
PRIZZI – Si è svolta, domenica 10 maggio, la manifestazione cinofila “Un amico non si compra!”. Un titolo impegnativo, quello della manifestazione, che vuole essere un invito a prediligere l’adozione di cani che vivono o hanno vissuto situazioni di disagio piuttosto che la compravendita di cani di razza.
L’idea della manifestazione nasce dal tentativo di sottolineare l’importanza di un tema quale il randagismo, importanza, per altro, sancita dalla stessa Legge regionale 15/2000 che, in attuazione della Legge 14 Agosto 1991, n. 281, promuove la protezione degli animali, l’educazione al rispetto degli stessi e sostiene gli interventi finalizzati alla tutela della salute umana ed animale, alla salvaguardia del territorio, al riequilibrio ambientale ed alla prevenzione del randagismo. Promotori dell’iniziativa sono stati alcuni giovani intraprendenti e da sempre sensibili alle situazioni, spesso drammatiche, vissute dai randagi. Il loro impegno volontario nella lotta al randagismo li ha portati spesso ad occuparsi personalmente dei cani raccolti per strada, facendosi carico delle spese necessarie per le cure.
Ben centododici cani hanno partecipato, insieme ai loro proprietari, alla sfilata di moda canina Fashion Dogs, a cura di I Love Animals di Rosalba Giordano, e alla mostra canina, aperta a esemplari di tutte le razze, animando sin dal primo pomeriggio le due vie principali del paese, Corso Finocchiaro Aprile e Via Libertà. La partecipazione alle due attività non ha previsto alcuna quota di partecipazione. I fondi per la realizzazione sono stati raccolti tramite la vendita dei biglietti della lotteria. Sia la sfilata che la mostra si sono concluse con una premiazione ad opera di una giuria che, ad eccezione dell’unico veterinario presente, non è stata composta da giudici esperti, come hanno voluto sottolineare Rosalba Giordano e Elvira Compagno, due delle organizzatrici. «Ci interessava far giudicare i cani da persone non del tutto competenti, in modo che il giudizio finale fosse mosso più dalla simpatia suscitata dal cane in gara e dal suo stato di salute, piuttosto che dalla sua razza o bellezza», hanno dichiarato le due ragazze.
Una manifestazione organizzata per i cani randagi, che vede sfilare soprattutto cani di razza, potrebbe lasciare perplessi e peccare apparentemente d’incoerenza. Ciò soltanto se ci si ferma ad uno sguardo superficiale. La manifestazione nasce, infatti, con l’intento di far partecipare i soli cani meticci ma finisce per aprire le porte a tutti i cani, senza alcuna distinzione, in modo da coinvolgere un maggior numero di persone e permettere a tutti di trascorrere un piacevole pomeriggio di divertimento insieme ai propri animali. «La giornata di domenica è stata per noi un giorno in cui divertirci e stare insieme anche se non tutti l’hanno vissuta così e, probabilmente, tra tanta gente preoccupata principalmente della vittoria, si è perso il messaggio autentico che volevamo comunicare», ha dichiarato Rosalba.
«Grazie alla manifestazione e al gran numero di partecipanti, domenica abbiamo dato a tutti i locali lungo le due vie la possibilità di lavorare e, nonostante le critiche, noi siamo soddisfatti. Il nostro obiettivo era anche quello di coinvolgere un gran numero di persone in modo da favorire anche le attività commerciali e ottenere un gran numero di consensi per la nostra causa. Riteniamo importante affrontare il tema del randagismo e far parlare del problema. Siamo coscienti delle problematiche fondamentali del paese a cui il Comune deve dare priorità, ma noi vogliamo comunque impegnarci affinché il randagismo sia considerato un problema ugualmente rilevante», ha aggiunto Elvira.
Come affermato dalle stesse organizzatrici, la manifestazione è stata inoltre uno strumento per individuare fra i partecipanti un ipotetico gruppo di persone interessato a fondare a Prizzi un’associazione di volontariato che possa promuovere il rispetto per gli animali e rimediare alla mancanza di una struttura adeguata all’accoglienza dei randagi. Sarebbero, infatti, elevati i costi da affrontare per la creazione di tale struttura che, come affermato dal Sindaco Luigi Vallone, non rientra tra i progetti imminenti che il Comune di Prizzi intende intraprendere.
L’impegno del Comune di Prizzi nella prevenzione del randagismo si concretizza già nelle giornate, organizzate in media cinque volte all’anno in collaborazione con l’ASP. Durante tali giornate i proprietari possono far applicare gratuitamente il microchip, obbligatorio per legge dall’anno 2000 entro i primi due mesi dalla nascita o adozione, al proprio cane. In tal senso, nel mese di giugno, a Prizzi saranno applicati i microchip a un totale di quaranta cani. Inoltre, il Comune ha stipulato una convenzione con l’associazione cinofila Qua la zampa di Bisacquino che fornisce assistenza per quanto riguarda la cattura di cani pericolosi, l’accoglienza presso le proprie strutture e la cura dell’animale.
Come confermato dallo stesso Comandante della Polizia Municipale di Prizzi, il Dott. Domenico Mancuso, il fenomeno del randagismo nel territorio prizzese rientra nella norma e non è così grave da ritenere necessaria la creazione di un rifugio sanitario. «Il Comune di Prizzi è dotato di un efficiente servizio di controllo e prevenzione del randagismo e costante è la verifica, da parte della Polizia Municipale, della presenza di randagi su tutto il territorio, prestando particolare attenzione agli interventi vicino alle scuole» ha dichiarato il Comandante. Lo stesso ha comunque apprezzato l’idea delle ragazze di creare un’associazione di volontariato, sottolineando il valore di campagne o eventi volti alla sensibilizzazione in merito a temi quali l’abbandono e la sterilizzazione per il controllo delle nascite.
Anche il Sindaco ha ringraziato le ragazze per aver organizzato la manifestazione che è stata motivo di attenzione verso il problema e si è dichiarato disponibile a collaborare e sostenere il loro impegno come il progetto di un’associazione di volontariato: «E’ un modo per aumentare le occasioni in cui trattare il tema del randagismo e sensibilizzare i cittadini in merito a problemi quali l’abbandono e il rispetto degli animali. È sicuramente una nobile causa e un impegno da apprezzare che il Comune appoggia e riconosce».
Le critiche non potevano non mancare. Certo è, però, che la manifestazione è stata comunque un’occasione per porre l’attenzione sul trattamento degli animali e, essendo il cane pur sempre “il migliore amico dell’uomo”, non si nega mai un po’ di attenzione al proprio migliore amico.
Giusi Francaviglia
Foto a cura di Sasà Giacchino