AGRIGENTO – Una nuova lettera è stata firmata da ben 35 Sindaci (su 42) della provincia di Agrigento ed inoltrata al Presidente della Regione, all’Assessorato della Salute, all’ASP di Agrigento e ad Anci Sicilia. L’oggetto del messaggio è chiaro a tutti: i Sindaci della provincia segnalano la loro preoccupazione per ciò che riguarda la gestione dell’emergenza in tema di Coronavirus. “La macchina dell’emergenza considerata dall’ASP di Agrigento a tutt’oggi ci preoccupa – si legge – ed appare assolutamente inadeguata rispetto ai bisogni emergenti, risultando in forte ritardo rispetto alle necessità incombenti e reali”. Una dura presa di posizione in un periodo complicatissimo per il nostro Paese, per i nostri Sindaci e per i cittadini in quarantena.
Il segnale è rivolto ai vertici sanitari e governativi della provincia: è possibile fronteggiare tale emergenza? Oggi la provincia agrigentina è sprovvista di un Covid-Hospital, un presidio ospedaliero che si occupi solo ed esclusivamente delle persone colpite dal virus. “Ci si chiede come mai nessuno dei presidi ospedalieri presenti sull’intero territorio provinciale – prosegue la lettera – che conta circa mezzo milione di persone, sia stato convertito a presidio Covid al pari delle altre ASP e come annunciato da proclami e mass media”.
Questo il testo integrale della lettera inviata e sottoscritta da ben 35 sindaci della provincia di Agrigento (Cattolica Eraclea, Raffadali, Canicattì, Menfi, Siculiana, Santo Stefano Quisquina, Grotte, Montallegro, Lucca Sicula, Sambuca Di Sicilia, Campobello Di Licata, Santa Elisabetta, Porto Empedocle, Burgio, Cianciana, Villafranca Sicula, Calamonaci, Realmonte, Santa Margherita di Belice, Ribera, Alessandria della Rocca, Sant’Angelo Muxaro,Palma Di Montechiaro, Joppolo Giancaxio, Racalmuto,San Giovanni Gemini, Cammarata, Aragona, Naro , Favara, Montevago, Sciacca, Bivona, Comitini, Ravanusa). Fuori da questo elenco rimangono i comuni di Agrigento, Casteltermini, Castrofilippo, Lampedusa, Licata, San Biagio Platani e Camastra (questi ultimi due in amministrazione controllata perché sciolti per mafia).
“Illustrissimo Sig. Prefetto ed Autorità, premesso che in altre Regioni d’Italia il dilagare del contagio Covid-19 ha messo in ginocchio realtà sanitarie d’eccellenza, considerato che recentemente l’Assessore alla Salute, Dott. Ruggero Razza ha stimato per la nostra Regione un numero di casi compreso tra i 4500 e i 7000 e che di questi, secondo i maggiori riferimenti scientifici, circa il 10% necessiterà di cure ospedaliere in ambiente intensivo e sub intensivo, è indispensabile utilizzare quel poco di vantaggio temporale e ridurre al massimo la diffusione, consapevoli che in caso di propagazione della malattia, la nostra ASP di Agrigento non potrà mai garantire un’adeguata risposta. Infatti, su una popolazione di 500.000 abitanti, per fare fronte all’emergenza l’ASP dovrebbe dotarsi di almeno 30 posti letto in terapia intensiva e di almeno 250 posti letto in terapia sub intensiva. Ad oggi, nessun presidio Covid19 è stato completato e ciò rischia di esporre sia gli operatori in servizio a non contenere la diffusione, velocizzandone i contagi sia l’intera popolazione del territorio provinciale. La macchina dell’emergenza considerata dall’ASP di Agrigento a tutt’oggi, ci preoccupa ed appare assolutamente inadeguata rispetto a bisogni emergenti risultando in forte ritardo rispetto alle necessità incombenti e reali. Ci si chiede come mai nessuno dei presidi ospedalieri presenti sull’intero territorio provinciale sia stato convertito a presidio Covid al pari delle altre ASP e come annunciato da proclami e mass media. Le strutture esistenti infatti, potrebbero avere caratteristiche tali da poterci permettere un aumento delle terapie intensive in breve tempo e in maniera più autonoma possibile e creare percorsi esclusivi per i pazienti Covid. Perché se ciò è stato fatto per presidi ospedalieri di assoluto rilievo tipo Ospedale “Cervello”, Ospedale di Partinico etc, non può essere effettuato in qualche nostro presidio nonostante sia trascorso più di un mese dall’inizio dell’emergenza? Presumendo che l’emergenza durerà alcuni mesi quali sono le azioni pianificate dall’ASP di Agrigento per fare fronte alla prossima, possibile ondata epidemiologica? Nell’attesa di conoscere quanto sopra, ritenendo di avere diritto alla massima trasparenza su quanto l’ASP ha fatto e farà nei prossimi mesi, chiediamo: di conoscere il numero di posti letto in terapia intensiva e sub intensiva destinati al Covid19 ad oggi realmente in funzione e qual’é l’eventuale programmazione; che venga urgentemente riconvertito a presidio Covid19, al fine di creare un percorso unico dei malati di Covid19 rispetto alle altre patologie ricorrenti, un presidio ospedaliero del territorio provinciale; che venga fatta un’indagine epidemiologica sui casi positivi e se sono stati sottoposti a tampone rino-faringeo i familiari e i contatti stretti di detti casi; di conoscere il numero di test che sono stati fatti e se sono stati individuati dei laboratori adeguatamente attrezzati ad eseguire i tamponi; se sono stati effettuati i tamponi a tutto il personale sanitario, ai medici di famiglia, al personale del 118, delle case di riposo, di cura etc.; se il personale sanitario è stato fornito dei dispositivi di protezione individuali (secondo le indicazioni del rapporto ISS Covid-19 n 2/2020) e in quali quantità; Riteniamo di esprimere forte preoccupazione per quanto sta accadendo e senza voler alimentare polemiche auspichiamo che la direzione strategica dell’ASP, in tempi stringenti, senza ulteriori indugi, prenda le adeguate iniziative affinché si possa contrastare in maniera efficace le necessità incombenti, coerentemente con l’impegno che i Sindaci della Provincia stanno dimostrando.”
