GMG 2016, la testimonianza di una giovane villalbese

Foto di Maria Angela Pullara
Foto di Maria Angela Pullara

VILLALBA – La sua emozione è visibilmente intensa, così come intenso è il mix di sensazioni che si è portata dentro e che sono ancora vive e da metabolizzare, tante le cose su cui riflettere, gli interrogativi ai quali trovare delle risposte, un passo avanti è stato fatto ma la ricerca è ancora lunga come lei stessa ammette. Per Rossella Mendola, giovane villalbese che ricopre la carica di Vice Sindaco, partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù che si è svolta a Cracovia è stata la realizzazione di un sogno. Un’occasione di accrescimento non solo spirituale, ma personale, un modo per confrontarsi con giovani provenienti da ogni parte del mondo, di manifestare la propria fede ed il proprio impegno.

Come è nata l’idea di partire?

L’idea è nata in maniera molto naturale dopo aver condiviso insieme ad altri ragazzi diversi momenti di aggregazione organizzati dalla Pastorale Giovanile Diocesana di Caltanissetta di cui faccio parte. Tra gli obiettivi che ci prefiggiamo c’è la promozione delle iniziative rivolte ai giovani allo scopo di condividere insieme i momenti più importanti del percorso spirituale cristiano. La partecipazione alla GMG è stata dunque una prosecuzione naturale delle attività che svolgiamo insieme ed anche la realizzazione di un desiderio che ho sempre portato dentro. Quando in diocesi si è iniziato a parlare della possibilità di partire ho subito approfittato dell’occasione che mi si offriva. Considerando che la manifestazione si sarebbe svolta a Cracovia, un luogo relativamente vicino e facile da raggiungere, ho pensato che non potevo lasciarmi sfuggire questa preziosa chance.
E’ un progetto al quale abbiamo lavorato per circa due anni e alla fine siamo partiti in 38 dalla diocesi di Caltanissetta accompagnati da 3 sacerdoti.

Qual’è stato il momento più emozionante?

Di momenti carichi di emozione ce ne sono stati diversi. Sicuramente uno dei più forti è stato vedere il passaggio di Papa Francesco sulla papa mobile. Ma molto toccante e carico di spiritualità è stata anche la veglia del sabato, eravamo in 1600000 circa, tutti riuniti in preghiera. La sensazione di sentirsi parte integrante di un’unica grande famiglia è indescrivibile. C’era un’atmosfera di pace e tranquillità. Abbiamo avuto modo di ascoltare la testimonianza commovente di Dand Mittri, una ragazza siriana che vive ad Aleppo e che ci ha raccontato di come la sua intera esistenza sia condizionata dall’idea della morte e dalla sofferenza. Ogni giorno esce di casa per andare al lavoro ed ogni giorno si chiede se vi farà ritorno o se troverà ad aspettarla la sua famiglia. Si è costantemente circondati dalla violenza e dallo spargimento di sangue e la cosa più dolorosa è l’assenza di una qualsiasi via di fuga. Ed è difficile in una situazione come questa restare aggrappati alla fede e alla speranza, finisci per chiederti se Dio esista davvero e se è possibile che permetta di vivere in questo modo. Quelle parole ti fanno capire di quanto la nostra vita, pur con le difficoltà quotidiane, sia fortunata e preziosa.
E poi come dimenticare la visita ai campi di concentramento di Auschwitz e di Birkenau. E’ stata una giornata carica di sensazioni molto forti. Il sole cocente e l’aria umida stonavano con le emozioni che stavo provando dentro mentre camminavo per quei viali sterrati, mentre visitavo le baracche nelle quali hanno vissuto quei prigionieri, le camere a gas e i pali dell’impiccagione nei quali sono stati brutalmente uccisi. L’atmosfera era pesante e carica di dolore, potevo percepire in maniera tangibile le emozioni che i miei compagni provavano. Ho deciso di non fare nessuna foto in segno di rispetto per la sofferenza e la disperazione di quei milioni di ebrei che vi hanno trovato la morte; lo trovavo fuori luogo visto che non si tratta di mete turistiche ma di luoghi di memoria per ricordarci ciò che è stato e ciò che non dovrà mai più essere.

Che atmosfera si percepisce in un evento come questo?

Sicuramente un’atmosfera carica di allegria, gioia. Le strade erano invase di giovani provenienti da ogni parte del mondo che cantavano e socializzavano tra loro. Un’aria di festa che si respirava ovunque ed in ogni momento. Capisci in una manifestazione come questa che Gesù muove il mondo e riesce a far riunire in nome suo tutte queste persone. Nei momenti di raccoglimento c’era una grande attenzione da parte di tutti, la voglia di esserci in ogni momento e riuscire a capire ogni singola parola nonostante la difficoltà della lingua. C’era una grande sete di Dio ed un grande senso della fede.
Devo ancora metabolizzare le sensazioni che ho provato e i frutti di quest’esperienza, ma penso che il semplice essere a disposizioni di chiunque è già qualcosa. Come ha detto il Papa “la GMG finisce adesso ma inizia domani nelle vostre case. Dovete essere voi a testimoniare il valore della fede e l’amore verso il fratello. Dovete essere voi a cambiare il mondo”.
Così rifletti su cosa significa cambiare il mondo, ed io penso che si debba partire da ciò che si fa quotidianamente nel proprio piccolo impegnandosi ad essere misericordiosi ed imparando ad amare i propri nemici.
Che valore ha secondo te una GMG in questo momento storico?
Fa riflettere il fatto che milioni di giovani si muovono alla ricerca di Dio in un momento di grande tensione, riuscendo a scavalcare le proprie paure riguardanti il terrorismo. Questo ti fa capire di quanto voglia ci sia nel mondo di non farsi dominare da tutte queste sensazioni negative. Come il Papa ha ricordato, la GMG è stata un’occasione non per parlare di violenza, di odio, di guerra, ma per parlare di amore e pace e migliorare noi stessi e il mondo. Il seme è stato gettato ora tocca a noi diffonderlo nel mondo e farlo dilagare.

Come ha cambiato, quest’esperienza, il tuo modo di vivere la fede?

In realtà non l’ha cambiata nel senso che io sono sempre stata convinta della mia fede, ma l’ha rafforzata senza dubbio. Ho sempre avuto la consapevolezza dell’esistenza di un Dio misericordioso anche se, ovviamente, le mie convinzioni sono maturate con il tempo. Sono sempre stata vicina alla Chiesa ed impegnata nelle attività della parrocchia. Ma partecipare alla GMG ha rafforzato il mio credo e spero di poterlo trasmettere, a partire da adesso, in maniera più incisiva rispetto a prima. E’ stato un evento che mi ha molto segnata. Cerco di mettere giorno dopo giorno in atto gli insegnamenti di Cristo nonostante le mie debolezze e i miei limiti umani.

Qual’è l’insegnamento più importante che ti sei portata dietro?

Sicuramente la convinzione che noi siamo in dovere di dover cambiare il mondo, una cosa facile a dirsi e molto più difficile ad attuarsi. Dobbiamo partire dalle piccole cose, dai semplici gesti quotidiani per dare testimonianza dell’amore di Dio e per migliorare noi stessi e gli altri. Tutto si deve tradurre in azoni di misericordia nelle azioni quotidiane.

Flavia Fruscione