
SANTO STEFANO QUISQUINA – Approvata all’unanimità e immediatamente esecutiva la proposta di delibera votata durante l’ultimo consiglio comunale, convocato in seduta straordinaria e aperta lo scorso 30 agosto: all’ordine del giorno l’adesione all’iniziativa portata avanti dall’ANCI Sicilia contro i tagli ai finanziamenti regionali per i Comuni inferiori a 5000 abitanti. Una riduzione che ammonta a circa il 60% dei fondi destinati ai Comuni nel 2012, e che metterebbe in ginocchio le già disastrate amministrazioni, costrette a far salti mortali per far quadrare i conti e assicurare i servizi minimi alla comunità.
Presenti all’adunanza anche i sindaci di Alessandria della Rocca, Alfonso Frisco, e di Cianciana, Santo Alfano, oltre ad altri rappresentanti del consiglio dei paesi vicini: anche loro nell’imbarazzante situazione di dover centellinare le spese e decidere cosa mantenere (seppur con spesa ridotta) e cosa, invece, tagliare senza pietà alcuna.
Una serie di tagli e riduzioni che sconvolgerebbe il normale funzionamento di una comunità: basti pensare che verrebbero meno servizi essenziali, come l’assistenza agli anziani e ai meno abbienti, il trasporto scolastico per la scuola dell’obbligo e per i pendolari, il servizio mensa scolastica, la manutenzione stradale e fognaria, l’illuminazione cittadina, insomma in poche parole la vita della comunità rischierebbe di andare in tilt in poco tempo per l’assenza dei finanziamenti indispensabili.
Una situazione, però, di cui forse non si è percepita la gravità: scarsa la presenza dei cittadini durante il consiglio comunale, per disinteresse o per disinformazione, anche se la tematica riguarda i cittadini molto da vicino.
«Mi sento curatore fallimentare di un’amministrazione a rischio dissesto – afferma il sindaco Francesco Cacciatore – la situazione è molto più grave di quanto non viene percepito dai cittadini, i tagli sono devastanti, non possiamo redigere il bilancio di previsione del 2013 e, visti i conti, il rischio dissesto si fa sempre più reale.»
Il passo successivo è il coinvolgimento reale di tutti i cittadini, per far sì che la battaglia esca dalle aule consiliari e la protesta arrivi, concreta ed eclatante, ai palazzi del potere, dove i rappresentanti votati dai cittadini sembra abbiano dimenticato quale bene comune perseguire dall’alto dei loro scranni.
Nei prossimi giorni l’iniziativa dell’ANCI sarà votata anche nei paesi viciniori: il 2 settembre a Bivona, il 3 a Cianciana.
Valentina Maniscalco