
Ed è stato proprio Sua Eccellenza Monsignor Alessandro Damiano a tirare le conclusioni di questa giornata di grazia del Giubileo diocesano agrigentino delle Famiglie svoltosi a San Giovanni Gemini in questo anno di grazia del Giubileo 2025.
Nell’omelia per la celebrazione della Seconda Domenica di Quaresima, alla luce del Vangelo della Trasfigurazione, Monsignor Damiano, incontrando le famiglie riunite attorno al loro Padre Vescovo, ha messo in evidenza la Fede, la Speranza e la Preghiera indicandoli come elementi decisivi dell’apertura del credente all’azione trasformante di Dio, fili conduttori che si sono intrecciati nei laboratori condivisi la mattina, organizzati da tutti i gruppi parrocchiali sangiovannesi, ciascuno con il proprio carisma. Fede, Speranza e Preghiera costituiscono la storia dell’essere umano che si narra raccontando la propria vita vissuta e concreta, quella vita di carne e di sangue, che altro non è che la narrazione dell’opera di Dio e delle meraviglie che ha compiuto nei momenti di abbondanza e di carestia nella storia della salvezza, che compie ogni giorno nelle nostre famiglie che devono pregare insieme e nutrirsi della Parola di Dio perché “preghiera e Parola di Dio” illuminano e orientano le dimensioni esistenziali del singolo e della famiglia in quanto conducono a un giusto discernimento e ci fanno raccogliere ciò che di buono c’è nella vita. S.E. Damiano ha ricordato anche il valore dell’essere vigili, del sapersi ascoltare e dell’ascoltare l’altro, del rifuggire il chiasso per riscoprire il silenzio e la lentezza. Il Direttore della Pastorale Diocesana delle Famiglie Don Gero Manganello ha, invece, consegnato agli intervenuti tre parole che hanno contraddistinto questo giubileo delle famiglie: cuore, meraviglia e grazie.
Il cuore è fondamentale perché il giubileo delle famiglie è un tempo prezioso e di grazia che nasce dal desiderio del nostro Padre Vescovo di incontrare le famiglie, nuclei di base di ogni società, per ascoltare il loro cuore e trasformarlo in progetto pastorale, ma anche dalla disponibilità delle famiglie di ascoltare il cuore del vescovo per diventare lievito nelle comunità. La meraviglia è importante e occorre riscoprirla nel rapporto con Gesù che parla alla nostra vita, quella meraviglia che, nella concretezza della Comunità Ecclesiale dove si è svolto il Giubileo delle famiglie quest’anno, si manifesta nel meraviglioso rapporto tra gli abitanti di San Giovanni Gemini e Gesù Nazareno, dimostrato anche nelle piccole cose, come quando Antonio Gaziano, dirigendo la coinvolgente animazione della preghiera iniziale della giornata giubilare, ha intonato l’Inno a Gesù Nazareno e tutti i sangiovannesi si sono alzati perché non potevano trattenere la loro emozione dimostrandola anche attraverso questo gesto di onore a Lui. Non poteva mancare la parola che dovrebbe sempre inserirsi nell’ambito di qualunque relazione familiare, sociale e con Dio, cioè il “grazie”, quel grazie che Don Gero rivolto alla comunità di San Giovanni Gemini, a tutti i presenti, a tutta la chiesa della diocesi agrigentina che è viva e ha tante ricchezze. Dopo una ricca colazione che i fedeli sangiovannesi hanno preparato per offrirla come si fa in famiglia agli ospiti accorsi dai vari paesi dell’agrigentino, la preghiera iniziale e la benedizione dell’Arcivescovo, si è svolta la toccante catechesi di Don Vito Impellizzeri, Preside della Facoltà Teologica di Sicilia, che ha smosso i cuori degli intervenuti con delle testimonianze personali per ribadire e ricordare che essere famiglia vuol dire dare priorità ai propri cari, facendo sentire loro tutto il proprio amore, donando loro la cosa più preziosa che si ha: il proprio tempo, unica soluzione per colmare le solitudini.
