Aumento concessioni alla Nestlè: bufera su Crocetta e piede di guerra a Santo Stefano

ASTINENZA E POLITICA; CROCETTA FA VOTO DI CASTITA', SE ELETTOSANTO STEFANO QUISQUINA – Aveva basato la sua campagna elettorale e i primi mesi del suo governo regionale sull’acqua pubblica, un punto considerato fondamentale nella sua tanto decantata “rivoluzione”. Ma adesso Crocetta ci ripensa, e fa dietro front: sulla Gazzetta Ufficiale Regione Siciliana del 12 luglio scorso compare il decreto, a firma dell’assessore all’energia e servizi di pubblica utilità Nicolò Marino, che concede alla società Sanpellegrino SpA, ovvero al marchio Nestlè – Vera Santa Rosalia, un’ulteriore dotazione idrica di 10 l/sec, in aggiunta ai 10 già concessi, respingendo tutte le opposizioni di sindaci e amministratori dell’area dei Monti Sicani, che da tempo si battono contro questa richiesta con analisi che delineano una situazione allarmante.

Una notizia che scatena subito la bufera: da anni i siciliani si battono per l’acqua pubblica, e questo annuncio – tra l’altro passato quasi inosservato nei media tradizionali – appare come una beffa per chi ci aveva creduto, per chi sperava che la tanto annunciata rivoluzione potesse partire dalle materie di fondamentale importanza, quale la pubblicità dell’acqua, per chi aveva espresso fermamente la propria volontà nel referendum del giugno 2011, che ad oggi sembra valere zero, quasi a sottolineare che la politica è dei pochi che stanno a palazzo, e alle masse non resta che accondiscendere alle decisioni, anche stolte, che i pochi prendono per i più.

All’Ars i Grillini hanno annunciato battaglia, ma non sono i soli. A Santo Stefano Quisquina, paese in cui le problematiche relative all’oro bianco sono all’ordine del giorno, la mobilitazione è arrivata immediatamente. In una lettera aperta Alfonso Leto, da anni  sul fronte in difesa dell’acqua pubblica, pone al presidente Crocetta nove domande per chiarire le motivazioni che l’hanno portato alla decisione, in netto contrasto con quanto annunciato finora ai siciliani; domande che hanno trovato risposta oggi in un comunicato dell’assessorato all’energia e servizi di pubblica utilità, in cui si legge:

[…] Per quanto attiene all’ulteriore aumento di portata a 20 l/s, rilasciato con decreto n. 163 del 20.05.2013, è di primaria importanza, rilevare che l’Amministrazione si è limitata a dare adempimento:
alla sentenza n. 80/2011 con la quale il Tribunale Superiore delle Acque (T.S.A.P.) ha annullato la delibera di Giunta Regionale n. 20 del 3 febbraio 2009 (recante sospensione di procedimenti per il rilascio di concessioni per lo sfruttamento di acque minerali nel bacino idrico della Quisquina per temuta carenza di risorse idriche) e condannato la Regione a rifondere alla concessionaria spese ed onorari processuali; peraltro la sentenza, in considerazione della presenza di costanti monitoraggi e delle prove di portata effettuate, ha stabilito che a pieno titolo il concessionario deve vedersi rilasciare la concessione per il maggiore emungimento richiesto;
alla sentenza n. 49/2013 con la quale lo stesso T.S.A.P. ha accolto il ricorso della Sanpellegrino per l’ottemperanza alla citata sentenza n. 80/2011 e nominato il Commissario ad acta il Prefetto di Palermo, nel caso di persistente inadempimento dell’Amministrazione, con conseguenti pesanti oneri sanzionatori.

il Dipartimento ha parimenti acquisito, anche in questo caso, i pareri favorevoli degli Uffici preposti alla regolamentazione e tutela dell’utilizzo dell’acqua per fini idropotabili, prevedendo più puntuali condizioni di monitoraggio, i cui dati dovranno essere trasmessi anche al Comune di Santo Stefano di Quisquina, alla società Girgenti Acque ed al Consorzio Tre Sorgenti.

Va osservato, comunque, che rispetto agli ulteriori studi teorici sul bacino richiesti con le opposizioni, che avrebbero comportato impegni difficilmente compatibili con le finalità della concessione, l’Amministrazione ha ritenuto di maggiore efficacia il monitoraggio costante della falda, che consente il rilievo immediato di qualsivoglia eventuale anomalia ed il conseguente intervento.

In ultimo, riguardo alla lamentata esiguità dei canoni gravanti sulla concessione, è appena il caso di richiamare che con l’art. 14 della L.r. n. 9/2013 l’importo degli stessi è stato notevolmente incrementato; ciò oltre a produrre un consistente vantaggio per l’erario regionale costituisce, di fatto, un deterrente all’uso indiscriminato della risorsa.

Infine non si è a conoscenza di pregiudizi che l’acqua emunta oggetto di concessione possano generare danno per gli usi idropotabili mentre si è appreso che i problemi idrici del Comune di Santo Stefano di Quisquina non riguardano la quantità di acqua bensì il servizio di potabilizzazione assicurato dallo stesso Comune e dal Gestore del Servizio idrico locale.

Pertanto:
assolutamente distorta è la raffigurazione dei fatti, posto che non vi è alcuna correlazione fra l’acqua oggetto di concessione mineraria e l’acqua ad uso idropotabile;
nessuna tutela di interessi privati è stata posta in essere, mentre si è dato doveroso adempimento ad una sentenza del Tribunale Superiore delle Acque, per fatti non ascrivibili a questo Governo, ma discendenti dall’annullamento di una precedente delibera di Giunta da parte del tribunale;
anche lo stesso provvedimento pubblicato in GURS garantisce comunque la subordinazione dell’uso concessorio a potenziali e primarie esigenze legate all’uso idropotabile dell’acqua rispettando il principio di uso pubblico principale della stessa.

Una risposta che suona come l’ennesimo voltafaccia della politica agli elettori, un’altra delle promesse della campagna elettorale poi dimenticate, o peggio, ribaltate a uso e consumo di pochi privilegiati.

Ma Santo Stefano Quisquina non sta a guardare. È convocato per venerdì 2 agosto alle 19.00 un consiglio comunale in seduta straordinaria e aperta a tutti, richiesto a gran voce da consiglieri di maggioranza e opposizione senza distinzione alcuna, per discutere sulle iniziative da intraprendere a tutela del bacino idrico della Quisquina, alla luce delle ulteriori concessioni alla Nestlè.
«È dovere civico partecipare e analizzare insieme la situazione – dichiara il sindaco Cacciatore – e ricominciare  a lottare insieme per difendere la nostra acqua».

Si profila all’orizzonte l’ennesima battaglia per l’acqua, in quella guerra che sembra non aver mai fine.

Valentina Maniscalco