MUSSOMELI – Avrebbe appiccato le fiamme lo scorso 15 Agosto in un’area boschiva tra Campofranco, Milena e Comitini. Dopo circa una settimana dal suo arresto i carabinieri di Mussomeli, che lo hanno inseguito durante la sua inutile fuga, hanno deciso di non dare alcuna libertà al trentaquattrenne agrigentino. L’autore dell’accaduto era stato sorpreso mentre stava dando fuoco nei pressi del bivio di Grotte. Il presunto piromane, arrestato nel pomeriggio di Ferragosto, si è difeso strenuamente respingendo ogni accusa a suo carico, fra le altre quelle di incendio boschivo, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate.
Il giovane è originario di Grotte ed è difeso dall’avvocato Pietro Sorce. Sostiene di essere passato di lì perchè stava tornando dalla sua campagna, nei pressi della zona interessata dal rogo. Rispondendo alle domande dei magistrati, avrebbe ammesso che la sua fuga improvvisa è dovuta ad una crisi di panico, scattata quando i carabinieri di Mussomeli stavano per ammanettarlo. Da quel momento è scappato a piedi per le campagne e si sarebbe pure lanciato in un piccolo burrone per far perdere le proprie tracce.
Dopo un inseguimento spasmodico i carabinieri sono riusciti a riacciuffarlo. Fra il “presunto” piromane agrigentino e gli stessi militari è avvenuta una colluttazione, tanto che i tre sono dovuti ricorrere alle cure presso l’ospedale “Immacolata Longo” di Mussomeli. Le ferite sono state giudicate guaribili in un paio di giorni. Il gip Antonia Leone, su richiesta della procura nissena, ha disposto la custodia cautelare per il trentaquattrenne di Grotte, che dovrà rimanere di conseguenza rinchiuso al carcere Malaspina.