Tutti partecipatissimi, emozionanti e ricchi di profondità spiritualità, i Laboratori gestiti dai diversi Gruppi parrocchiali, che hanno ricordato ai partecipanti l’esempio di vita del sangiovannese servo di Dio Don Michele Martorana fondatore dell’Azione Cattolica nel paese e in tutta la diocesi, sul passo di Isaia 61,1: Laboratorio 0, “Lo Spirito del Signore è su di me perché mi ha consacrato con l’unzione”, dai Neocatecumeni; Laboratorio 1, “A portare il lieto annuncio ai miseri”, dai Francescani; Laboratorio 2, “A fasciare le piaghe dei cuori spezzati”, dall’Azione Cattolica di San Giovanni Gemini; Laboratorio 3, “A proclamare la libertà degli schiavi”, dal Centro di Ascolto/Caritas; Laboratorio 4, “La scarcerazione dei prigionieri”, dal Gruppo Famiglie di San Giovanni Gemini; Laboratorio 5, “Per consolare tutti gli afflitti, proclamare la vista ai ciechi”, dal Rinnovamento dello Spirito.
Dai rimandi laboratoriali condivisi nel pomeriggio con tutta l’assemblea riunita, ne è scaturito che bisogna partire dalla famiglia, dall’ascolto attivo che fa comprendere all’altro che gli stai prestando attenzione, dal dialogo sincero, dal donare il proprio tempo cercando di organizzarsi nonostante i numerosi impegni di ognuno, dal chiedere scusa se capita di ferire, dal prendersi cura ricercando il bene dell’altro, dallo stare vicino senza abbandonare nessuno, dal sentire cosa prova l’altro mettendosi nei suoi panni. Gli adulti hanno potuto partecipare serenamente alle attività grazie al fatto che bambini e ragazzi sono stati affidati a un gruppo di responsabili della pastorale giovanile e dell’oratorio Don Michele Martorana di San Giovanni Gemini, che, insieme ai ragazzi dell’oratorio stesso, li hanno aiutati a preparare cartelloni e una piccola ma intensa drammatizzazione della guarigione del cieco nato da parte di Gesù, con tanto di scenografia realizzata da loro stessi, insieme a un dono che i più piccoli hanno regalato ai genitori presenti. In questo periodo oltre alla grazia del Giubileo diocesano delle famiglie svoltosi a San Giovanni Gemini che ha messo in evidenza la bellezza dei nuclei fondanti della società, la Chiesa Agrigentina ha anche sperimentato la grazia della traslazione del corpo del beato Livatino.
Il Parroco della Chiesa madre sangiovannese Don Gianluca Arcuri ha ringraziato tutti per questa giornata di gioia, festa e comunione per la Chiesa diocesana riunita a San Giovanni Gemini, in particolare l’Arcivescovo Alessandro Damiano, il Vicario Generale Don Giuseppe Cumbo, il Direttore della Pastorale Familiare diocesana Don Gero Manganello e l’equipe diocesana familiare, l’equipe e il Gruppo Famiglie sangiovannese, tutti i gruppi parrocchiali che hanno gestito i laboratori, il Sindaco Dino Zimbardo, che è intervenuto con un saluto felice della grazia di questo raduno giubilare nel paese di cui è primo cittadino, e l’Amministrazione Comunale di San Giovanni Gemini, la Croce Rossa, i caseifici locali che hanno donato del formaggio che è stato dato come dono simbolo del territorio a tutte le famiglie intervenute, tutta la Comunità sangiovannese per la disponibilità, la generosità e l’impegno nell’organizzazione di questo momento di Chiesa. Don Gianluca ha ringraziato calorosamente le comunità presenti provenienti da tutta la diocesi: Agrigento, Alessandria, Aragona, Canicattì, Cammarata, Campobello, Casteltermini, Castrofilippo, Favara, Grotte, Naro, Racalmuto, Raffadali, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Sciacca, Santo Stefano Quisquina. Alla fine della solenne celebrazione comunitaria conclusiva della giornata, a cui hanno partecipato i sacerdoti della diocesi e che è stata animata dal coro interparrocchiale diretto da Claudio Misuraca, l’icona della Sacra Famiglia è stata consegnata dalla Comunità di San Giovanni Gemini alla Comunità di Naro dove si svolgerà il raduno delle famiglie nel 2026.
Irene Catarella