto, per tutto il secondo tempo ha inscenato una forma di protesta plateale non oltrepassando volutamente la propria metà campo. Riportiamo testualmente il contenuto che il presidente del sodalizio milenese, Carmelo Palumbo, (nella foto) ha indirizzato al Presidente del Comitato Regionale Siculo della F.I.G.C. avv. Sandro Morgana. “Il sottoscritto Palumbo Carmelo, n.q. di presidente e legale rappresentante della A.S.D. Milena Calcio,  porta alla cortese attenzione della S.V., quanto segue: Domenica scorsa, 18 marzo 2012, si è disputata, presso lo Stadio comunale di Grotte,  la partita, valevole per il campionato di calcio di I categoria, girone H, tra la Libertas Racalmuto ed il Milena Calcio. Le due sono società amiche e tale sentimento hanno comprovato, anche in esito alla gara anzidetta. Senonchè quella che poteva essere una piacevole  partita di calcio, in una splendida domenica di sole, è stata completamente rovinata dal direttore di gara, Sig. Antonio Vivoli, della sezione di Palermo. Premettiamo di non avere intenzione di proporre le classiche polemiche su errori tecnici (che pure si sono verificati, a nostro danno), ma illustreremo i comportamenti che ci hanno portato, nel secondo tempo, a non superare la nostra metà campo, come segno di protesta contro una direzione di gara, a dir poco scandalosa…

1.   L’arbitro, durante la partita, assumeva, nei confronti dei giocatori e dirigenti del Milena, un atteggiamento provocatorio, complimentandosi e, quasi incitando, i calciatori avversari.

2.   Sempre il Sig. Vivoli sfidava con lo sguardo e con il corpo (petto in fuori, per intenderci, contro il petto di qualche nostro tesserato) i nostri calciatori

3.    Rifiutava, in campo, il dialogo con il nostro capitano che molto educatamente lo richiedeva e, così, esasperava ulteriormente gli animi.

4.   Riprendeva il secondo tempo della gara, solo dopo l’arrivo delle Forze dell’Ordine, ritenuto dallo stesso Vivoli necessario come se la incolumità di qualcuno, o la sua in particolare, fossero a rischio, in una gara, ove nessuna violenza e nessuna minaccia di violenza si sono verificate, né in campo, né fuori dallo stesso.

Orbene, Illustre Presidente, la nostra non vuole essere e non è una richiesta di tutela, perché ci siamo sentiti danneggiati dall’arbitraggio di Vivoli, bensì un segnale, un monito che mira ad evitare che personaggi come il direttore di gara di domenica scorsa possano rovinare il mondo dello sport, e del calcio, in particolare, che, a livello dilettantistico, è, e deve rimanere, una sana passione. Siamo una piccola società sportiva che, con dedizione quotidiana e con sforzi economici non indifferenti, mira a garantire all’altrettanto piccolo centro che rappresenta, la esistenza di una squadra di calcio dignitosa, in grado di dare soddisfazioni, ma soprattutto, in grado di far divertire i nostri tesserati ed i nostri tifosi. Proprio di questo ci “lamentiamo”! Domenica scorsa, ci sia consentito di dire, non per colpa nostra, non si è divertito nessuno; non noi, non i nostri tifosi, ma, e lo abbiamo capito, neanche i nostri avversari! Sia chiaro, non pretendiamo che gli arbitri siano infallibili e ringraziamo, anzi chi ce li mette a disposizione; ma “pretendiamo”, si passi l’espressione, Signor Presidente, che il direttore di gara non sia, come il signore di domenica scorsa, arrogante, aggressivo e volutamente indisponente, protagonista consapevole di un film che non è piaciuto proprio a nessuno e che ha rovinato quella che poteva essere una bella partita di calcio, indispettendone tutti i veri protagonisti. La ringraziamo per avere letto queste poche parole che vogliono essere più che uno sfogo, un momento di riflessione, per far sì che il calcio, che a noi tutti sta a cuore, non si trasformi in un incomprensibile meccanismo di autoesaltazione di qualcuno, ma rimanga quel meraviglioso spettacolo che, domenica per domenica, ci fa gioire, soffrire, lottare, ma, comunque, sportivamente divertire.

Rino Pitanza