
SANTO STEFANO QUISQUINA – Torna dopo qualche anno la rievocazione storica all’Eremo della Quisquina, quest’anno dedicata alla vita degli Eremiti e dei loro più illustri ospiti, rimasti presso la struttura monacale dal 1693 sino al 1985, quando morì l’ultimo storico eremita, Fra Vicè, (al secolo Filippo Cacciatore). Venerdì 31 luglio dalle ore 20:30 presso l’Eremo di Santa Rosalia a Santo Stefano Quisquina sarà possibile ripercorrere la storia del convento domenicano tra racconti e aneddoti sulla vita dei Frati.A circa sei km di distanza dal centro abitato, il complesso eremitico si compone del seicentesco Santuario, della Santa Grotta, che ospitò Santa Rosalia tra il 1150 ed il 1162, ed il Convento, oggi percorso museale, che fu abitato da una congregazione di eremiti sotto il tutoraggio dei Principi Ventimiglia, famiglia baronale regnante sul territorio intorno al 1700.
Visitato da vescovi, cardinali, o anche semplici passanti, l’Eremo della Quisquina (dal saraceno “Koschin”, luogo oscuro) diventa punto di riferimento per principi, viaggiatori, artisti ed anche scrittori, come Andrea Camilleri, che proprio in quei luoghi ha ambientato uno di suoi romanzi storici, “Le pecore ed il pastore” (Ed. Sellerio) ispirato all’attentato di Monsignor G.B. Peruzzo, vescovo di Agrigento. L’Eremo, luogo di culto, di arte e di mistero, fu crocevia di nobili, generali spagnoli e personaggi ambigui che hanno segnato la storia secolare cominciata il 14 luglio nel 1693 con la benedizione dei sai e della regola da parte del Cappuccino P. Michelangelo. Il luogo é stato oggetto anche di Bolle papali: nel 1719 Clemente XI e nel 1722 Papa Innocenzo XIII, concessero l’indulgenza plenaria per i pellegrini in visita all’Eremo. L’evento è patrocinato dal Comune di Santo Stefano Quisquina e realizzato grazie alla volontà dei soci dell’Associazione Pro Loco e degli amici volontari.
Per maggiori informazioni e prenotazioni si può contattare l’Associazione Pro Loco ai numeri: 0922989805 o 3475963469