La stagione del Pistacchio, lo smeraldo dei Sicani

VALLE DEL PLATANI – Ci siamo! Il Pistacchio, l’oro verde dei Monti Sicani e della Valle del Platani, è ufficialmente pronto per la raccolta. Dopo la presenza alla settimana del Cluster BIO di EXPO 2015, arriva il momento che tutti i contadini dei monti Sicani aspettavano.

Al microfono di Magaze.it, il presidente dell’associazione “Pistacchio Valle del Platani” Marcello Di Franco commenta così il momento, alla luce anche del successo dell’esibizione ad EXPO: “Con l’arrivo di settembre, per noi si chiude un anno pieno di avvenimenti culminati con la partecipazione ad EXPO 2015. Inutile dire quanto sia stata importante per noi la partecipazione a questo importante evento mondiale. Dal primo giorno della nostra avventura come associazione di tutela del pistacchio locale ad oggi, di cose ne sono accadute, ed EXPO rappresenta la ciliegina sulla torta. Da anni lavoriamo ad un progetto, un progetto che tende a valorizzare e tutelare quello che per tutti i monti Sicani è come uno smeraldo. Ci tengo a precisare che lo Smeraldo e il pistacchio della Valle del Platani, anche se sono due elementi naturali differenti, hanno delle qualità in comune e le più esaltanti sono il colore verde intenso da sempre simbolo del potere e delle personalità forti, i molti effetti benefici al cuore e i molteplici utilizzi. Adesso con tanta attesa e gioia inizia la festa del raccolto. Festa perché dopo un anno di lavoro si va in campagna finalmente a raccogliere il tanto atteso Pistacchio, un momento che tutto il mondo culinario e di trasformazione alimentare ha atteso con grande pazienza per un anno intero. La nostra presenza ad EXPO 2015 ha messo in risalto questa nostra cultura, dalla raccolta alla trasformazione ad opera dei maestri pasticceri.”

Quest’anno la raccolta inizia un po’ prima rispetto al consueto. E questo a causa del clima particolare che ha contraddistinto questa stagione. Particolarità che non ha influito però sull’esito della bontà del prodotto.

UN PO’ DI STORIA

Da sempre, nella bella Valle del Platani, la raccolta del pistacchio avviene a mano scuotendo con maestria e attenzione i rami, facendo si che il frutto cada su grandi teli appositamente stesi sotto le piante.

Successivamente vengono posti all’ombra per evitare il surriscaldamento del prodotto. A fine giornata viene praticata la “scrucchiulatura” del prodotto appena raccolto, o meglio viene tolta la buccia che risulta essere al tatto delicata e vellutata, ottenendo cosi il conosciuto pistacchio in guscio, detto tigniusedda che viene messo con maestria in appositi tendoni stesi al sole per la giusta e naturale asciugatura.
La giusta asciugatura è ottenuta grazie all’esperienza del più anziano della famiglia, che provvede, in particolari momenti della giornata e con particolare tecnica, a smuovere i frutti, facendo si che vengano raggiunti uniformemente dai raggi solari, in modo da mantenere un colore verde smeraldo e un gusto deciso, mantenendo integre tutte le proprietà e le caratteristiche del frutto.

Questa tecnica, usata oggi come nei secoli passati, ci consegna uno scenario del tutto simile a quello che vedevano i nostri nonni lungo le strade dei paesi: marciapiedi disseminati di pistacchi ad asciugare. E magari anche qualche bambino che, furtivo nel suo procedere, non disdegna uno spuntino pomeridiano.

Dopo l’asciugatura il pistacchio viene sgusciato, inizialmente con metodi rudimentali. Viene posta su un piano una pietra piatta detta “la valatedda” che presenta delle naturali scanalature come se fatti di proposito a misura del Pistacchio. Con una pietra più piccola detta “mazzotta” gli si batte sopra e successivamente vengono separati i gusci dai semi, ottenendo cosi la “landrita”, o meglio la gemma di smeraldo della Valle del Platani.